Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«L'Esperia paghi»

Fonte: L'Unione Sarda
27 giugno 2011

Il presidente di Abbanoa parla dei debiti della società sportiva

Cadau: le pressioni politiche non serviranno

«La nostra prassi è che chi ha un debito e chiede di rientrare dopo uno slaccio paghi il 50 per cento subito e il resto dilazionato in un anno. All'Esperia, considerato il ruolo sociale che svolge, abbiamo fatto un'altra proposta: cinquemila euro al mese, cioè il doppio di quanto consumano mensilmente, oltre a una fidejussione a garanzia del debito. Hanno fatto di testa loro decidendo di darci 2500 euro al mese che è poco meno di quello che consumano. Dunque non solo non sanerebbero il debito, che come è noto è di circa 150 mila euro, ma ne accumulerebbero ulteriormente. A queste condizioni l'acqua non potranno riaverla. E non credano che la situazione possa cambiare con le pressioni politiche».
Pietro Cadau, presidente di Abbanoa, chiarisce perché il piano di rientro «deciso unilateralmente dall'Esperia» non può essere accettato. D'altronde la società di via Pessagno è solo uno delle decine di migliaia di debitori di Abbanoa, che dichiara crediti per 510 milioni di euro.
STIPENDI A RISCHIO Una situazione finanziaria disastrosa che i 50 milioni stanziati giovedì notte nel collegato alla Finanziaria stemperano solo leggermente. E che rende necessario il rigore nella riscossione: «Per andare avanti e pagare gli stipendi ai nostri 1500 dipendenti e remunerare le 70 imprese d'appalto (quelle che effettuano gli allacci e riparano le perdite nella rete idrica, ndr) abbiamo bisogno di credito dalle banche», spiega Cadau. «E per ottenerlo le banche vogliono sapere quanto sono esigibili i nostri crediti. Per questo abbiamo incaricato un advisor, la Kpmg, che sta passando al setaccio i nostri conti e ci consegnerà una relazione che daremo alle banche. I soldi stanziati dalla Regione ci consentiranno di riprendere a trattare con le banche ma se non saremo rigorosi nell'esigere ciò che ci spetta non usciremo da questa situazione».
«NO ALLE PRESSIONI» Secondo Cadau «i dirigenti dell'Esperia sanno bene tutto questo: non pagano le bollette da sei anni, mentre pagano quelle dell'Enel, e hanno ricevuto decine di solleciti e di raccomandate. Abbiamo parlato con loro sei mesi fa, prima dello slaccio della prima utenza, e pochi giorni fa, prima di interrompere la seconda. Non possono continuare a fare di testa loro. Anche con la Rari Nantes e con altri sodalizi sportivi abbiamo studiato un percorso di rientro che sta dando i suoi frutti. Questa è l'unica strada percorribile. Non le pressioni politiche. Con quelle non si pagano le bollette».
Fabio Manca