Dal «vuoto urbano» di via Fara al recupero di 250 edifici
In un libro il piano di rinascita del rione Stampace rinasce, ma solo in un libro. Le nuove proposte e idee per un efficace piano di conservazione, riqualificazione e valorizzazione del rione storico arrivano dalla Facoltà di Architettura attraverso un'opera pubblicata dai docenti Caterina Giannattasio e Paolo Scarpellini. Centosessanta pagine edite dalla Gangemi, ricche di immagini, approfondimenti e comparazioni storiche, frutto dell'attività svolta durante i corsi triennali e i seminari incentrati sui temi del restauro e della conservazione.
La presentazione lunedì scorso nell'aula magna della Facoltà (in via Corte d'Appello) alla presenza del preside, Antonello Sanna. Un'occasione per parlare di secoli di storia architettonica del rione e del degrado in cui versa attualmente, con un solo obiettivo: «Proporre un programma operativo di manutenzione e tutela degli edifici superstiti».
Un piano di conservazione dell'intero quartiere, insomma, che sia «sommatoria e nello stesso tempo integrazione degli interventi di salvaguardia ambientale e di recupero edilizio ritenuti ammissibili e sostenibili nei 250 immobili che hanno formato il vasto campo di studio».
Tante le idee e i possibili scenari di recupero per i diversi punti nevralgici del rione, a cominciare dal «vuoto-urbano» di via Fara, per il quale sono state proposte soluzioni anche piuttosto ardite e fantasiose, come un mix funzionale di nuove residenze e servizi, oppure una piazza avveniristica ad uso pubblico caratterizzata da pareti ultraleggere in fibra di carbonio e pergolati in quota in grado di trasformarla in un «centro culturale ecologico». ( p.l. )