Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sabina al Lirico: «Sì, sì, sì...oh sì»

Fonte: La Nuova Sardegna
9 settembre 2011



Il ciclone Guzzanti si abbatte su Cagliari e Nuoro




ROBERTA SANNA

CAGLIARI. Accoglienza d’onore per Sabina Guzzanti ospite avant’ieri del Teatro Lirico e del pubblico che applaude a piene mani e la osanna, ricambiando la generosità delle oltre due ore del suo «Sì Sì Sì...oh Sì!», replicato anche ieri a Nuoro, regia di Giorgio Gallione. Chissà perché la chiamano ciclone, questa attrice e autrice intelligente e piena di talenti. Piuttosto che scompaginare mette ordine e trova un senso nelle cose italiane, soffiando via la polvere di abitudine e rassegnazione col vento della satira. Dando corpo e logica al risveglio degli italiani, sintetizzato nei quattro sì del titolo, quelli dei referendum, che insieme ai risultati delle amministrative (e a Ruby) ha segnato l’inizio della china berlusconiana. “Ci vorranno due settimane o due anni” ma si comincia a vedere “la luce alla fine del tunnel”. Intanto si fanno i conti e si analizza. “Come nel dopoguerra, c’è un paese da ricostituire dopo la fine di un ventennio e un referendum”. Cogliendo segnali e paradossi, chiamando a testimone i personaggi del suo pantheon comico, vere e proprie “reviviviscenze” più che imitazioni. Se la testa degli italiani ha cominciato a cambiare dalla tv, ecco l’intervista della Guzzanti/de Filippi a Edipo (Era Crepet per caso l’oracolo? O Platinette?), esempio che conferma il problema: non è il parlare di sentimenti intimi ma il “far apparire ogni sfumatura dell’animo come gretta e mercificabile”. Insieme alla spinta ai consumi delle casalinghe, l’impostazione delle reti del Cavaliere le fu chiara fino dall’incontro nell’88, ospite ad Arcore con altri comici. Rivivono, per ricordare la visita di Gheddafi, anche i test leggendari di Moana Pozzi e il celebre tormentone “ti tocchi” (un saluto a Loche presente in sala) e un rimpianto: quanto sarebbe piaciuto ai politici accoglierla! “Aspettano che compiano 28 anni per tagliar loro i capelli e paf, mandarle in parlamento”. Nel salotto di Vespa spuntano Clarissa Burt - per parlare della guerra in Iraq in uno strepitoso ‘sragionamento’ che per assurdo paragona l’Islam al buco dell’ozono - e gli strafalcioni di Valeria Marini. Poi il “Bluralismo” stile Lucia Annunziata: “il giornalista responsabile deve imparare a dare un po’ di torto a chi c’è l’ha, e il resto a chi non ce l’ha”. Non manca ovviamente Berlusconi (La storia ci giudicherà. E noi la ricuseremo): in un surreale comizio emerge con comica schizofrenia un alter-ego siculo e mafioso. Materia per un prossimo recital, promette la Guzzanti. Per coloro che “l’hanno votato perché sapevano chi era o perché non lo sapevano”, e che ancora credono di trovare il ponte sullo Stretto e il casinò a Lampedusa, intona un esilarante brano new-melodico napoletano.
Il recital procede in un clima empatico, in condivisione col pubblico delle cose più impensabili e che si son “digerite” nella strategia del “sondare quanto possiamo sopportare”. Coadiuvata paradossalmente dalla quella dei “non” della sinistra, “non alzare la voce, non essere contro, ecc.”. Sull’inerzia del PD ecco Massimo D’Alema. Infastidito per la vittoria alle amministrative (compresa Cagliari) di elementi non “moderati” ribadisce, a dispetto dei risultati, che la strada da seguire è il suo “modello Macerata”, dove il PD ha vinto alleandosi con Casini. Infine la lode del “tumulto sano”, nel diario romano dell’occupazione del Valle e del teatro di San Lorenzo dove la protesta dell’intero quartiere ha bloccato la trasformazione in sala bingo e casinò.