Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Area metropolitana,

Fonte: L'Unione Sarda
29 agosto 2011

Il sindacato indica le priorità su cui bisogna lavorare: traffico, pendolarità e politiche sociali

 

Cisl rilancia «È necessario affrontare in modo unitario i problemi degli abitanti» La Cisl di Cagliari rilancia la proposta della realizzazione dell'area metropolitana.
«Nell'ambito della discussione che non sarà certo breve sull'eventuale abolizione delle province - scrive il sindacato - riteniamo fondamentale riproporre lo stesso progetto. Solo in questo modo, infatti, si possono affrontare in modo unitario e con un organismo super comunale i problemi di un'area di quasi 500 mila abitanti, omogenea e fortemente urbanizzata».
Per la Cisl non è possibile risolvere altrimenti problemi quali il traffico, la viabilità e la pendolarità, le politiche sociali e la valorizzazione dell'ambiente a partire da aree di grande rilevanza come il Poetto. «Finora nulla si è fatto - prosegue la Cisl - per campanilismo e per sciocchi egoismi, ma forse oggi, anche sulla spinta della necessità della riduzione dei costi, è arrivata l'occasione per concretizzare la sinergia tra i comuni, dimostrando che la specialità della Sardegna è un qualcosa di concreto e non una vuota enunciazione».
E ancora: «Del resto, di fronte ai provvedimenti del Governo (tagli delle province con meno di 300 mila abitanti e dei piccoli comuni con meno di mille), è sbagliato trincerarsi dietro un conflitto di competenze Stato-Regioni a Statuto Speciale. D'altronde, la riduzione del numero dei consiglieri regionali potrebbe determinare, senza danni per la democrazia, un buon risparmio da destinare alle politiche sociali o a quelle del lavoro».
Proprio per la condizione di grave crisi attraversata dall'Isola, secondo il sindacato sarebbe necessario coniugare l'esigenza di eliminare gli sprechi con quella della loro efficienza e della rispondenza ai bisogni della popolazione e delle classi più deboli.
«Si può essere certi che ai lavoratori e pensionati sardi e cagliaritani poco interessa la sopravvivenza nominale di Comuni e Province, e tanto meno la conservazione degli 80 posti di consigliere regionale. Interessa molto di più invece la qualità dei servizi socio sanitari e dei diritti di cittadinanza che devono essere garantiti, non solo nelle città più grandi, come il capoluogo, ma anche nei piccoli centri e nelle periferie».