Rassegna Stampa

Sardegna 24

Prostitute edegrado attornoavia Bainsizza

Fonte: Sardegna 24
12 settembre 2011

 

di PAOLO RAPEANU sardegna@sardegna24.net 

Non solo villini, ma anche un’area piena di rifiuti, siringhe e sbandati Residenti della zona in rivolta: «Ho paura: la sera mi rinchiudo in casa»

Un’area molto estesa, diventata una discarica a cielo aperto. E un posto dove succede di tutto. Chi paga? Quattro famiglie costretteaconvivereconquesto degrado. Via Bainsizza, traversa di viale Merello, non è solamente una via di tranquilli villini residenziali. Una volta giunti all’altezza dell’istituto scolastico Meucci e di una torre radio abbandonata da anni, la strada scompare totalmente, inghiottita da rifiuti e sterpaglie. Da un lato uno strapiombo verso il canyon di Tuvumannu (senza nessuna recinzione di sicurezza), dall’altro lato viale Merello in prossimità dello svincolo per Via Is Maglias. Lungo tutta l’area sitrovanocopertoni, plastica, legnaia marcia e rifiuti d’ogni genere. Il tutto in una superficie ad alta densità di sterpaglie. C’è anche un altro burrone molto profondo,anch’esso senza protezione alcuna. Su, da un lato, c’è una vecchia batteria militare in pietra,metadi tossicodipendenti (facile deduzione vista l’alta quantitàdi siringhe presenti), oltre che di persone dedite a riti ricollegabili al satanismo,cometestimonianoalcune iscrizioni presenti sui muri. Alla fine di quella che è azzardato definire una via cittadina, a picco sopra Via Is Magliasvivonodadecenni quattro nuclei familiari.Leloro abitazioni si trovano sull’orlo di uno strapiombo. Il terreno sul quale sonocostruite le case è costituito da un materiale molto friabile, il tufo: il rischio di possibili frane è perciò sempre dietro l’angolo. «Abito qui da 40 anni», questo il primo commento di una residente. «Ogni tanto puliamo nelle vicinanze dellenostre abitazioni. Siamo isolati e da tanto tempole forze dell’ordinenonpassano più qui per fare controlli. Soprattutto dopo la chiusura della torre radio, solitamente tenuta sotto controllo da un custode», continua la donna, «qui la situazione è radicalmente cambiata. È purtroppo normale che possa venire chiunque a fare qualunquecosa ». Parole chetrovano riscontro inunasua vicina di casa, GenoveffaPauinMurgia: «L’ultimo intervento di pulizia fu effettuato all’incirca nel 2005,e risiedo qui da 47 anni. Siamo anche noi abitanti di Cagliari, paghiamole tassemasiamoabbandonati ed in ostaggio della paura. Ogni serami rinchiudo incasa, nonhoalternativa. Tutt’intornoèuncontinuo via vai di persone poco raccomandabili: pochi giorni fa una prostituta ha importunatomiofiglio, mentrestava venendo a visitarmi, proprio a pochi passi dal mio cancello. Anche il sindaco Zedda, come i suoi predecessori», sentenzia la residente “èvenutoquidanoidurante il periodo pre-elettorale, promettendo d’interessarsi della vicenda ed aiutarci. Trascorsi un po’ di tempo parlando con lui, facendogli notare che qui risiedono anche delle persone anziane, come me». Uno scenario di totale abbandono ed incuria, quasi desertico, terreno fertile di frequentazioni ben poco raccomandabili. «Chiediamo a gran voce l’intervento immediato di chi di competenza- affermano all’unisono Angelo Pili e Roberto Copparoni, ambientalisti cagliaritani. «È necessaria la messa in sicurezza di questo colle e di chi abita al suo interno- affermano- l’assenza di barriere di protezione prima dei due strapiombi, quellochedàsul canyon diTuvumannue quello all’internodella stessa areasonounpericolo reale per chiunque».