Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il Comune accende le ruspe

Fonte: L'Unione Sarda
9 agosto 2011

POETTO. Ignorato il calendario dei gestori, basato sull'ordinanza Floris

L'Edilizia privata prepara la demolizione dei bar

Che le ordinanze di sospensione delle demolizioni firmate da Emilio Floris non avessero alcun effetto si sa dalla ultima conferenza di servizi per i baretti del Poetto: a dirlo fu il dirigente dell'Edilizia privata, lo stesso servizio comunale che adesso prepara il progetto per la distruzione dei chioschi. Due funzionari del Comune stanno lavorando alla preparazione dei disegni e dei documenti necessari per bandire una gara d'appalto, che servirà a scegliere l'impresa più adatta per buttar giù le costruzioni abusive.
LE RUSPE IN ARRIVO Il Municipio dunque non aspetterà il 3 ottobre, data proposta dai titolari delle attività del lungomare per dare inizio alle demolizioni. Teoricamente le ruspe potrebbero arrivare sulla spiaggia già ad agosto, ma viste le ferie, i tempi necessari per preparare il bando e i tempi tecnici per assegnare l'appalto, il cantiere non dovrebbe aprire prima di metà settembre. E se ci fosse qualche ritardo, si arriverebbe proprio a ridosso del calendario proposto dal Consorzio Poetto service.
GIÙ TUTTI Ma visto che l'ordinanza di Floris non è stata considerata, a questo punto le ruspe potrebbero radere al suolo tutti i baretti, non solo i dodici del Consorzio che hanno partecipato alla conferenza di servizi per mettersi in regola: «L'ordine di demolizione del 2009 riguarda tutti. Anche perché l'indagine della procura, su cui si basa, riteneva fuori legge qualsiasi costruzione realizzata dal 1988 in poi, per mancanza del Pul», spiega Sergio Mascia, presidente del Poetto service. Quindi tutti i chioschi, tranne l'Otium (in fase di ricostruzione) a fine settembre - se non prima - potrebbero andar giù.
IL PUL Dunque senza l'approvazione del Piano di utilizzo dei litorali non potrà essere autorizzata nessuna ricostruzione. La Giunta Zedda prevede di approvare il regolamento entro settembre, ma i tempi potrebbero allungarsi. È quasi certo che arriveranno prima le demolizioni. O quelle del Comune, o quelle dei titolari dei chioschi. «Il nostro calendario è stato programmato a partire da ottobre. Non potevamo fare diversamente perché c'è l'ordinanza di Floris che ha sospeso fino al 31 settembre qualsiasi intervento. Non avremmo potuto proporre un crono-programma contro questo documento». Però in questo caso è stata la stessa amministrazione comunale a non tenere in considerazione il provvedimento dell'ex sindaco. E potrebbe portare a termine le demolizioni, a proprie spese e non più a carico dei baretti. «Aspettiamo una comunicazione dal servizio edilizia privata per capire se e quando arriveranno le ruspe».
Michele Ruffi

 

Il piano
Ricostruzioni,
nessuno
potrà iniziare
senza il Pul
Nessuna ricostruzione fino a quando non ci sarà il Pul. Il Comune sta rielaborando per l'ennesima volta il Piano di utilizzo dei litorali sul quale l'amministrazione Floris si era bloccata a lungo ed ha garantito che sarà pronto entro settembre. Questo però non significa che possa essere applicato.
Il piano infatti deve essere “adottato” dal Consiglio comunale e pubblicato all'albo pretorio per trenta giorni e nei successivi trenta possono essere presentate le osservazioni.
Poi commissioni consiliari e consiglio elaborano le controdeduzioni alle osservazioni e si passa alla “approvazione” definitiva. In seguito deve essere inviato alla Regione, Ufficio tutela del paesaggio, che ha 60 giorni per dare il parere di conformità o rinviarlo al consiglio con richieste di modifica. Se tutto filasse liscio, e nella pubblica amministrazione è quasi impossibile, il Pul entrerebbe in vigore a marzo-aprile del 2012 e i baretti potrebbero essere ricostruiti.
Da chi? Il Piano del litorale dovrebbe imporre una gara per affidare le concessioni demaniali marittime. E dunque tutto tornerebbe in ballo: non è detto che a ricostruire siano gli attuali concessionari e proprietari dei chioschi.
Secondo un'altra interpretazione però (quella, ad esempio, del Sindacato italiano balneari, che su questo sta trattando con il Governo) la proroga sino al 2015 concessa con il decreto Milleproroghe varrebbe comunque, in attesa della definizione di una procedura di infrazione avviata dall'Unione europea contro l'Italia proprio a causa dell'automatismo della proroga delle concessioni.