Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il caos degli impianti sportivi

Fonte: La Nuova Sardegna
29 agosto 2011



La piscina olimpica di Terramaini è nuovamente senza gestione



Enrica Puggioni Tutto il comparto va rivisto tenendo anche conto delle varie esigenze

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Oltre cinque milioni di costo, ma «un esempio di come non devono essere fatti gli impianti pubblici», precisa Ninni Depau parlando della piscina di Terramaini. Ora «la gestione degli impianti sportivi comunale andrà rivista con la precisazione delle regole, di un regime trasparente e preferibilmente di bandi pubblici», spiega l’assessore Enrica Angioni.
Complessivamente, oltre ai grossi impianti, vi sono in città trentatrè strutture sportive comunali.
Sport e cultura. Alcune hanno un ruolo prevalentemente legato al quartiere, altri una funzione che va oltre (scherma ecc.). E il fatto che la delega allo Sport sia stata inserita dalla nuova Giunta nell’assessorato alla Cultura è anche il segno di un modo di intendere quest’attività non solo legata allo spettacolo, ma alla pratica e alla sua funzione sociale e, appunto, culturale.
Piscina olimpica. Poi vi sono i grandi impianti usufruibili da tutta la città come la piscina olimpionica di Terramaini su cui Ninni Depau, oggi presidente del consiglio comunale, aveva anche presentato - per conto del Pd - un esposto alla Corte dei Conti. Prima era stata concessa alla Federazione italiana nuoto (Fin), poi questa ha disdetto il contratto perché c’erano troppi problemi non risolti legati alla costruzione. E oggi la nuova amministrazione «ha previsto una serie di interventi, tra cui quello energetico per permettere di abbassare il costo di gestione», informa l’assessore Enrica Puggioni (Cultura e sport). L’orientamento del Comune è quello di andare a una gara pubblica, ma per il momento «sarà garantito l’anno notatorio». Dopo la disdetta della convenzione da parte della Fin, l’impianto è gestito provvisoriamente e direttamente dal Comune.
Affidamento discutibile. Tutto era partito nel 2001 col bando per l’appalto e i problemi sono stati continui. Infine la decisione di andare alla Corte dei Conti. Sotto accusa anche la convenzione con la Fin che prevedeva un contributo annuo (dal Municipio alla Federazione) di 240mila euro, visto che c’erano altre manifestazioni di interesse a costo zero.
L’ippodromo del Poetto. Se la piscina olimpica, per ritardi, errori di progettazione e disattenzioni varie, può essere presa ad esempio di quello che non si deve fare, la questione-sport abbonda di questioni irrisolte. In primo luogo c’è lo stadio di Sant’Elia (l’amministrazione punta al recupero, ma bisognerà trovare le risorse). Poi c’è l’ippodromo del Poetto, un centro che nei progetti iniziali sarebbe dovuto diventare un polo di rilancio dell’ippica. Alcuni lavori sono stati fatti, ma non si è arrivati alla fine. E ora occorre un progetto (e i finanziamenti). Poi c’è il Palazzetto dello sport: si era parlato di realizzarne uno nuovo, ma tutto andrà chiarito, compresa la funzione dell’attuale Palazzetto.
I campi di calcio. La maggior parte degli impianti hanno anche un campo di calcio. Molto importante quello di borgo Sant’Elia per la funzione sociale che ha svolto e sta tutt’ora svolgendo. Altri, oltre ai grandi impianti come il Coni (affidato alla Fidal), hanno usi più specifici come il Palazzetto del tennis tavolo (via Crespellani), il pattinodromo (via Rockefeller), la palestra Scerma Mario Siddi (viale Bonaria) e l’altra piscina (viale Diaz), più alcune palestre. E su tutti andrà realizzato un progetto integrato.

 

LA STORIA

Nuoto, odissea di 14 anni


 


CAGLIARI. La piscina olimpica di Terramaini sembra nata sotto una cattiva stella. La convenzione con la Federazione italiana nuoto (Fin) sarebbe dovuta durare nove anni con una spesa di circa due milioni e mezzo complessivi da parte dell’amministrazione. Ma la Fin ha rotto il contratto per i troppi costi di gestione e problemi di manutenzione. Non eiste infatti nessun impianto energetico interno in grado di rendere più autonoma la struttura. La storia è iniziata nel 1997 con l’approvazione di una delibera per (allora) dieci miliardi di lire. Il costo finale è stato di cinque milioni e 164mila euro. Nel 2001 venne detto il «sì» al progetto esecutivo. Poi nel 2004 venne approvata una variante ai lavori per 151mila euro, da pagare per i ritardi tra fine dei lavori e collaudo (per pagare la guardiania). Nel 2005 è stato deliberato un altro importo di 800mila euro per la sistemazione dell’area esterna alla piscina (c’erano impianti dell’IsGas). E altri 600mila per la realizzazione della piscina scoperta adiacene all’impianto olimpico. (r.p.)