Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Moschea «I privilegiati non siamo noi»

Fonte: Sardegna Quotidiano
16 settembre 2011

 

LUOGO DI CULTO La comunità islamica riunita in preghiera per la fine del Ramadan

LA POLEMICA La dichiarazione di Mani: sì al tempio per loro ma senza soldi del Comune. Arriva la replica dei musulmani: «Non abbiamo chiesto nulla, Zedda non si farà influenzare»

«Preghiamo in un piccolo locale, solo quest’anno per la prima volta abbiamo potuto festeggiare la fine del Ramadan alla Fiera, e nonostante questo c’è chi pensa che i veri privilegiati siamo noi?». La domanda è retorica. Abdullah Luca De Martini, alla guida dell’associazione islamica El Hoda di via del Collegio, proprio non ci sta a passare per il portavoce di una comunità che sgomita. «Le nostre richieste sono pubbliche e la costruzione di una nuova moschea a spese del Comune non è nella lista - precisa -. Fortunatamente il sindaco e tutta la nuova amministrazione sono autonomi dalle pressioni e dai i consigli di chiunque, compresi quelli della Chiesa cattolica». Non è difficile intuire a chi si riferisca. L’arcivescovo Giuseppe Mani, ieri, ha invitato senza mezzi termini gli islamici cagliaritani «a farsi da sé» il loro luogo di culto. «Facciano pure, ci mancherebbe altro - ha chiarito Mani -. I cattolici, però, le chiese le costruiscono con le loro risorse, non con quelle del Comune». Il tema però, secondo De Martini, «non è assolutamente all’ordine del giorno» della comunità musulmana. «Abbiamo chiesto al Comune che ci metta a disposizione uno spazio pubblico per le due feste del lunario islamico - chiarisce la guida di El Hoda -. Una era il 30 agosto, la fine del Ramadan; l’altra sarà il Giorno del sacrificio, all’inizio di novembre. La concessione dovrebbe essere gratuita, perché noi non possiamo permetterci l’affitto di un ambiente grande come un padiglione della Fiera. Però possiamo anche ritrovarci all’aperto, magari al Poetto o al Bastione. Per la preghiera del venerdì, invece, potremmo pagare l’af - fitto di un locale che sia un po’ più grande di quello che usiamo attualmente, magari cominciando da un canone agevolato». Nelle richieste avanzate al sindaco Zedda, però, si legge anche l’invito a valutare «adeguati progetti di edificazione di uno specifico luogo di culto islamico», che, tradotto, assomiglia molto a una moschea. «Prima o poi Cagliari se vorrà essere per davvero la capitale del Mediterraneo dovrà avere una moschea. Ma se ne riparlerà tra qualche anno, quando la comunità musulmana sarà più numerosa». Resta il dubbio su chi debba costruirla e, soprattutto, finanziarla. «Quando si porrà concretamente il problema, spero che avremo le risorse per fare tutto per conto nostro. Anche se - sottolinea De Martini - qualora il Comune, la Provincia o un’altra istituzione volesse contribuire, certo non saremmo noi a dire: no grazie. Diverso è sostenere che noi chiediamo qualcosa al Comune o ad altri». C’è poi un altro sassolino di cui De Martini vuole liberarsi. «La cosa più assurda - dice - è che qualcuno voglia farci passare per dei privilegiati. Proprio ora che si respira un’aria nuova e che nei nostri confronti c’è una diversa sensibilità. Il sindaco non è persona che si fa dettare la linea e noi non diamo consigli a nessuno. Sarebbe meglio che evitassero di farlo anche i veri privilegiati».

Lorenzo Manunza redazione@ sardegnaquotidiano. it