MERCOLEDÌ, 27 AGOSTO 2008
Pagina 1 - Cagliari
Teatro lirico, la sede della società ‘Le Biglietterie’ a casa del direttore
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CAGLIARI. La sede della società ‘Le Biglietterie srl’ che ha licenziato i sei dipendenti del botteghino per cessata attività ha dal 2004 la sua sede nell’abitazione privata del direttore del teatro Vincenzo Caldo. A sostenerlo sono i consiglieri comunali Massimo Zedda e Claudia Zuncheddu, che in un’interrogazione chiedono al sindaco e presidente della Fondazione Emilio Floris la convocazione urgente del consiglio di amministrazione della Fondazione per esaminare la situazione e sollecitare l’immediato ritiro del provvedimento assunto - secondo la portavoce Leila Manno - per ritorsione dopo che era stata presentato al tribunale del lavoro un ricorso per ottenere la stabilizzazione nei ruoli del teatro lirico.
I due consiglieri passano in rassegna le vicende della società ‘Le Biglietterie’, costituita nel 2001 e passata a febbraio del 2003 sotto il controllo della Società del Teatro, a sua volta controllata dalla Fondazione. Confermano che nel 2004 era stato nominato amministratore Luca Sbardella, l’ex segretario particolare del ministro Gasparri e candidato alla Camera dei deputati nel Veneto per la Pdl, e la sede era stata trasferita a casa del direttore amministrativo. In sostanza - sostengono Zedda e Zuncheddu - tutto dimostra che i sei dipendenti del botteghino lavoravano per la Fondazione, usavano gli strumenti e i mezzi di lavoro della Fondazione e prendevano le direttive dai vertici del teatro: «C’era - sostengono i due consiglieri comunali dell’opposizione - una posizione di netta subordinazione nei confronti dei responsabili della Fondazione, nel rispetto di direttive e istruzioni direttamente e sistematicamente impartite dai dirigenti in assenza di qualsiasi contatto o rapporto con le società appaltatrici Kassiopea Groupsrl e Le Biglietterie srl. Società che si limitavano a emettere le buste paga. Per di più la società ‘Le Biglietterie’ era così vicina alla Fondazione da utilizzare quale sede legale l’appartamento del direttore amministrativo della Fondazione, un dettaglio abbastanza curioso di questa vicenda che va sviluppandosi giorno dopo giorno.
Ma non è finita: i due consiglieri ricordano che nel 2002 - grazie al sistema delle scatole cinesi varato da Mauro Meli e ripreso da Maurizio Pietrantonio - la Fondazione aveva incassato 150 milioni di lire dal Comune all’interno del piano straordinario per il lavoro riferiti all’assunzione di «sei unità lavorative». Un dato confermato dalla delibera 131 del 6 marzo 2002 che corrisponde a una delibera successiva della Fondazione. L’interrogazione di Zedda e Zuncheddu si conclude con un suggerimento da girare all’amministrazione del teatro: per salvaguardare i posti di lavoro che il recente provvedimento mette a rischio basterebbe «incrementare i ricavi da vendita degli spazi pubblicitari» che in base al bilancio ammontano oggi a soli 6760 euro. Un dato che risulterebbe a bilancio e che fa indubbiamente riflettere. Intanto la prossima settimana Pietrantonio e Caldo incontreranno i sindacati. (m.l)