Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

In strada a raccontare storie

Fonte: La Nuova Sardegna
24 giugno 2011



Dal 15 al 18 settembre nel quartiere popolare di Marina a Cagliari



Appuntamenti con la letteratura, il cinema, la poesia e la musica

WALTER PORCEDDA

Sempre da Izzo si riparte. Questo scrittore metà italiano, metà francese, profondamente mediterraneo, nume tutelare e punto di riferimento della banda del Marina Cafè Noir, è ancora lì. La sua presenza si avverte, impalpabile eppure dotata di aura magnetica, tra spirito di ribellione e fame di cultura, voglia di conoscere e disincanto. Si percepisce dentro la sala del Caffè Savoia, addobbata come un altare laico e blasfemo tra locandine d’epoca, affiches improvvisate con collages e libri appesi ai muri, fotografie in bianco e nero, titoli e nomi. Volumi e volumi, sui tavoli, dietro ai quali stanno seduti i sei fondatori di questo formidabile e immaginativo ensemble di anime ribalde e poetiche, inventore, per primo in Sardegna, di un festival letterario, eppure tanto distanti da quello che spesso la parola festival porta dietro sè (dalle parole abitudine a potere).
Ancora una volta in grado di spiazzare e cercare di stupire con gli effetti speciali. Senza soldi di manifestazioni strombazzate (ma quando si svegliano questi amministratori e riconoscono il valore autentico della cultura?) ma ricchi di una caparbietà che sfiora l’incoscienza hanno annunciato ieri l’edizione numero nove di un’avventura che prenderà corpo a settembre, quando l’estate sta per lasciare gli ormeggi, dal 15 al 18 settembre.
Quartiere di Marina naturalmente, dove tutto è iniziato. E non solo per la letteratura... Tra la piazzetta Savoia e Dettori, le vie Napoli e Baylle, stavolta forse, anche più in là. Ed è proprio l’immagine del dedalo di vie a tornare nel tema scelto per il 2011 quello delle strade.
Iniziando da queste antiche del quartiere di Lapola che in dieci anni di MCN (come affettuosamente è battezzato il festival) ha visto cambiamenti uscire dal recinto stretto ed espandersi nella città e lambire il mare.
«Questo quartiere è cambiato davvero - ha certificato Giacomo Casti - anche il luogo si è modificato in senso geografico». Prima periferico e borderline è diventato ora centro e cuore. Le auto lentamente stanno lasciando il posto alle persone. Festival ecocompatibile, non solo per gli impianti audio a basso impatto o le stoviglie biodegradabili, ma per le coscienze. «Noi malati di lettura, di letteratura, di autori anche dimenticati, siamo qui per invitare a leggere. Ci interessano le storie e vogliamo farle conoscere».
Megafoni di poesia e sentimento. Fedeli al giuramento di Chourmo. quello che, racconta Jean Claude Izzo «in provenzale, significa la ciurma, i rematori della galera. A Marsiglia, le galere, le conoscevano bene, Per finirci dentro non c’era bisogno, come secoli fa, di aver ucciso il padre o la madre. No, oggi bastava essere giovane, immigrato o non... Lo scopo del Chourmo era che la gente si incontrasse. Si “immischiasse” come si dice a Marsiglia. Degli affari degli altri e viceversa. Esisteva uno spirito Chourmo. Non eri del quartiere o di una citè. Eri Chourmo. Nella stessa galera, a remare! Per uscirne fuori. Insieme».
Questa è la strada, la prima indicata in una edizione che si dovrà vivere con intensità ogni giorno, dal mattino alla sera fino allo spuntare delle stelle. Che avrà una miriade di appuntamenti con uomini straordinari, artisti e scrittori, ma anche cineasti e fotografi. E musicisti. In piena empatia proprio con lo spirito Chourmo. Geniali, imprevedibili e vulcanici come Antonello Salis, già in altre occasioni ospite del festival, vera star musicale del festival con Gianmaria Testa. Ma ci sarà anche Paolo Fresu (non per suonare, visto che tra i 50 live all around the island e il Time jazz di Berchidda forse ha bisogno di staccare), Marcello Fois, Michela Murgia e Pinuccio Sciola, glorie sarde chiamate a confrontarsi e parlare, magari a rispondere a qualche domanda sulle loro visioni.
Formidabile la compagine di ospiti stranieri e continentali che verranno a ridefinire le mappe del nostro tormentato presente. Mappe reali o fantastiche suggeriscono quelli di Chourmo. «Vie che uniscono, rotte che separano, spazi che contengono». Ed ecco Serge Latouche («La decrescita felice»), economista e filosofo, la cineasta Claire Devers (sarà proiettato il suo «Marinai perduti» da Izzo), il nostro Marco Baliani, la cineasta e scrittrice croata Nina Mimica, lo studioso Paul O’Connor, i fotografi Uliano Lucas e Mario Dondero con due loro mostre, Matteo Guarnaccia, Giacomo Sferlazzo, Loriano Macchiavelli e Thierry Fabre, scrittore e amico di Izzo. Appunto.