Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un'Autorità dei litorali

Fonte: L'Unione Sarda
4 agosto 2011

La proposta di Felice Di Gregorio, associato di Geomorfologia

 

Oggi oltre dieci enti decidono sulla spiaggia «Serve un'Authority che governi i litorali». Felice Di Gregorio, uno dei massimi esperti di ambiente costiero in Sardegna, docente associato di Geomorfologia al dipartimento di Scienze della terra dell'università, lo sostiene da anni. Lo fa perché sa quanto sia necessario intervenire, anche per fermare l'erosione. Ma farlo è difficile se sui litorali ci sono troppe competenze.
Sul Poetto, per dire, ci mettono bocca l'assessorato comunale all'Urbanistica, che fornisce le autorizzazioni edilizie, progetta strade e sovraintende al Piano del litorale che approva il Consiglio; quello al Turismo e Attività produttive rilascia le autorizzazioni commerciali, gestisce la grigliatrice, assegna gli appalti per il salvamento e per la pulizia dei bagni. I Servizi tecnologici devono svuotare i cestini dall'immondizia e fornire i mezzi per la pulizia, il Patrimonio ha la delega del demanio marittimo e rilascia le concessioni. Poi c'è la Regione: il Corpo forestale (assessorato all'Ambiente) previene e persegue reati ecologici, il Servizio tutela del paesaggio (Urbanistica) e i Lavori pubblici sovraintendono alla strada e a parti di Marina Piccola. La Capitaneria di porto ha competenza dal bagnasciuga in poi, la Asl si occupa di igiene, il ministero della Difesa dei suoi stabilimenti con le stellette. Poi c'è il Genio civile opere marittime: bisogna chiedere la loro autorizzazione per far transitare un trattore sulla spiaggia. Un groviglio.
Per Di Gregorio, dunque, servirebbe un'Autorità che governi tutti questi aspetti. Difficile, in concreto. Tanto è vero che non si fa.
Più facile, forse, mettere tutti attorno a un tavolo e, nella consapevolezza di dover curare un malato grave, provare a trovare una soluzione condivisa, anche perché nel corso degli anni questi fenomeni sono destinati ad aggravarsi a causa dei cambiamenti climatici. Occorre una seria ricognizione della situazione, un'analisi dei rischi e poi bisogna decidere quali sono gli interventi prioritari da attuare attraverso interventi consistenti. «Ho sempre sostenuto che di questi problemi dovesse farsi carico il Piano di assetto idrogeologico», ribadisce da sempre Di Gregorio: «da lì si poteva partire».
Al momento c'è una cosa che si potrebbe fare, in tempi rapidi, per limitare l'erosione: «Ricostruire tutto il sistema dunale, magari portando sabbia dalla Tunisia», suggerisce Gaetano Ranieri. O favorendo la naturale rigenerazione con palizzate e passerelle. (f. ma.)