Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Monumenti sempre vivi»

Fonte: L'Unione Sarda
4 luglio 2011

Enrica Puggioni parla di Anfiteatro romano, integrazione e centri d'arte

L'assessore alla Cultura dice sì a un'altra moschea

È l'assessore più giovane della Giunta e spiega di aver accettato l'incarico senza grandi paure ma anche senza eccessi di presunzione: «Mi ritengo molto fortunata perché posso contare sull'esperienza di molte persone che mi affiancano, nell'esecutivo e non solo. Poi un certo timore aiuta a dare il meglio».
Enrica Puggioni, trentadue anni, laurea in Filosofia alla Ca' Foscari di Venezia, un lavoro all'Ufficio europeo dei brevetti a Monaco di Baviera, è una mitraglia di citazioni e aforismi, che usa per dare confini più precisi al suo pensiero. Il sindaco Massimo Zedda le ha affidato la delega alla Cultura, Pubblica istruzione, Sport e Spettacolo. Da abitante della Marina, con un presente da emigrata in Germania, conosce bene il concetto di integrazione delle culture, al quale preferisce quello di «dialogo tra le differenze».
Quale sarà la sua prima delibera?
«Credo serva una riprogrammazione della politica culturale della città, che punti alla valorizzazione del patrimonio artistico. Per raggiungere questo obiettivo servirà una collaborazione con gli altri assessorati, come ad esempio quelli al Turismo e ai Lavori pubblici. Prenderemo decisioni collegiali».
“Monumenti aperti” dimostra che Cagliari ha sete di cultura, ma la manifestazione dura solo pochi giorni.
«Appuntamenti come quello di Monumenti aperti non devono essere episodici. Abbiamo un vasto patrimonio, che deve essere visitabile, magari grazie a un dialogo con istituzioni e associazioni. Ma alcuni monumenti sono aperti tutto l'anno e non vengono visitati: serve un percorso integrato, ogni luogo deve essere inserito in una rete, con guide e spiegazioni complete. Le due torri, ad esempio sono visitatissime. Ecco: devono essere inserite in un percorso tematico all'interno del capoluogo».
Cagliari è diventata una città multiculturale.
«Il multiculturalismo è un valore. Ho vissuto in Germania dove l'immigrazione l'hanno conosciuta negli anni Sessanta. La cultura non può essere autoreferenziale, ognuno deve dare il suo apporto in un insieme di valori condivisi».
Da tempo si parla di una nuova moschea alla Marina.
«Lo dico da laica: la religione per me è molto importante e credo che il dialogo tra le fedi sia fondamentale. Creare un luogo di culto è giusto, ovviamente bisogna individuare gli spazi e niente deve essere calato dall'alto».
Quindi se gli abitanti del quartiere non fossero d'accordo...
«Non credo che i cittadini della Marina negherebbero una cosa del genere. Penso che si arriverebbe a un compromesso. L'incontro delle culture è decisivo, altrimenti è la cultura stessa a spegnersi. Come diceva Husserl: Io sono, perché c'è un altro che mi ascolta. Io amo la Marina perché è così colorata e viva».
Anfiteatro romano: sì o no agli spettacoli?
«È un monumento unico nel suo genere e va trattato come tale. Lo adoro, lì ho visto per la prima volta l'Aida, avevo sette anni. E la struttura era diversa da quella di oggi».
Quale può essere l'alternativa alle attuali tribune di legno?
«Questo non spetta a me dirlo. L'Anfiteatro può essere anche un luogo di spettacolo, ma le possibili soluzioni dovranno basarsi sui pareri della sovrintendenza ai Beni archeologici. E comunque non credo che l'arena sia in grado di ospitare grandi eventi da quattromila spettatori. I monumenti sono la nostra memoria storica, servono per raccontarci gli incroci di civiltà che sono avvenuti a Cagliari».
Cambierà qualcosa nella gestione dei Centri comunali d'arte? .
«Sicuramente va fatta una ricognizione, serve una differenziazione degli spazi all'interno di un programma organico. La mia filosofia è questa: voglio valutare, ragionare e prendere le decisioni, non sono una nichilista alla Nietzsche, non voglio per forza una distruzione di quello che è stato fatto in passato».
Michele Ruffi