Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

I sindacati del lirico: «Il soprintendente deve fare le valige»

Fonte: La Nuova Sardegna
7 settembre 2011





Summit Comune e Regione, garantiti per il momento gli stipendi ma il quadro finanziario resta molto critico

CAGLIARI. I sindacati vogliono che Gennaro Di Benedetto faccia le valige e lasci l’incarico. Ed è per questo che domandano che non gli venga rinnovato il mandato di soprintendente del teatro lirico, che scade a settembre. «La richiesta - sottolinea Giacomo Meloni, rappresentante nell’ente per il Css - è stata fatta da tutti i sindacati unitariamente. In questo momento bisogna dare un segno di discontinuità preciso e pensare a rilanciare la lirica, come si faceva un tempo».
Sul piatto della bilancia c’è una situazione debitoria di ventuno milioni più altri quattro relativi al Tfr, il trattamento di fine rapporto dei dipendenti. Ma l’aspetto più critico riguarda le ingiunzioni di pagamento provenienti dai fornitori e dal set che non sono pagati dal 2009, per una cifra di circa quattro milioni e mezzo.
Vertice Comune-Regione. Nei giorni scorsi il sindaco Massimo Zedda, presidente della Fondazione che controlla l’ente lirico (il Municipio ha la partecipazione maggioritaria) si è incontrato coi responsabili regionali. Il problema era quello di fare in modo che il governo dell’isola desse garanzie verso le banche (e queste sono state date) almeno per i pagamenti degli stipendi. Il teatro deve assolvere mensilmente a 229 buste paghe, più un’altra ottantina di precari nei periodi in cui la struttura è a regime.
I guai del bilancio. Complessivamente il bilancio 2010 racconta di un teatro lirico con venticinque milioni di euro di debiti, comprensivi del milione e duecentomila euro di disavanzo dello stesso anno. Anche se non tutti sono debiti legati alle banche e se si tratta di una situazione maturata con gli anni, la situazione resta molto critica. Questa e diverse altre (tra cui Tuvixeddu e i baretti del Poetto) sono alcune delle patate bollenti ereditate dal nuovo primo cittadino e a cui vengono chieste risposte celeri.
Il rischio del commissariamento. Dal ministero è arrivata una lettera che non solo raccomanda di ripianare i debiti, ma che dice chiaramente che qualora vi sia un «passivo di gestione» che si ripete per due anni, la fondazione dell’ente va commissariata. Ed è per questo che il bilancio è stato riesaminato. Il problema riguardava la Provincia: dal 2007 al 2010 avrebbe dovuto dare un apporto economico specifico che, però, nel 2009 non c’è stato, pur essendo stato ugualmente iscritto a bilancio (probabilmente perché posposto). Ad ogni modo il problema pare sia stato risolto visto che «dagli uffici dell’ente lirico è partita una lettera verso il ministero in cui si precisa che il secondo anno di disavanzo non c’è», spiega Annalisa Pittiu, dipendente dell’ente e rappresentante sindacale per la Cisl.
Il problema del mutuo. «Come sindacati non ci auguriamo certo il commissariamento - sottolinea Meloni - ma ci stiamo trovando di fronte a problemi veramente molto gravi. Come sindacato abbiamo proposto di fare un mutuo: non per il totale del debito, ma di cinque-sei milioni in modo da poter tamponare le ingiunzioni e riprendere una programmazione seria, basti dire che è ancora vacante il posto di direttore artistico. Il teatro ha bisogno di un rilancio e piuttosto che un immobilismo come quello che stiamo vivendo, sarebbe meglio un commissariamento. Così si azzererebbe il consiglio d’amministrazione e si potrebbe riprendere tutto dall’inizio». Il commissariamento è «sempre un atto traumatico, ma mi sembra possibile uscire da questa situazione anche coi finanziamenti, già previsti, che arriveranno dalla Regione: non si tratta di una situazione non sanabile e tale da portare al commissariamento», precisa Roberto Camarra, responsabile della Cgil per i lavoratori della comunicazione.
Il parco della musica. Intanto resta il problema del parco della musica, inutilizzato. A suo tempo, tramite un accordo tra il Comune (nella passata consiliatura) e la Regione stabilirono un finanziamanto di sei milioni ulteriori, di cui dovrebbero arrivare gli ultimi due, ma per il momento la Regione pare non abbia i fondi. Il che significa che il teatro all’aperto, per duemila posti, non è agibile (mancano qualsiasi manufatto in grado di far sedere il pubblico), il piccolo teatro (per trecento posti) è ancora chiuso in quanto non ancora collaudato e i locali dove dovrebbero sorgere i laboratori - ugualmente senza collaudo - sono tuttora inagibili. Insomma: i problemi non mancano.