Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Un po’ di ossigeno per i ristoratori

Fonte: La Nuova Sardegna
28 giugno 2011



Difficoltà a pagare i debiti con Equitalia, allarme delle associazioni



COMMERCIO Il turismo aiuta ma è ancora insufficiente, diverse migliaia le aziende in fallimento

CAGLIARI. Cagliari commerciale e città turistica: molti negozianti e ristoratori sperano che questo binomio possa salvarli. Per il momento solo i ristoratori paiono «premiati» dall’inzio della stagione turistica. Buona risposta anche per i bed and breakfast. Ma i problemi generali restano. E i commercianti risentono della crisi generale e della contrazione sulle spese.
Le imprese del settore commerciale sono ancora in forte crisi. Sino a pochi mesi fa 33.956 aziende della provincia erano indebitate con Equitalia per due miliardi e 232 milioni di euro. Una cifra enorme che dice anche che in un anno il sistema impresa della provincia ha incrementato i debiti del 24 per cento, con un aumento dell’11 per cento delle aziende «in rosso». E di queste ben 1.192 sono fallite. Si tratta di numeri drammatici. I commercianti hanno chiesto l’abolizione delle sanzioni del trenta per cento, degli interessi e delle more, e di ogni spesa accessoria da parte di chi è diventato moroso con le agenzie delle entrate nei pagamentio delle cartelle esattoriali o nell’Inps per quanto riguarda i dipendenti.
Il problema delle tasse non pagate, affermano gli esperti («quando si tratta di numeri così elevati come quelli della provincia»), non può essere addebitato solo a tentativi «di fare i furbi» ma anche e soprattutto a difficoltà oggettiva. Nello stesso tempo, spesso vi sono ritardi nei pagamenti da parte del pubblico, con tutti i danni che ne seguono considerando che il 75 per cento di quello che si produce (nel settore manifatturiero) proviene, come finanziamento, dal pubblico allargato. Il piccolo imprenditore, ma anche il medio si trovano di fronte alla necessità di pagare i loro fornitori e questi, a loro volta, di saldare i dipendenti o altri fornitori.
La giunta comunale guidata da Massimo Zedda si è insediata da pochi giorni e la scelta di accorpare in un unico assessorato Attività produttive e Turismo è stata solutata positivamente dalle associazioni dei commercianti. Intanto sono cominciate le iniziative estive legate allo shopping. E gli operatori hanno già incontrato l’assessore comunale competente Barbara Argiolas. «Noi siamo fiduciosi ma aspettiamo di vedere le prime decisioni», precisa Roberto Bolognese, responsabile provinciale della Confesercenti. (r.p.)

 

Folla serale ma affari in flessione

La movida cresce alla Marina, ma i prezzi non sono concorrenziali




PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI. Siamo nel pieno della stagione turistica ma i negozianti rimpiangono tempi migliori. I ristoratori del centro calcolano flessione degli affari del 20 per cento. I turisti ci sono, ma non si vedono: gli esercenti parlano del 15 per cento in meno rispetto alla stagione d’oro del 2009 e le strade parlano chiaro: c’è meno gente in giro. Nonostante tutto qualcosa si salva: i risultati più confortanti sia per negozianti che per ristoratori si registrano nel quartiere Marina. La pedonalizzazione ha certamente aiutato lo sviluppo di quest’area, che si è guadagnata pienamente il titolo di centro della presenza turistica e del movimento serale della città. L’ambientazione caratteristica, l’assenza di auto e di smog, la vicinanza del porto, hanno reso quel groviglio di stradine un luogo perfetto per l’accoglienza turistica e per buona parte delle manifestazioni artistiche. Come conferma Andrea Bozzo, portavoce del consorzio Cagliari centro storico, oggi la città «ha finalmente l’aspetto di una meta turistica». I tavolini dei ristoranti all’aperto, sotto gli ombrelloni, che si espandono finalmente anche oltre piazza Yenne, sono indicativi: «Le strutture alberghiere - spiega Bozzo - sono ancorate ai ritmi del business e il fine settimana rimangono a mezzo servizio». Invece le strutture ricettive extra-alberghiere come i B&B spalmano la presenza dei turisti in tutta la città. Spesso infatti sono le attività più piccole che puntano sulla qualità a migliorare l’accoglienza. Ad esempio, il proprietario della gelateria artigianale Stefino, in via Dettori, spiega: «Il lavoro non manca soprattutto nel pomeriggio e i clienti ci sono, turisti e non». Se le strutture alberghiere si rivolgono a chi viaggia per lavoro, l’unico ostello di Cagliari, l’Hostel Marina, monopolizza i viaggiatori giovani ed autonomi assicurandosi il tutto esaurito da aprile ad ottobre: «La Marina piace ai turisti - assicura Jason, un gitante sudafricano - ma il prezzo medio del pernottamento è più elevato delle altre città europee. Inoltre per usare la mia carta di credito mi son dovuto rivolgere all’ambasciata».

 

E nel settore dell’abbigliamento si spera nel salvagente dei saldi




CAGLIARI. I commercianti parlano chiaro: la crisi economica si sta avvertendo ora più che mai. Il turista sbarca-e-fuggi non agevola i negozi del centro, gli unici che potrebbero trarre vantaggio dall’arrivo di croceristi e vacanzieri. Roberto Bolognese, presidente provinciale Confesercenti, spiega: «La variabile meteorologica per ora non ha aiutato. Speriamo nei saldi, che inizieranno il due luglio e che daranno una boccata d’ossigeno a chi ha la cinghia stretta, ma penalizzeranno il settore perché si restringe sempre di più il periodo di vendite pulite».
Franco Fozzi, vicepresidente di Confcommercio Cagliari, invece sostiene che «il settore dell’abbigliamento non si è ancora ripreso dalla parabola negativa e di turisti, se ce ne sono, certamente preferiscono spendere il loro budget per cenare all’aperto o per una gita». La tendenza è confermata dai negozianti del centro, ristoranti quasi pieni e negozi vuoti. Resistono solo le attività di lusso ma le code alle casse si assottigliano. L’aeroporto registra un’ottima performance ma i turisti non restano in città: «Cagliari - come afferma Fozzi - deve diventare appetibile, deve offrire servizi combinati con un’offerta culturale degna delle altre città europee». Le navi da crociera non partono dal porto di Cagliari e restano attraccate per sole sei ore. Gli alberghi nel fine settimana sono mezzo vuoti, registrano punte di presenze del 70%, che per il periodo primaverile-estivo rappresentano un’amara sconfitta. (p.l.c)