Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Bidelli multati dai vigili

Fonte: L'Unione Sarda
4 luglio 2011

PACINOTTI. L'istituto li difende: «Contenitori mai forniti dal Comune»

Erba e carta nel cassonetto dell'indifferenziata

Al liceo Pacinotti la raccolta differenziata è un concetto astratto e i bidelli gettano i rifiuti nei cassonetti grigi. In buona fede, sia ben chiaro. La giustificazione, però, non è bastata a una pattuglia della Polizia municipale che ha multato un collaboratore scolastico dello Scientifico con un verbale da 167 euro più le spese di notifica. Una batosta che pesa ancora di più per la latitanza dell'istituto: non ha versato un centesimo per la contravvenzione nonostante la sua correità.
UNA STORIA CHE PUZZA Carlo Girlando, cagliaritano di 45 anni, da tempo è bidello nell'istituto di via Liguria. Guadagna poco più di mille euro al mese. Non un capitale, soprattutto per chi ha moglie e figlio. «Quando il preside del liceo mi ha chiesto se ero disposto a pulire il cortile della scuola da erbacce, bottiglie, buste di plastica e rifiuti di ogni genere non ci ho pensato sopra», racconta Girlando. Pronti via. «Un lavoro eseguito fuori dall'orario normale di lavoro. Straordinario, appunto. Giusto per arrotondare. Alla fine dei conti in busta paga il guadagno è di circa otto euro all'ora. Meglio di niente».
PULIZIE SALATE Il bidello con un collega armati di buste, guanti e tanta buona volontà si mettono all'opera. «Abbiamo tagliato l'erba incolta, raccolto bottiglie di vetro, lattine, buste di plastica e cartacce. Rifiuti che si sono accumulati in mesi di incuria negli spazi aperti dell'istituto». Sin qui tutto regolare. Ma il pasticcio è in agguato. «Abbiamo raggruppato i rifiuti per poi sistemarli dentro buste di plastica». Ora, bisogna smaltirle. Al Pacinotti, frequentato da centinaia di studenti, non esistono i cassonetti per la raccolta differenziata. Nonostante la montagna di spazzatura prodotta quotidianamente e gli appelli ripetuti al Comune, tutta l'immondezza finisce nel cassonetto grigio, quello dell'indifferenziata. E così è successo anche quel giorno. «Col mio collega abbiamo buttato le buste nel raccoglitore a due passi dal cancello d'ingresso della scuola». Ecco la sorpresa. «A un certo punto si affianca una pattuglia della Polizia municipale. Ci domandano cosa c'è all'interno e le apre. Mi chiedono i documenti e dopo averci spiegato che era vietato ci consegnano un verbale». La persona indicata a margine depositava all'interno del cassonetto dell'indifferenziata una busta contenente rifiuti di vario genere, vetro, plastica, carta di qualità (?) e frazione umida nonostante la zona sia servita dai relativi cassonetti . Tradotto, l'infrazione può oscillare da 100 a 500 euro, ma i poliziotti decidono di affibbiargli una multa da 167 euro. Girlando non si preoccupa più di tanto. «Pensavo in un rapido rimborso da parte della scuola. Non avevo certo colpe, i cassonetti sono dall'altra parte della strada e non ero autorizzato ad attraversarla». Sbagliava. «Nessuno, ci ha dato un centesimo. Hanno proposto anche una colletta, abbiamo respinto l'offerta sdegnati. È l'istituto che deve farsi carico dell'ammenda, è una questione di principio».
LA POLIZIA MUNICIPALE «Poco importa la carica di chi fa il conferimento. La norma va rispettata». Mario Delogu è il comandante della Polizia municipale. Non entra nel caso specifico, non conoscendolo, ma non ha dubbi sull'operato dei suoi uomini. «La prossima volta contattino il Servizio igiene del suolo, verranno a prendere i rifiuti direttamente all'istituto. Senza rischi».
L'APPELLO DEL PACINOTTI Preside e vice dello Scientifico sono impegnati negli esami. La guida del Pacinotti è affidata a Carla Equinozio. «Abbiamo sollecitato più volte il Comune affinché sistemasse i cassonetti per la differenziata all'interno dell'istituto. Mai un riscontro». Un'accusa non rivolta alla Giunta appena nominata dal sindaco Zedda. «Speriamo solo che il Comune ne prenda atto e che con l'aiuto di questa vicenda, che non so se definire comica o triste, risolva una volta per tutte il problema. Ne usciamo sconfitti anche dal punto di vista educativo».
Andrea Artizzu