Rassegna Stampa

Sardegna 24

Moschea e crocifisso, è “guerra di religione”

Fonte: Sardegna 24
5 settembre 2011

 

 Polemiche e proteste sulla concessione della Fiera da parte del Comune per la chiusura del Ramadan

La decisione del sindaco Massimo Zedda di concedere gratuitamente alla comunità islamica il padiglione E della fiera campionaria di Cagliari per ritrovarsi a festeggiare la fine delRamadan ha innescato una singolare guerra di religione in città. Mercoledì notte, vicino ai cancelli di ingresso del polo fieristico è apparso uno striscione con la scritta: “Sindaco Zedda, Cagliari non è una moschea”. Il bliz è stato rivendicato su Facebookdalla Gioventù della Fiamma Sardegna, gruppo giovanile delmovimentoFiammatricolore, il cui coordinatore èGianmario Muggiri. «Ognuno è libero di pregare –ha tenuto a precisare Muggiri, spiegando l’iniziativa della scorsa notte –ma non a spese del comune.Il sindaco prima pensi ai sardi che, per colpa della crisi, hanno bisogno di strutture e non a regalare ad altri spazi pagati coi soldi dei cittadini ». Era stato l’assessore alle Politiche sociali del comune di Cagliari, Susanna Orrù, presente alla festa di fineRamadan in rappresentanza del sindaco, a parlare dell’urgenza di trovare in città un luogo dignitoso da adibire a moschea. La polemica sull’incursione notturna della Gioventù della Fiamma è montata subito tra le pagine del social network. In molti hanno tacciato di razzismo l’iniziativa che non è piaciuta neanche a tutti i militanti del movimento. È poi di giovedì la dichiarazione del capo di gabinetto del Presidente Cappellacci, Ada Lai, che in un’intervista aveva definito i musulmani ospiti in città. Immediata la risposta Fabrizio Rodin, presidente della commissione Politiche sociali del comune. «Ritenere che i musulmani di Cagliari siano ospiti – ha stigmatizzato Rodin – sottolinea lo spirito con il quale certa politica lavora e ha lavorato in questi anni al fine di creare divisioni chenonesistono. Professare una religione, qualunque essa sia, non può essere motivo di esclusione». Ieri l'ultimo episodio di questa singolare crociata. In una lettera il gruppo Pdl in comune ha chiesto a Massimo Zedda di prendere in custodia il crocifisso che il sindaco nei giorni scorsi aveva staccato dalla parete del suo ufficio. «I simboli non si possono annullare – scrivono i consiglieri Pdl–

la coesione sociale si garantisce anche riconoscendo le nostre radici». Il crocifisso dovrebbe ora finire nell'ufficio di via Roma del gruppo Pdl.