Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Giovani, senza lavoro o precari

Fonte: La Nuova Sardegna
4 luglio 2011



L’80% degli occupati con meno di trent’anni non ha un posto fisso



LA CRISI L’incertezza del futuro e un malessere crescente Il microcredito e il ruolo degli enti locali

CAGLIARI. La disoccupazione giovanile sfiora nell’isola il 45 per cento. Mentre gli occupati svolgono lavori precari: circa l’80 per cento. Che fare quindi? Molti decidono di «cambiare aria»: in altre parti d’Italia o all’estero. Si dice che le ragazze e i ragazzi non si adattano a fare tutti i mestieri. Ma basta fare un giro nei locali di ristorazione per rendersi conto del contrario.
Sono numerosissime le persone al di sotto dei trent’anni che cercano un lavoro per guadagnare qualche soldo e poter continuare gli studi o fare un’esperienza all’estro. Lo stesso dicasi per le professioni manuali: chi accusa i giovani di rifuggirle è ignaro dei tanti giovani che si ingegnano in mille modi (c’è anche una ragazza che disegna bigliettini da visita per occasioni tipo feste, compleanni, ecc.). Il tutto in un ambiente in cui le ragazze e i ragazzi che riescono a trovare qualche lavoro, debbono accontentarsi quasi sempre dei cosiddetti contratti atipici (collaborazione coordinata continuativa, a progetto ecc.). Molti giovani guardano con fiducia verso il nuovo sindaco Massimo Zedda, sia in quanto giovane, sia perchè sensibile al precariato: lo ha provato di persona per diversi anni (sino a quando è stato eletto consigliere comunale, prima, e regionale, dopo). Nella Giunta precedente, le Politiche giovanili erano finite nell’assessorato al Decentramento e affari generali. Per il momento il primo cittadino ha voluto tenere la delega per sè.
È notizia di ieri il nuovo bando regionale per il microcredito - per realizzare piccole iniziative economiche - con la possibilità di un finanziamento da 5mila a 25mila euro. A questi possono accedere anche giovani disoccupati, ma il problema è più vasto: in un ambiente come quello sardo e cagliaritano, che vede il settanta per cento circa dei lavori per le imprese provenire dal settore pubblico, non è semplice creare impresa. Occorrono regole chiare, infrastrutture e sinergie tra le varie istituzioni. Per il qui ed ora, in rapporto al precariato e pur non avendo competenze specifiche, anche l’ente locale può fare la sua parte: stimolando i settori in grado di produrre occupazione. Un passo importante è stato, in Comune, accorpare Attività produttive e turismo. I giovani attendono. (r.p.)

 

La storia di Giuliana che da cinque anni passa da un mestiere all’altro

Solo part time e impieghi sottopagati




PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI.Rispetto a un anno fa ci sono in Sardegna 14.000 disoccupate in più per un totale di 45.000. E la cifra tende ad aumentare. Inoltre il fenomeno della disoccupazione occulta spesso la cifra di chi non ha un lavoro stabile e il fatto che il ricorso a contratti flessibili colpisca soprattutto le donne. Il caso di Giuliana Deidda è rappresentativo: 24 anni, nata a Siliqua e abitante a Cagliari da cinque anni. Nonostante laurea, esperienza e spirito di iniziativa, non riesce a trovare una posizione lavorativa sicura e regolare. Giuliana è stata sempre a contatto col mondo del lavoro, anche durante gli anni universitari. «Ho svolto vari impieghi nei settori più diversi - racconta - ma in Sardegna sembra impossibile trovare un’offerta di lavoro decente, senza doversi piegare a part-time sottopagati, lavori stagionali e tirocini sempre gratuiti».
Una laurea non basta più per le esigenze dei datori di lavoro: le uniche possibilità sembrano essere la fuga all’estero, oppure un master ma, come assicura Giuliana, «certamente non a Cagliari». Dopo il suo primo approccio lavorativo come segretaria di seggio, Giuliana ha svolto diverse attività, tra cui commessa all’Oviesse di via Dante. Ma il contratto non ha superato l’anno. Dopo il suo Erasums in Svezia, dove ha lavorato come assistente di una professoressa in un liceo, ha trascorso alcuni mesi come cameriera in un chiosco del Poetto, prima, in un ristorante di Santa Maria Navarrese, poi. Mentre macinava esami ha portato a termine il tirocinio presso l’ufficio di mobilità studentesca. Prima del completamento della tesi ha fruito del programma di inserimento professionale per le 150 ore, lavorando come receptionist in una casa dello studente. Dopo la laurea è stato tutto un pellegrinare tra i call center e i negozi di abbigliamento di Cagliari. Ma i datori di lavoro non si fanno impressionare dal curriculum. Ultimamente Giuliana ha fatto un tirocinio in una casa editrice locale con un contratto a progetto. Ora la scelta: un altro contratto a progetto o andare a ingrossare le statistiche dell’emigrazione