Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Arte, riforma contro la crisi

Fonte: L'Unione Sarda
18 luglio 2011

COMUNE. Frongia, consorzio Camù: «Serve un ripensamento del sistema museale»

 

Il nuovo appalto sarà a costo zero. Reggono le presenze Gli anni d'oro, quelli di Picasso e Dalì, migliaia e migliaia di visitatori per una sola mostra, sono lontani. Ma complessivamente il sistema regge: nei primi sei mesi dell'anno i centri d'arte comunali Exmà, Ghetto degli ebrei e Castello di San Michele hanno collezionato 7.393 presenze. Un conto che sale quasi a 20.000 visitatori se si aggiungono le due torri (quella dell'Elefante e di San Pancrazio) gestite anche queste da Camù (attraverso la società Itinerarte), cioè il consorzio che dal lontano 2003 ha ricevuto in affidamento gli spazi del Municipio. Il primo contratto prevedeva un impegno per tre anni, poi l'amministrazione Floris scelse di allungare la convenzione. Prima con delle proroghe semestrali, poi (le ultime) con atti trimestrali.
L'ASSESSORE Ed è soprattutto ai tre centri comunali a cui si riferisce l'assessore alla Cultura Enrica Puggioni quando parla (dal giorno del suo insediamento) di «una riprogrammazione della politica culturale della città». Un punto su cui è d'accordo lo stesso Fabrizio Frongia, presidente di Camù: «Serve un ripensamento complessivo del sistema, soprattutto ora che dovremmo prendere le misure ai tagli, che nel nostro settore sono stati pesantissimi».
I COSTI Quindi non è escluso - anzi: è sempre più certo - che il prossimo bando di gara per l'affidamento dei centri culturali abbia un costo molto vicino allo zero. Fino ad ora, il progetto proposto dal consorzio nel 2003 è andato avanti grazie a circa 900 mila euro, così divisi: 400 mila da parte della Regione, 340 mila dal Comune, il resto finanziato da Camù. Che, ad esempio, ha coperto una parte delle spese assegnando in sub-concessione il bar dell'Exmà. Un modello che nel futuro potrebbe essere replicato, visto che i fondi pubblici scarseggiano e in qualche modo gli stipendi vanno pagati: il consorzio dà lavoro a 47 persone, di cui 39 direttamente impiegate nei centri comunali.
L'IDENTITÀ Ma oltre alla riorganizzazione dei costi e della gestione, è ormai certo che Exmà, Ghetto e Castello di San Michele avranno un'identità più marcata. Se l'assessore parla di «differenziazione degli spazi», Frongia rilancia: «Ogni centro deve avere una vocazione precisa. Non devono essere più contenitori indifferenziati. Faccio un esempio: il Lazzaretto potrebbe ospitare tutte le esposizioni sull'etnografia, e via dicendo. Solo così si ottiene un progetto riconoscibile e utile al turismo, che non è ancora quel volano che tutti si aspettano. Viviamo ancora di cultura diffusa dei sardi».
MONUMENTI APERTI E anche se Frongia spiega che Monumenti aperti «non è replicabile più di una volta all'anno», il concetto di un polo museale «integrato» rappresenta la base per il futuro. «Bisogna pensare alla città come un sistema unico, e trovare il modo di assicurare il personale che sia in grado di rendere accogliente e illustrare il monumento». Un sistema dove chiunque, magari i turisti, possano visitare la Cattedrale o l'Anfiteatro romano senza il rischio di trovare le porte chiuse.
Michele Ruffi