I lavoratori chiedono la stabilizzazione e minacciano di riaccamparsi con una tenda davanti al Municipio
Pronti a rioccupare via Roma. I precari del Comunenonsi arrendono. Dopo l’approvazione di una legge regionale che finanzia (e regola) le stabilizzazioni nella pubblica amministrazione, attraverso nuovi concorsi, i sindacati si sono rivolti alla Giunta per chiedere unincontro: «e senon ci riceveranno », minaccia Luca Locci, della Cgil Funzione bubblica della provincia di Cagliari, «siamo pronti a rimontare le tende in via Roma». Secondoi calcoli della Cgil sono diventati poco meno di un migliaio negli ultimi 2 anni i precari degli Enti Locali in Sardegnache rientrano nelle prerogative per la stabilizzazione previste dalla legge regionale del 7 agosto 2009. Il provvedimento, tuttavia, ha scatenato e ricorsi alla Corte Costituzionale da parte del Governo. Il consiglio regionale, accogliendo le osservazioni della Corte Costituzionale, modifica e integrando la norma il 19 gennaio scorso con un’altra legge. E col collegato al lavoro del 30 giugno la Regione ha fornito un’interpretazione sulla metodologia per avviare e attivare la stabilizzazione dei lavoratori precari negli Enti Locali. «Circa un migliaio di lavoratori precari, in tutta la Regione, si sono visti aprire la porta di un posto di lavoro stabile», spiega Luca Locci, «oggi spetta ai Comuni e alle Provincie attivare i tavoli di contrattazione con le organizzazioni sindacali per delineare il percorso di stabilizzazione dei lavoratori precari. Questi lavoratori precari sono quasi tutte persone che hanno lavorato presso i cantieri regionali finanziati negli anni dalla Regione e attivati dagli Enti Locali, questi lavoratori», conclude, «sono tutte persone over 45 e la maggior parte di loro sono donne, diverse sole con figli e con diversi problemi sociali». Giovedì scorso la Funzione Pubblica Cgil di Cagliari, si è attivata inviando una richiesta d’incontro a tutti gli Enti Locali della Provincia:«nonsi capirebbero più nuovi ricorsi o volontà politica di non stabilizzare. Il consiglio regionale», aggiunge, «ha legiferato con una nuova normativa, recependo le osservazioni della Corte dei Conti adesso si attendono risposte». Si dirà: ma i soldi? In cassa ci sono 4 milioni di euro più un contributo di pari importo che devono integrare gli Enti Locali. In totale dunquei precari possono contare su 8 milioni di euro per3anni per complessivi24 milioni di euro. Mentre un altro punto importante di questa norma sono le deroghe ai limiti posti in materia di spesa e di organici negli enti locali. Insomma non ci sono più scuse, i precari vogliono la stabilizzazione. «Adesso la Funzione Pubblica Cgil di Cagliari è pronta allamobilitazione di tutti i precari», spiega Luca Locci, «in tutte le forme di lotta e tutela in caso nonvengano date risposte occupazionali certe e in tempi rapidi ». In città i precari sono circa un centinaio e nella giunta comunale sperano nel sindaco Massimo Zedda e nel nuovo assessore al Personale Luisa Sassu, arriva dalla Cgil cagliariatanaed è funzionario amministrativo della Questura: sindacalista e dipendente pubblico. La vicenda dei precari al Comune era esplosa negli ultimi mesi del 2009, quando una trentina di loro, dopo numerose proteste puntuali ad ogni seduta del consiglio comunale, decisero di piantare le tende primadavanti all’ingresso di palazzo Bacaredda sotto i portici di via Roma e poi in piazza Matteotti, sempre davanti al palazzo. Dopouna durissima manifestazione l’ex sindaco Emilio Floris fu contestato per la frase: «possono stare in tenda anche 30 anni». I precari lasciarono piazza Matteotti nell’aprile 2010, poco prima della sagra di Sant’Efisio, con la promessa di un’occupazione nei cantieri comunali. Ora la crisi potrebbe riesplodere.