Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poetto, chi paga i danni?

Fonte: L'Unione Sarda
15 luglio 2011

IL PROCESSO. La Cassazione rinvia la decisione alla corte d'appello civile

Ribaltata la sentenza su Provincia e impresa

I reati sono prescritti, il ricorso della Procura generale contro la sentenza del 22 dicembre 2009 è respinto. Sotto il profilo penale nulla cambia: nessun colpevole. Però, la sentenza della Suprema corte stravolge il verdetto d'appello perché, nell'accogliere il ricorso della Provincia e dell'associazione temporanea d'imprese che ha eseguito i lavori, rimette in discussione una circostanza: chi deve pagare per i danni causati dal ripascimento della spiaggia del Poetto?
In sede penale i giudici avevano stabilito che Provincia e impresa dovessero versare il risarcimento insieme agli imputati che non è stato possibile assolvere perché non c'era la assoluta evidenza della loro innocenza. Ora, invece, gli atti vengono trasmessi alla Corte d'appello civile che dovrà affrontare il merito della questione per stabilire se la Provincia e l'impresa siano responsabili del disastro ambientale (la Corte d'appello penale non si era soffermata perché i reati erano prescritti).
DECISIONE CLAMOROSA Gli avvocati Leonardo Filippi e Francesco Atzori parlano di «grande successo», in effetti la decisione della Cassazione rimette tutto in discussione. Alla fine il rischio è che non debba pagare proprio nessuno. Sì, perché la Corte d'appello civile dovrà ancora valutare se e quanto debbano pagare gli imputati, salvati nel penale solo dal trascorrere del tempo. In sostanza: erano trascorsi sette anni e mezzo dalla fine dei lavori e non c'era la prova della assoluta innocenza dell'ex assessore provinciale ai Lavori pubblici Renzo Zirone, dei componenti della commissione di monitoraggio Andrea Atzeni, Paolo Orrù e Giovanni Serra, del direttore dei lavori Salvatore Pistis, del dirigente della Provincia Andrea Gardu, del coordinatore del progetto Lorenzo Mulas, del legale rappresentante dell'associazione di imprese che ha eseguito i lavori Piergiorgio Baita. Così i giudici avevano dichiarato prescritti i reati di danno ambientale, falso, abuso d'ufficio e danneggiamento. Esclusi Atzeni, Orrù e Serra, per gli altri restavano confermate le statuizioni civili, cioè le condanne al pagamento del danno, da quantificare davanti a un altro giudice.
LA DRAGA DELLE POLEMICHE Vicenda infinita quella giudiziaria legata al ripascimento: tutto era cominciato l'8 marzo 2002 con i primi sversamenti sull'arenile di sabbia pescata in mare dalla draga Antigoon. Il 4 luglio 2008 il Tribunale aveva condannato Zirone, Atzeni, Orrù, Serra, Pistis, Gardu, Mulas e Baita. Il presidente della Provincia Sandro Balletto, processato con l'abbreviato, era stato invece assolto in appello dopo una condanna a dieci mesi in primo grado mentre al biologo Bruno Aschieri erano stati inflitti sei mesi.
M. F. Ch.

 

La storia
Undici anni
di inchieste
E la spiaggia
si consuma
È l'otto marzo del 2002 quando la draga olandese Antigoon inizia a riversare sulla spiaggia sabbia e sassi risucchiati in mare aperto e risputati su ciò che restava dell'arena bianca e sottile che nessun luogo al mondo poteva vantare di avere in città. Dodici giorni e 360 milioni di metri cubi dopo il litorale non è più lo stesso. È profondo e ampio, ma nero, l'acqua è torbida.
Uno shock. I cagliaritani osservano sconvolti, gli ambientalisti gridano al disastro, i politici si scannano sulle responsabilità. L'inchiesta penale è inevitabile. Le indagini durano tre anni, due il processo di primo grado, uno e mezzo l'appello. Sommando i tre mesi trascorsi fra il deposito degli atti e la richiesta di rinvio a giudizio ed i quattro per l'udienza preliminare, la vicenda processuale penale che vede protagonisti politici e tecnici responsabili dei danni alla spiaggia dura poco più di sette anni. Troppi. La prescrizione è inevitabile.
Ma non impedisce che ambientalisti, Comune, Provincia, Regione e Demanio chiedano i danni in sede civile. Che vengono quantificati in primo e secondo grado. Si salvano i componenti della commissione di monitoraggio Andrea Atzeni, Paolo Orrù e Giovanni Serra che in primo grado non erano stati condannati al risarcimento del danno. Non l'ex assessore provinciale ai Lavori pubblici Renzo Zirone, il direttore dei lavori Salvatore Pistis, il dirigente della Provincia Andrea Gardu, il coordinatore del progetto Lorenzo Mulas, il legale rappresentante dell'associazione di imprese che ha eseguito i lavori Piergiorgio Baita. Costretti a ricorrere per Cassazione, per evitare che la condanna civilistica diventasse definitiva. Ieri la Cassazione si è pronunciata: parte del processo civile d'appello è da rifare. La giustizia non ha ancora concluso il suo percorso. Intanto il mare si è ripreso buona parte della nuova spiaggia. (f.ma.)