Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Gli inquilini: «Non possiamo lasciare i nostri figli sulla strada»

Fonte: L'Unione Sarda
18 luglio 2011

VIALE REGINA ELENA. Quattro famiglie hanno occupato di nuovo l'ex scuola elementare Mereu Abusivi con giardino. In centro

 

  
Vedi tutte le 4 foto Abitano in quattro villette (una per famiglia) al centro della città. Un sogno per molti, ma non per loro. Hanno l'energia elettrica, l'acqua e, in giardino, una piscina gonfiabile. Sono gli abusivi dell'ex scuola Mereu, in viale Regina Elena, entrati due mesi fa nella struttura e ansiosi di trovare il prima possibile una sistemazione stabile. Sgomberati dalla Municipale, sono rientrati dopo qualche giorno. Da allora nessuno li ha più disturbati.
TESTIMONIANZE «Ho un bambino e ho problemi fisici, tanto che porto il busto 24 ore su 24», dice Silvia (come gli altri non fornisce il suo cognome), che abita là con il convivente. «Purtroppo non mi hanno riconosciuto alcuna invalidità nonostante abbia fatto presente la mia situazione. Da quando siamo qui ci siamo attivati per rendere la struttura presentabile, dato che prima del nostro ingresso questo posto era invivibile».
L'INGRESSO Le quattro famiglie, sapendo che quell'immobile era abbandonato e considerando la loro situazione, hanno deciso di entrare nell'ex scuola due mesi fa. «Quando siamo arrivati non c'era nessuno e il cancello era aperto», prosegue la ragazza, «poi è arrivato un guardiano e probabilmente è stato lui a chiamare la Polizia Municipale per mandarci via. Noi ce ne siamo andati ma siamo rientrati dopo poco tempo, e da allora nessuno ci ha più detto mezza parola. Anzi - conclude - ci avevano annunciato la visita degli assistenti sociali del Comune, ma non si è mai presentato nessuno».
DIFFICOLTÀ «Ho una figlia che non può camminare e sono disoccupata», spiega Monica, che vive in un'altra dependance dell'ex scuola, con il convivente. «Prima abitavo in un'altra casa, in affitto, ma ora non mi posso permettere di pagare 500 euro al mese». E ancora: «Siamo in graduatoria per le case popolari, ma ci sono altri prima di noi. Questo edificio, quando siamo entrati, era in condizioni pessime, noi l'abbiamo reso accogliente».
LAVORI Gli inquilini dell'ex scuola hanno anche realizzato opere murarie. «All'interno l'ex scuola era fatiscente. E abbiamo fatto tutto a spese nostre», dice Massimo, «in realtà abbiamo anche acquistato l'arredamento, pagato da noi, e non prendiamo neanche sussidi per i nostri bambini». Il ragazzo ha una richiesta, la solita: «Chiedo solo una sistemazione adeguata per la mia famiglia. Fino a quando siamo noi adulti a pagare è un conto, ma se c'è una bambina di mezzo sono obbligato a fare tutto quello che è necessario per farla vivere nelle migliori condizioni. Di sicuro non ho nessuna intenzione di farla stare in mezzo a una strada».
Il cancello che garantisce l'accesso alla struttura è spesso aperto, ma nessuno di loro ha paura: «Non abbiamo alcun timore, qua dentro siamo al sicuro».
Sotto l'ex scuola, sempre in viale Regina Elena, ci sono altre due costruzioni occupate abusivamente da famiglie. In una di queste fino a qualche anno fa c'era un locale notturno, il Charanga. Il giardino è enorme. Non a caso gli inquilini annunciano che andrebbero via solo in cambio di una sistemazione «adeguata»: «Qui stiamo bene. Per ora siamo a posto così».
Piercarlo Cicero