Rassegna Stampa

Sardegna 24

Demolizione chioschi «Ricorreremo al Tar»

Fonte: Sardegna 24
25 luglio 2011

 I gestori pronti a reagire se venissa respinta la richiesta di calendarizzazione dei lavori

 

 Almeno nelle prossime settimanele ruspenonpasseranno per il Poetto. Perché, se anche il Comune non dovesse accogliere la calendarizzazione proposta dai gestori dei chioschi, gli stessi gestori sarebbero pronti a ricorrere al Tar, per richiedere la sospensione del provvedimento. Convinti, peraltro, di avere la meglio. «Abbiamo fatto di tutto - ha detto ieri il presidente del consorzio Poetto service, Sergio Mascia - abbiamo convinto tutti, sindaco e dirigenti compresi, del fatto che le demolizioni in piena stagione estiva avrebbero solo creato disagi». Non solo, la maggior parte dei baretti ha già ridotto in parte le strutture esistenti. «A questo punto - ha aggiunto - è solo una questione di buonsenso». Quantoai gestori, «sono amareggiati». Senza contare il fatto che un programma di demolizione già esiste. Ed è quello presentato dai titolari dei baretti e che prevede la partenza dei lavori in due tornate. Quella del tre e del diciasette ottobre. I chioschi che avranno a che fare con le ruspe sono undici: la Sella del diavolo, il Palm beach, la Lanterna rossa, il Twist, il Capolinea, il Miraggio, il Calypso, il Corto Maltese, il Fico d’India, la Dolce vita e l’Ara macao. Tra questi, i primi cinque affronteranno la demolizione/ ricostruzione a partire dal 3 ottobre e ne avranno fino al 31. Gli altri saranno rimossi a partire dal 17 ottobre. Perché allora la questione è stata riaperta? Durante la conferenza di servizi di giovedì scorso, in pratica, i dirigenti dell’Edilizia privata hannodato parere negativo sulla validità dell’ordinanza di maggio dell’ex sindaco Emilio Floris, che metteva i baretti al riparo almeno fino a ottobre di quest’anno.Nonha valore l’ordinanza di maggio, ma resta valida quella - di demolizione esecutiva - del novembre 2009, in grado di revocare anche la concessione dello spazio sull’arenile. L’ha spiegato, proprio nel corso della conferenza di servizi, il dirigente Clara Pala: «Il cronoprogramma presentato in data odierna prevede che l’avvio dei lavori di demolizione degli esistenti chioschi inizierà il 3 ottobre 2011 e che la conclusione avverrà entro il 31 ottobre 2011, è necessario, però precisare che quanto proposto nel documento presentato in data odierna non incide sull’efficacia delle ordinanze dirigenziali del servizio Edilizia privata del novembre 2009 che già ordinano la demolizione di tutti i manufatti non assentiti». Tanta confusione, quindi. Come se non bastasse, si aggiunge il capitolo della ricostruzione per la quale si attende il piano di utilizzo dei litorali (il Pul mai approvato in 23 anni) senza il quale ricostruire i chioschi sarà impossibile. (ro. mu.

NEI BARETTI. I TITOLARI DEPRESSI: «IL POETTO ORMAI È IN AGONIA» 

Demolizioni o meno, i gestori dei chioschi sono depressi. Quella della conferenza di servizi è solo la ciliegina sulla torta. Neanche si curano troppo della notizia: l’ordinanza di Emilio Floris per rimandare le demolizioni a ottobre non ha valore, quindi ha effetto quella - esecutiva - del 2009, che invece prevedeva ruspe subito. Una notizia poco chiara che racconta, per i gestori, qualcosa di illogico e confuso, che non hanno più voglia di analizzare. Sono amareggiati. «Un giorno dicono una cosa, che il giorno dopo diventa un’altra», si lamenta la titolare del Miraggio, «e intanto gli affari vanno malissimo. Non abbiamo più il palco, la musica è quasi vietata, ci hanno tolto pure il Mondo Ichnusa, avete presente quanti introiti in meno abbiamo? ». Per i gestori dei baretti il Poetto è in agonia. C’è chi di lasciare «questo posto», proprio non ne vuol sapere. «Noi lavoriamo tutto l’anno, soprattutto in primavera e autunno, e siamo qui da trent’anni», dice la titolare della Lanterna Rossa, dove per dodici mesi si gioca a beach tennis. Massimo Magnoè entrato da poco nel circuito dei gestori del Calypso ed è sbalordito. Non è sardo ma è sposato con una sarda: «Sono un ingegnere civile quindi queste ordinanze di demolizione non m,i trovano impreparato. Ma, l’atteggiamento delle istituzioni nei confronti di questa spiaggia è castrante, frutto di ragionamenti che non tengono conto delle esigenze e dello sviluppo della zona». Non si capacita di vedere ogni tanto le forze dell’ordine entrare nel suo locale e rilevare misure «senza chiedere nemmeno il permesso, come se noi non esistessimo neanche. Eppure siamo noi a rimetterci. L’altra sera, ad esempio, il gruppo musicale l’ho pagato io di tasca e non certo con i guadagni della serata»