MARTEDÌ, 02 SETTEMBRE 2008
Pagina 1 - Cagliari
Passati quattro mesi dalla «non ratifica» e trenta milioni restano inutilizzati
L’assessore Mannoni: «Chiederò subito la convocazione dell’apposito Comitato istituzionale»
ROBERTO PARACCHINI
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CAGLIARI. «Il sindaco aveva affermato che la non ratifica dell’accordo di programma da parte della maggioranza del consilgio comunale non avrebbe bloccato l’intervento su Sant’Elia. Ma a quattro mesi di distanza, la realtà è diversa: è tutto fermo», accusa Ninni Depau, capo gruppo del Pd in assemblea municipale. «Temo che l’amministrazione comunale stia entrando in una logica pre-elettorale - continua Depau - e che anche molte cose non si faranno». Il centrosinistra lamenta «il fatto che per colpa del Comune si è tornati indietro», afferma Marco Espa (consigliere comunale e regionale del Pd). Intanto l’assessore Carlo Mannoni (lavori pubblici) annuncia che chiederà la riunione del comitato istituzionale (Regione Comune e Area-ex Iacp) legato all’accordo di programma, che potrebbe tenersi la prossima settimana.
L’accordo di programma era stato firmato il 28 marzo dal sindaco Emilio Floris e dal presidente della Regione Renato Soru e sarebbe dovuto essere convalidato entro un mese dal Consiglio comunale. Ma questo non è avvenuto «per insufficienza di istruttoria», secondo la maggioranza; «per strumentalizzazioni politiche», secondo l’opposizione.
Gli argomenti riguardavano sostanzialmente tre aspetti: la riqualificazione abitativa dei palazzoni di Sant’Elia, la realizzazione del museo Betile (sempre a Sant’Elia) e la costruzione del campus universitario di viale la Plaia. Si tratta di tre opere a cui la Regione ha interessato altrettanti grandi architetti contemporanei. Il progetto legato alle abitazioni coinvolge il gruppo di Ren Koolhaas di Rotterdam, un numero uno in questo tipo di interventi. Lo studio del Betile è stato vinto e ideato da Zaha Hadid, premio Pritzker (il Nobel dell’architettura). Il campus universitario è stato ipotizzato da un altro premio Pritzker, il brasiliano Paulo Mendes da Rocha. L’accordo di programma tracciava la cornice delle opere che i due enti locali volevano portare avanti (ma non si capisce più se lo vogliano ancora, non il Comune). Poi la non ratifica.
Secondo gli uffici e la maggioranza, i singoli elementi dell’atto devevano essere tutti pronti. Il che significa avere pronti: le varianti urbanistiche per la riqualificazione abitativa che comprende anche nuovi insediamenti, la precisazione delle aree per i parcheggi del Betile e del Campus, e la valutazione ambientale strategica (Vas) «obbligatoria per interventi su oltre dieci ettari (e le ipotesi degli insediamenti abitativi per Sant’Elia vanno oltre) e per parcheggi di oltre cinquecento posti (come quelli per il Betile)». Per l’opposizione, invece, l’accordo, «lungi dall’essere uno strumento definitivo, ha proprio lo scopo di “fissare una cornice” e identifica una strategia comune tra i soggetti coinvolti». Posizione, questa, vicina a quella dell’assessore comunale Gianni Campus (Urbanistica) che, come precisò in commissione Urbanistica, vedeva l’accordo come uno strumento che «serve a mettere insieme programmi diversi con fondi differenti e a coordinare e pianificare cose che hanno livelli di sviluppo non omogenei».
Nei gironi successivi alla non ratifica il presidente Soru, durante un’assemblea tenuta a Sant’Elia, affermò che era pronto a farsi da parte e a lasciare al Comune il compito di riscrivere l’accordo di programma coi contenuti che avrebbe ritenuto più necessari.
Sull’argomento erano intervenuti anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil che al momento della firma tra il sindaco Floris e il presidente Soru avevano affermato: «Bene a un accordo tra istituzioni di tale portata, ma come si fa a immaginare di dare gambe alle tante enormi iniziative indicate nell’accordo senza uno straccio di concertazione fuori dalla stanza in cui il documento è stato firmato». Poi, dopo la bocciatura: «L’accordo di vertice non ha retto alle contrapposizioni politiche, proprio perché privo del corollario di un consenso ampio nella società civile. L’appello che avevamo lanciato è caduto nel vuoto e ora si corre il rischio che vadano perduti progetti, investimenti, risorse, possibilità di sviluppo e di occupazione a causa di beghe e contrapposizioni». L’accordo avrebbe “mosso” complessivamente circa 250 milioni di euro.
Ora la situazione è che alla Regione, per la riqualificazione abitativa, vi sono dal 2006 trenta milioni di euro, di cui si stanno utilizzando solo una minima parte: circa tre per la riqualificazione delle piastre dei palazzoni (aree degradate e utilizzate anche per i traffici di dogra). «In questo momento - sottolinea Massimiliano Tavolacci, Udc, presidente della commissione comunale all’Urbanistica - si sta andando avanti su singoli aspetti. Non c’è più un accordo complessivo. Per il campus universitario, ad esempio, sarebbe possibile realizzare il progetto iniziale, quello di novantaseimila metri cubi. Mentre il piano dell’architetto de Rocha (che prevede un aumento notevole della volumetria) e che era indicato nell’accordo di programma non ci sono i presupposti perchè mancano le aree». Per il Betile, inoltre, tutto tace: dipende da Roma. Un quadro, infine, molto in bilico, per essere ottimisti; disastroso, se pessimisti.