Piazza San Benedetto
L'arancione lampeggia in continuazione. «Ma come faccio ad attraversare se le macchine arrivano da tutte le parti», sbuffa Antonio Mereu, 67 primavere, busta della spesa in mano, alle prese con il problema di attraversare l'incrocio tra via Dante e via San Benedetto. Già, la rotatoria. «Della discordia», tuona Emilia Boi che cerca di bloccare il traffico per poter raggiungere l'altro lato della strada di via Paoli.
Una mattina qualunque, in via San Benedetto, alle prese con la rotatoria, le macchine in colonna, e poi loro: i pedoni. «Si stava molto meglio quando c'erano i semafori», scandisce a voce alta una ragazza mentre cerca di schivare le auto che a velocità sostenuta si immettono nella corsia gialla che porta in via Puccini.
RITORNO AL PASSATO Un ritorno al passato insomma, agli anni Cinquanta per una delle vie più trafficate del capoluogo. Un passato remoto che non piace, almeno per ora (i lavori della rotatoria di San Benedetto saranno completati fra circa tre mesi). Scontenta i commercianti della zona, i residenti che si ritrovano con parcheggi ancora più limitati, e poi tutti quelli che devono semplicemente passare da un marciapiede a un altro. Perché i punti ad alto rischio per quelli che non usano l'auto e preferiscono andare a piedi al mercato e non solo, sono ben cinque: via San Benedetto, via Puccini, via Paoli, via Manzoni e via Dante. Cinque snodi, altrettante strade dove prima di martedì, giorno dell'inizio dei lavori della grande rotatoria (il diametro raggiunge i 30 metri ma col tempo potrebbe essere ridotto a 25 per poter ospitare qualche parcheggio sui lati), il passaggio dei pedoni era scandito dal verde o dal rosso dei semafori. Per, ora, invece, il semaforo sembra più un oggetto d'antiquariato. Quasi vintage. Ma per i pedoni che anche ieri continuavano a fissarlo sperando nel loro turno di transito i disagi sono solo all'inizio. C'è chi preferisce attraversare via Dante-Manzoni di corsa e chi invece preferisce aspettare anche qualche minuto sperando nel buon cuore di un automobilista. Altri pedoni cercano conforto nell'aiuto di chi come loro è fermo a osservare il movimento veloce delle auto. Certo è che i pedoni, ora, non si sentono tutelati.
Nicola Pisu