Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Porto, nozze monegasche

Fonte: L'Unione Sarda
17 agosto 2011

PORTUS KARALIS. Dal principato arriveranno barche nei moli di via Roma

Molti diportisti: tariffe elevate, meglio la Tunisia

In città prende corpo l'accordo tra Portus Karalis , il porto turistico di via Roma, e quello di Montecarlo. Il direttore delle banchine monegasche, Gianbattista Borea d'Olmo, la settimana scorsa ha fatto scalo con la sua barca a vela in città per definire lo sviluppo degli approdi del gruppo Molinas, proprietaria delle banchine. I diportisti, però, non sono contenti del servizio offerto e, soprattutto, dei costi.
LA VISITA Borea d'Olmo tra l'11 e il 14 ha fatto visita alla città e ai suoi moli. «Ha trovato interessantissimo lo sviluppo del porto», spiega Remigio Paglietti, manager dei Molinas per il Portus , «soprattutto nel vedere il piacere del diportista di approdare praticamente al centro della città». Cagliari, insomma, ha un valore aggiunto: la sua posizione. Non solo perché è al centro del Mediterraneo, ma anche per l'ubicazione delle banchine. Borea d'Olmo ne ha previsto l'evoluzione, e per questo la tiene d'occhio.
L'ACCORDO «L'accordo diventerà pienamente operativo», spiega Paglietti, «solo quando sarà attivo il polo cantieristico». Dunque non prima di tre anni. Nel frattempo, però, «molte imbarcazioni provenienti da Francia, Spagna e quelle in lista d'attesa a Montecarlo, potrebbero essere dirottate su Cagliari». Di contro «Portus Karalis promuoverebbe Montecarlo tra i suoi clienti». Un accordo molto interessante per i gestori della marina di via Roma. Soprattutto in vista di una possibile elezione del Portus come “casa” invernale per le barche. «Una scelta fortemente determinata dall'equipaggio, che a Cagliari può trovare i servizi di una città e non di un piccolo paese come Porto Rotondo». Ma sempre solo dopo la realizzazione dei cantieri. «Prima solo le barche fino a 25 metri che non richiedono assistenza di cantiere potrebbero “svernare” in città. Le altre», continua Paglietti, «dovremmo mandarle a Olbia. Un peccato».
LE PROTESTE Nel frattempo i diportisti attuali protestano. Per le tariffe alte e i servizi poco efficienti. Luciano Serra ed Eleonora Mancosu hanno ormeggiato una barca a vela di 25 metri, una nave scuola e per fare crociere: «Paghiamo 20.000 euro all'anno. Troppo». Fabio Maranini, genovese, paga 13.000 euro all'anno per il suo suo caicco, un veliero turco bialbero, che fa servizio charter in tutto il Mediterraneo. «Sono gentilissimi ma c'è poca professionalità». Ecco spiegato perché: «Siamo stati danneggiati da un un gommone. Un'altra volta ci hanno fatto trovare trappe (catene e cime per l'ormeggio, ndr ) della misura sbagliata. Tutti si danno un gran da fare ma solo una persona conosce il mestiere: un croato». Per questo ha deciso di abbandonare Cagliari. «Per il 2012 ho prenotato un attracco in Tunisia a 1.500 euro all'anno». Un bel risparmio.
Mario Gottardi

 

Il direttore
«Costi alti
anche
per noi»
Ci sarà anche l'accordo con Montecarlo, che, se non ci saranno intoppi, porterà in città i panfili dei magnati di mezzo mondo. Ci saranno anche i numeri favorevoli al Portus Karalis , da tre anni in continua crescita verso l'alto. Però è anche vero che molti si lamentano per i costi esorbitanti, tanto che qualcuno ha annunciato che dal prossimo anno approderà in Tunisia, dove pagherà 11.500 euro in meno. Per il direttore del Portus , Walter Murenu, i prezzi derivano dai costi alti imposti per concessioni e servizi che paga il porto.
«Il decreto Prodi del 2007 raddoppiò i costi della concessione marittima», spiega. A parte questo, ci sono esborsi più elevati rispetto ad altri porti sardi. «L'acqua a Cagliari costa due volte e mezzo rispetto a Villasimius o Teulada». Ma non c'è solo questo. «A Cagliari l'ormeggio è sempre costato poco. Abbiamo rotto questo tabù offrendo un servizio migliore». In realtà il “servizio” maggiore lo dà l'ubicazione porto. «Arrivare al centro della città è una condizione unica per il diportista», spiega il direttore. Ciò nonostante, «fare charting», in altre parole portare le persone in crociera, «in una città come Cagliari è molto difficile». Anche a causa della concorrenza straniera. «Maiorca costa il 20% in meno e offre 5000 posti barca». Cagliari? «Seicentocinquanta. E siamo il quinto porto commerciale d'Italia». (m. g.)

 

La ricetta dell'agente
Maxi yacht,
un volano
per lo sviluppo
Lo sviluppo della nautica e del diportismo è stato uno dei punti fondamentali del programma dei due principali candidati sindaci della città: Massimo Zedda e Massimo Fantola. Non è un caso. Perché entrambi hanno capito che uno dei volani del turismo in città, è lo sviluppo del porto. Che deve diventare più attrattivo sul fronte dei servizi offerti e dei prezzi. «Il resto c'è già», spiega Filippo Trudu, uno dei fondatori della Karalis Yacht Services, una società che si occupa di dare assistenza specializzata ai maxi yacht.
«Cerchiamo di attirare il traffico dei panfili sul porto cittadino», spiega. L'unico che nel sud Sardegna può ospitare barche anche da 70 metri. Che per ormeggiare hanno bisogno di un fondale profondo. Ma il Portus Karalis ha anche altri vantaggi. «È al centro di molte rotte, dunque molto comodo per il traffico internazionale, soprattutto per i maxi yacht che passano l'inverno ai Caraibi: preferiscono transitare a Cagliari rispetto alle Bocche di Bonifacio». E poi, soprattutto, alle spalle ha la città. Basta attraversare via Roma per essere ritrovarsi in centro.
Ma il Portus ha ancora molto da lavorare per arrivare a essere competitivo su scala internazionale. Perché il “mercato dei porti” è molto più globalizzato di altri. «È una marina nata da poco che deve ancora svilupparsi in molti settori», spiega l'imprenditore marittimo, «ma sono limiti dati dall'età, che si superano facilmente specie con una sinergia con l'Autorità portuale e con maggiori accorgimenti». Manco a dirlo sul fronte dei servizi. «Ad esempio uno yacht d'inverno non può ormeggiare di notte, perché dopo una certa ora non c'è personale. Ma basta organizzare dei turni, e implementare la reperibilità».
L'affidabilità dei servizi è la cartina tornasole per capire l'affidabilità di un porto turistico. «I maxi yacht hanno bisogno di un'assistenza particolare, efficiente e preparata», spiega Trudu, «per questo facciamo arrivare in aereo tecnici per lavori di alta specializzazione». Se magari fossero sardi, non sarebbe meglio? (m. g.)