Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sfrattate le suore di Madre Teresa

Fonte: La Nuova Sardegna
18 agosto 2011



Le “sorelle” di Calcutta occupano attualmente uno stabile dell’università



Marco Lai Centro città sguarnito per alcuni servizi importanti legati all’ospitalità notturna agli stranieri

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Loro non protestano e si affidano alla provvidenza, le suore di Madre Teresa di Calcutta operano da circa dieci anni in via Porcell, a Cagliari. Ma ora hanno lo sfratto. Il proprietario del locale, l’università di Cagliari, ha dato loro il benservito. Lo stabile serve all’ateneo. E così le suore simbolo della carità dovranno abbandonare il centro della città.
Le suore di Maria Teresa di Calcutta, dopo lo sfratto, saranno ospitate in locali della parrocchia di Sant’Elia. «Per la città si tratterà di compensare i servizi di accoglienza che loro hanno sempre offerto, soprattutto quelli notturni, circa 40-50 persone che ogni notte trovano ospitalità da loro», precisa Marco Lai, parroco di Sant’Eulalia e presidente della Caritas. «Il loro apporto - continua don Lai - è sempre stato importantissimo sia per l’impegno costante che mettono nell’assistenza, che per il valore simbolico che rappresentano. E ogni città sarebbe felice di riceverle. Anche perchè prestano un’attenzione particolare verso gli stranieri». Ogni giorno la mensa delle suore offre circa cinquanta pasti ai bisognosi e ai viandanti. «A loro sia chiaro - precisa il responsabile della Caritas - nessuno ha mai regalato niente, tra l’altro hanno sempre pagato un piccolo affitto. Ora a Sant’Elia continueranno il loro operato con gli abitanti del quartiere iniziato negli anni Settanta. Nel centro città, invece, potevano e possono offrire un servizio diverso».
Se prima era un caso isolato il vedere una madre o un padre di famiglia rivolgersi al centro diocesano di assistenza, oggi la timidezza e il riserbo sono stati superati dalla necessità. Disoccupazione e aumento del costo della vita fanno sì che tutti i mesi siano almeno duecento le famiglie che si rivolgono al centro diocesano di assistenza di via Po: per ritirare cibo, vestiario, libri per la scuola e tante altre cose necessarie per vivere. «Purtroppo il numero è in continuo aumento - informa don Lai - e noi, in base a quello che disponiamo, siamo costretti a portare verso il basso le caratteristiche di chi può accedervi».
Tornando ai servizi di assistenza offerti dalla città, in viale Fra Ignazio tra il centro di solidarità del Comune gestito in collaborazione con la Caritas (il “Giovanni Paolo II”) e gli altri vengono offerti circa cinquecento pasti al giorno (tra mattina e sera) più la possibilità di ottata-cento posti letto per i senza tetto. «E a queste vanno aggiunte le persone che dormono per la strada», precisa don Lai.
In più sono circa novecento-mille le persone che ricevono un sostegno economico dal Comune e 238 quelle che usufruiscono di un “servizio civico”, ovvero di un supporto per i debiti dovuti a Equitalia, per i canoni di locazione, energia elettrica, ecc. Ma l’intervento che «l’amministrazione intende potenziare maggiormente - precisa l’assessore Susanna Orrù, Politiche sociali - è quello legato al servizio di emergenza per le povertà estreme. Il nostro obiettivo è quello di rimodulare il sostegno economico in funzione delle persone particolarmente indigenti. Ma non in termini di assistenza fine a se stessa, bensì di intervento in cambio di prestazioni di lavoro». Chi si trova in una situazione di forte sofferenza economica ha spesso bisogno di riacquistare la dignità di se stesso, da qui «la necessità di fornire lavoro a chi riceve un supporto, per aiutare a riconquistare un percorso di vita e stimolare la riconquista di una propria autonomia».

 

ALLA CARITAS

Richieste d’aiuto contro l’usura


 


CAGLIARI. La crisi diventa sempre più pesante. E le persone che non riescono a pagare l’affitto o il mutuo, o i debiti contratti con qualche finanziaria diventano sempre più numerose. Ed è per questo che uno dei centri d’ascolto della Caritaas è intitolato alla “prevenzione dell’usura”. Dall’inizio di quest’anno sono stati circa 260 i contatti di chi ha chiesto aiuto. «Ed è anche questo un segno della crisi diffusa - sottolinea Marco Lai, parroco di Sant’Eulalia e responsabile regionale della Caritas - per lo più si tratta di persone che non riescono più a pagare debiti contratti con le finanziarie o con altri istituti di questo tipo». Poi c’è il peso delle cartelle che provengono da Equitalia per le quali l’amministrazione comunale (l’assessorato alle Politiche sociali) ha predisposto una misura sperimentale per aiutare chi si trova in gravi difficoltà.
Anche gli istituti di credito classici sono spesso accusati di applicare tassi decisamente alti, come denunciato spesso dalle associazioni dei consumatori. Un quadro che contribuisce a creare fasce di persone sempre più a rischio di povertà, se non già ampiamente al di sotto della soglia di sussistenza. (r.p.)