Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Non è vero che costiamo di più»

Fonte: L'Unione Sarda
16 settembre 2011

TEATRO LIRICO. Polemica dopo il rinvio in cda della delibera che prevedeva nuove assunzioni

I precari della biglietteria: meritiamo di essere riassunti, possono farlo

Per dodici anni sono stati il Front office del teatro, la faccia buona del Lirico. Non hanno solo venduto biglietti e abbonamenti: sono diventati i consulenti degli spettatori tanto da costruire con molti di loro rapporti veri ed aver contribuito, con le loro capacità di promozione, ad incrementarne il numero. Non a caso gli abbonati hanno raccolto duemila firme per chiedere la loro riassunzione sostenendo, addirittura, di essere disposti a pagare di più pur di rivedere le loro facce ai botteghini di via Sant'Alenixedda.
Ora i precari della biglietteria del Lirico si sentono dire (su questo c'è stata una discussione durante il cda di lunedì) che non possono essere assunti perché la legge Bondi lo impedisce sino a fine anno e perché costerebbero quattro volte di più del Box office, cui è stata appaltata l'emissione di ticket e abbonamenti. Contestano - in forma rigorosamente anonima per evitare ritorsioni - entrambe le affermazioni. «La legge Bondi stabilisce che si possa assumere se ci sono le necessità, tanto è vero che durante l'anno sono state fatte assunzioni a tempo. Quanto al risparmio», sostengono, «in bilancio è scritto che la biglietteria costa circa 130 mila euro all'anno. Noi guadagnavamo 27 mila euro lordi e costavamo all'azienda 40 mila euro all'anno, conteggiando tutti gli oneri, a fronte di un servizio qualitativamente e quantitativamente imparagonabile, anche perché curavamo anche la parte di back office , cioè la parte amministrativa».
Il vertici del teatro sostengono che il Box office non costi nulla perché si paga con i dieci euro in più che la società fa pagare di diritti di prevendita. «Significa che i costi vengono riversati sugli abbonati, assurdo e discutibile». (f.ma.)