Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Api al Bastione, operazione anti-alveare sul bar della terrazza

Fonte: La Nuova Sardegna
27 giugno 2011

Due rimossi, uno “affogato” col poliuretano nel granito






Gli sciami di api hanno preso d’assalto il bastione e la Pavan costruzioni blocca i lavori di messa in sicurezza.
Ieri, un apicoltore di Escalaplano si è cimentato nell’impresa di rimozione degli alveari a diciotto metri d’altezza.
I clienti del Caffè degli Spiriti avevano notato ultimamente un’eccessiva presenza di api durante la pausa caffè e l’aperitivo, e la ditta Pavan, incaricata dal Comune per la messa in sicurezza del cornicione del bastione, recintato ormai da mesi, ha dovuto sospendere la manutenzione a lavori quasi compiuti; causa tre alveari proliferati tra gli interstizi dei blocchi della facciata del monumento.
I gestori del Caffè degli Spiriti, considerata la difficoltà nel reperire dei tecnici disponibili per un’operazione a tali condizioni, hanno trovato in Stefano Lai, pastore ed esperto apicoltore, la soluzione al problema.
Sono rari, infatti, gli apicoltori che si presterebbero a lavorare sospesi a venti metri d’altezza, o su di una piattaforma elevatrice. Il lavoro non è stato facile e neppure rapido; le operazioni sono iniziate alle otto di ieri mattina e sono terminate alle quindici, e la potatura fuori stagione dei Ficus di via Regina Elena, ha reso le operazioni più soleggiate. Due dei tre alveari, formatisi nella parete della porta secondaria della passeggiata coperta, sono stati rimossi.
Mentre il terzo, localizzato vicino al capitello davanti a piazza Giovanni Marghinotti, è stato purtroppo bloccato col poliuretano espanso, perché il blocco di marmo era troppo pesante, quindi impossibile da spostare. I primi due sciami sono stati invece attirati nelle arnie; l’apicoltore è riuscito ad individuare la regina madre di entrambi gli alveari e quindi convogliare le api operaie nel favo artificiale.
Stefano Lai, oltre agli sciami, è riuscito a recuperare anche interi pezzi degli alveari bloccati nella pietra; «è per far lavorare di meno le api - spiega - esistono macchinari capaci di centrifugare la cera per levarne il miele, così le api possono riutilizzarlo risparmiando fatica». Negli ultimi anni, in Sardegna, si registra solamente la presenza del sottotipo dell’apis mellifera italica, la “spinola”, dal nome del suo scopritore.
La Sardegna aveva un proprio ceppo endemico, catalogato dal professor Ignazio Floris, che diventa sempre più raro. «Ci sono poche possibilità di trovare qualche traccia di esemplari endemici - continua Lai - ma se ciò dovesse avvenire, sarebbe più probabile trovarne tra gli sciami spontanei, come in questo caso».
Alcune delle api sfrattate, verranno esonerate dalla produzione di miele biologico, e saranno spedite al centro di analisi di Sassari, per verificarne lo stato di salute e provenienza, sperando si tratti di un sottotipo imparentato con la specie isolana.(plc)