Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

I sindaci in sciopero contro i tagli Confindustria: «Isola allo stremo»

Fonte: Sardegna Quotidiano
16 settembre 2011

MANOVRA

 

LA PROTESTA A Cagliari l’Anci e venti amministratori occupano simbolicamente l’ufficio anagrafe. Adesione in 200 Comuni sardi. L’Assoindustriali: «Uno scenario grave per la Sardegna»

 

I sindaci della Sardegna e l’Asso - ciazione degli industriali sardi bocciano la manovra economica del Governo. I sindaci la ripudiano con un sciopero senza precedenti, organizzato dall’Anci e che ha visto l’adesio - ne di oltre 200 Comuni isolani su 377; Confindustria la condanna con un documento ufficiale del presidente regionale, Massimo Putzu, con cui gli industriali fanno i conti dei tagli governativi e degli effetti disastrosi sull’economia locale.

SINDACI IN SCIOPERO Lo sciopero dei sindaci è andato in scena ieri mattina: a Cagliari all’anagrafe di via Sonnino, venti sindaci, compreso il neo presidente sardo dell’Anci e primo cittadino di Santadi, Cristiano Erriu, occupano simbolicamente gli uffici. Dal capoluogo, rappresentato dal vicesindaco Paola Piras, (Massimo Zedda è impegnato a Bari) fino al paese di Pozzomaggiore, guidato da Tonino Pischedda, il coro è unanime: «Con la manovra approvata dal Governo andremo verso la diminuzione dei servizi per i cittadini ». Un appello forte al presidente Cappellacci viene fatto da Umberto Oppus, direttore generale dell’Anci, e a capo dell’amministrazione di Mandas: «Si muova e faccia valere lo Statuto speciale della Sardegna, grazie al quale la Regione può intervenire sulla gestione degli Enti locali». E poi continua con le cifre della tagliola che calerà sui Comuni italiani: «Potremo contare su oltre quattro miliardi in meno per quest’anno, mentre altri 40 miliardi sono congelati a causa del patto di stabilità». Rincara la dose Erriu: «In tutto il taglio tra il 2011 e il 2014 sarà del 46 per cento, con una riduzione della capacità di spesa stimata tra il 16 e il 18 per cento», spiega il presidente dell’Anci, «le conseguenze saranno pesantissime soprattutto per i cittadini». Lucio Zedda, sindaco di Baradili, con 92 anime, il più piccolo Comune della Sardegna, è categorico: «Scompariremo, semplicemente. A partire dal 12 agosto 2012 entro un anno dovremmo creare l’Unione dei piccoli Comuni. Sarò un sindaco virtuale senza nessun potere, mi occuperò solo di liste anagrafiche e ordine pubblico. È un metodo inaccettabile, calato dall’alto senza nessuna concertazione». La giustificazione di rvoler risparmiare denari pubblici tagliando i trasferimenti agli enti locali, nel caso di Baradili non regge, spiega ancora Zedda. Nel piccolo Comune infatti, l’indennità di ciascun consigliere ammonta a 44 euro. E i costi più alti, quelli del personale amministrativo, non vengono eliminati dal momento che entreranno a far parte della nuova Unione. E non va meglio neanche per i comuni più grandi. Lo spiega il primo cittadino di Assemini Paolo Mereu, 27mila abitanti: «Per il patto di stabilità fino a novembre 2011 i soldi sono congelati. Sono per opere pubbliche che potrebbero dare lavoro, invece è tutto fermo». Stesso problema anche per Cagliari, come spiega il vice sindaco Piras: «Abbiamo circa due milioni e mezzo di euro bloccati». Altro problema non secondario è l’estensione del patto di stabilità anche ai Comuni con meno di 5 mila abitanti. Lo racconta Piergiorgio Lixia, fascia tricolore di Siliqua, centro con 4mila residenti: «Abbiamo già 150 mila euro in meno dal fondo unico. Adesso ci saranno altre difficoltà perché abbiamo acceso alcuni mutui. Non possiamo tagliare l’assi - stenza sanitaria o la mensa ai nostri cittadini, dovremmo cercare soluzione economiche alternative».

 

L’AFFONDO DI CONFINDUSTRIA La manovra economica del Governo non piace nemmeno all’A ss o c i a z i one degli industriali sardi. Il presidente, Massimo Putzu, affida le aspre critiche della categoria a u documento ufficiale: «La Confindustria Sardegna guarda con particolare preoccupazione alla manovra appena varata e ai tagli previsti per le Regioni ed Enti Locali, che, in assenza di misure per lo sviluppo, non faranno altro che determinare problemi per le imprese sarde, già stremate dalla crisi», si legge nel comunicato firmato da Putzu. «Le ultime tre manovre hanno infatti previsto risparmi a carico delle amministrazioni locali per 14,5 miliardi euro per il 2012, di questi 6,1 a carico delle regioni a statuto ordinario, 3 su quelle a statuto speciale, 1,2 a carico delle province e 4,2 dei comuni al di sopra dei 5.000 abitanti », continua il documento di Confindustria. «Mi domando come potremo reggere come Sardegna, soprattutto se, a fronte di questi tagli e mancati trasferimenti, continuerà a crescere la spesa sanitaria e il trasporto pubblico locale che sono ormai totalmente a carico della nostra Regione. Come imprese, come potremo sopravvivere se ci limiteremo a tagliare?», chiede Putzu. «Il carico fiscale è destinato ad aumentare, soprattutto a livello locale perché Regione e Enti Locali da qualche parte dovranno andare a prendere le risorse che non hanno più».  

LA REGIONE Anche le Regioni si stanno mobilitando per reagire ai tagli della manovra. Le Regioni a Statuto speciale si sono riunite e hanno concordato azioni comuni per difendere l’auto - nomia: «Prosegue un’azione comune da parte delle Regioni Autonome in difesa di una specialità fondata su motivazioni storiche, sociali, culturali e giuridiche», spiega il presidente sardo, Ugo Cappellacci. Nell’i n co ntro fra le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano sono stati trattati temi connessi alla manovra finanziaria recentemente approvata dal Parlamento.

Francesca Ortalli  

numeri n 

 

- 200 Su 377 Comuni sardi, oltre 200 hanno risposto all’appello dell’Anci e hanno aderito allo sciopero dei sindaci. 32 Secondo le stime prese in considerazione dal Comune di Cagliari, in seguito ai tagli il capoluogo dovrà fare a meno di 32 milioni di euro. Una cifra che potrebbe ridursi a 25 milioni in caso di premialità per i Comuni virtuosi.

AUTONOMIA Anche la Regione si mobilita per difendere l’autonomia minacciata dalla manovra. Vertice con le altre Regioni a Statuto speciale