Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Botte a una senegalese

Fonte: L'Unione Sarda
27 giugno 2011


Prima gli insulti sull'autobus mentre la donna tornava dal Poetto
poi una gomitata in faccia durante una lite: sette giorni di cure

Prima le avances, sconce, irripetibili. Poi gli insulti. Infine una violenta gomitata alla testa e la minaccia di future rappresaglie. A pochi giorni dalla maxi rissa a sfondo razzista scoppiata nello stabilimento Alta Marea, il Poetto è teatro di un altro sconcertante episodio.
RAGAZZA NEL MIRINO Stavolta nel mirino di quattro giovani, due dei quali sono stati subito identificati dai carabinieri, è finita una senegalese di 30 anni, madre di una bimba di pochi mesi, che è dovuta ricorrere alle cure dei medici dell'ospedale Marino per la botta ricevuta. L'aggressione sarebbe avvenuta venerdì sull'autobus che dal lungomare di Cagliari porta a Quartu, mentre Sofia (il nome è di fantasia) tornava a casa dopo una giornata trascorsa in spiaggia a proporre ai bagnanti le classiche treccine colorate africane.
IL RACCONTO Questa la ricostruzione di quanto accaduto fatta dal legale della ragazza, l'avvocato Salvatore Casula, che domani mattina presenterà una dettagliata querela in Procura. Sofia, 30 anni, alta e molto bella, prende il mezzo pubblico alla fermata del Cavalluccio Marino. Due soste più avanti ecco salire quattro giovani sardi, forse quartesi, tutti sui vent'anni. Tra uno sghignazzo e l'altro il gruppetto avrebbe subito iniziato a infastidire la senegalese, facendo pesanti apprezzamenti sul suo aspetto fisico e arrivando rapidamente alle proposte oscene. Sull'autobus c'è anche un connazionale di Sofia, che lei non conosce ma che interviene prontamente in sua difesa.
L'AGGRESSIONE A quel punto la situazione si surriscalda e nel parapiglia uno dei giovani avrebbe colpito Sofia con una gomitata alla testa, mentre agli altri continuano a insultare e minacciare. Terrorizzata la ragazza chiama col telefonino il marito chiedendogli aiuto. L'uomo riesce a intercettare il bus a Quartu, in via Sant'Antonio. Ma una volta a bordo anche lui riceve la sua dose di insulti e minacce, per cui chiama i carabinieri chiedendo al conducente di tenere le portiere chiuse per impedire ai balordi di scendere. I quattro però le forzano e se ne vanno, proprio mentre sul posto arrivano le gazzelle dell'Arma della compagnia di Quartu.
L'ARRIVO DEI CARABINIERI I militari riescono comunque a fermarne due, che vengono interrogati e forniscono una versione completamente diversa dell'accaduto, parlando di spintoni reciproci e negando di aver mai colpito la donna alla testa. Così, in assenza di una querela formale, vengono identificati e lasciati andare. Nel frattempo il marito accompagna Sofia al pronto soccorso del Marino, dove i medici la visitano e le assegnano sette giorni di cure. «È ancora sotto choc - spiega l'avvocato Casula - e molto spaventata perché quei ragazzi, prima di andare via, hanno detto a lei e al marito che non sarebbe finita così, che si sarebbero rivisti. Sono fatti intollerabili, gravissimi e senza alcuna giustificazione, che purtroppo si stanno ripetendo troppo spesso».
DOMANI LA QUERELA Poi conclude: «Domani presenteremo la denuncia in Procura, racconteremo quanto successo sperando che si faccia chiarezza su questo odioso episodio e si arrivi a identificare tutti i protagonisti della vile aggressione».
Massimo Ledda

 

Parla il sindaco Massimo Zedda
«Azione di balordi
che importunano
anche gli italiani»
«Ma è successo davvero? Un altro episodio dopo quello di qualche giorno fa?». Il neo sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, reagisce così alla notizia dell'aggressione subita da una ragazza senegalese sul bus per il Poetto.
Lui che da sempre è molto sensibile ai temi della tolleranza e dell'immigrazione, argomenti che ha spesso trattato anche in campagna elettorale, è sorpreso e amareggiato. «Sono segnali che c'è un problema - dice -, che non va sottovalutato ma analizzato e combattuto». Allo stesso tempo rifiuta però l'etichetta di Cagliari città razzista. «Questo lo escludo - afferma -, basta pensare a come ha accolto i tanti immigrati tunisini durante la recente emergenza profughi, ma anche al forte livello di integrazione raggiunto dalle comunità straniere che sono in città da tempo. Credo e spero che questi recenti episodi siano e restino isolati, comportamenti frutto di una certa sotto cultura da balordi, azioni di persone che magari importunano anche i cittadini italiani così come quelli stranieri. In questo ultimo caso, ad esempio, mi auguro che non ci sia anche l'aggravante razzista, lo spero vivamente anche se ciò non toglie che è comunque gravissimo e intollerabile importunare e aggredire una ragazza».
Poi prosegue: «Ieri sono intervenuto insieme al prefetto e ad altre autorità alla giornata mondiale del rifugiato politico, trattando naturalmente anche il tema dell'emigrazione e dell'integrazione». Questioni diventate ormai fondamentali in tutto l'Occidente, che anche Cagliari e tutta la Sardegna devono saper affrontare evitando guerre tra poveri e pericolosissime tensioni sociali.
«È certamente necessario - conclude Zedda - lavorare per diffondere una cultura del rispetto e della tolleranza a partire dalle nostre scuole, che già svolgono in questo senso una funzione importante e dove sono già presenti tantissimi bambini di altre comunità. Metteremo in campo progetti ad hoc per potenziare il dialogo e il confronto, in collaborazione con le altre istituzioni pubbliche, ricordando che il rispetto delle persone, qualunque sia la loro provenienza e il loro credo, deve essere il punto fermo». ( m. le. )