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Una lettera aperta attraverso la quale riallacciare i rapporti con la città. Un mese dopo l'infausto esito del ballottaggio elettorale, Massimo Fantola ha scelto questa strada per rivolgersi ai cagliaritani: «Da qualche settimana abbiamo un nuovo sindaco e un nuova Giunta - scrive - alla maggioranza auguro buon lavoro, nella convinzione che prima di tutto venga l'interesse della nostra città». Non manca un pensiero alla minoranza consiliare: «A noi gli elettori hanno affidato il ruolo di controllo e stimolo, che dovremo esercitare in modo forte e credibile - continua - se vogliamo essere all'altezza di chi ha avuto fiducia in noi, ma soprattutto delle necessità complessive della città».
Fantola è convinto che il centrodestra abbia ancora molto da dare alla città, pur se costretto in posizioni di minoranza: «Sono convinto che il nostro lavoro non sia affatto terminato e che Cagliari possa e debba diventare un laboratorio di idee, aperto anche alla partecipazione di quella parte di città che si riconosce in noi. È per questo che - oggi più che mai - c'è bisogno di nuove disponibilità ed energie che diano struttura ed entusiasmo al nostro progetto e ci consentano di stare sempre in stretto contatto con i cagliaritani».
Il pensiero è rivolto soprattutto al partito che lui stesso ha fondato: «Sono convinto che sia utile che anche i Riformatori sardi cambino pelle e diventino uno strumento di partecipazione allargata: stiamo dunque ricostituendo il coordinamento cittadino per avvicinare alla politica una nuova classe dirigente, appassionata del futuro della città e disponibile a occuparsi in prima persona di cosa pubblica». L'appello è finalizzato a un coinvolgimento che dovrà essere propositivo: «Attendiamo un'iniezione di energie e idee nuove, che sono indispensabili perchè il gruppo consiliare dei Riformatori possa fare un lavoro buono e utile per Cagliari. Con questi obiettivi, spero che chiunque possa essere interessato a lavorare insieme mi risponda via mail all'indirizzo massimofantola@virgilio.it , non facendo mancare il suo contributo».