Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Regione, Provincia e Comune divisi nel processo sul Cacip

Fonte: L'Unione Sarda
5 luglio 2011

TRIBUNALE. Costituzione in giudizio

 Vedi la foto In vista della battaglia giudiziaria i contendenti affilano le armi. Ma i fronti sono divisi in modo sorprendente: da una parte la Regione, dall'altra la Provincia, in mezzo il Comune.
Dalla parte del Cacip - che contesta le nuove delimitazioni dei terreni demaniali e il piano regolatore del porto - insieme alla Provincia ci sono i comuni di Sestu, Sarroch ed Elmas, la Federazione italiana consorzi ed enti di industrializzazione, i consiglieri d'amministrazione del Cacip, il presidente e alcuni componenti del collegio dei revisori dei conti dello stesso consorzio.
A favore di Capitaneria di porto, ministero delle Infrastrutture, Provveditorato alle opere pubbliche, Agenzia del demanio, Autorità portuale si è, invece, schierata la Regione. Quanto al Comune di Cagliari, sta in una posizione neutrale, a meno di modifiche dell'ultim'ora dopo il cambio di guardia in via Roma.
Per domani è fissata un'udienza davanti al Tar che, però, slitterà al 5 ottobre per la discussione della causa nel merito.
La vicenda, sulla quale stanno indagando la Procura della Repubblica (usurpazione di potere, abuso d'ufficio e falso contro ignoti) e la Corte dei conti (danno erariale), è nota: dopo la nuova delimitazione delle aree demaniali nella zona portuale alcuni imprenditori, di fatto espropriati, e il Cacip, che aveva concesso i terreni ai privati, si sono rivolti al Tar. Insieme all'annullamento di quel provvedimento chiedono alle amministrazioni pubbliche un risarcimento danni pari a 160 milioni di euro. La risposta è stata affidata all'avvocatura dello Stato che, dopo aver letto tutte le carte, ha proposto un ricorso incidentale: il Cacip sarebbe un consorzio fantasma, senza alcuna legittimazione a sostenere una causa davanti al Tribunale amministrativo.
Nessuno dei comuni soci del consorzio ha mai deliberato la partecipazione al nuovo ente, quindi l'assemblea generale che ha eletto il presidente, secondo questa ricostruzione, è stata convocata irritualmente. Non solo: poiché lo statuto del Cacip non è mai stato approvato, il presidente non avrebbe alcun potere e il direttore generale sarebbe dovuto essere selezionato con un concorso pubblico.
M. F. Ch.