Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Piazza Maxia: indaga la Procura

Fonte: La Nuova Sardegna
24 giugno 2011

Gli atti acquisiti in Comune dal Corpo Forestale dopo l’esposto presentato da un gruppo di cittadini



Il vascone illuminato di verde è costato 800 euro al metro quadrato




MAURO LISSIA

CAGLIARI. La Procura indaga sui lavori realizzati a piazzetta Maxia: il nucleo investigativo del Corpo Forestale ha acquisito tutti gli atti in Comune. Si procede contro ignoti dopo l’esposto presentato da un cittadino.
L’inchiesta è coordinata dal pm Emanuele Secci, che attende per i prossimi giorni una relazione degli investigatori. Non c’è ipotesi di reato, c’è finora soltanto il sospetto che nella procedura di assegnazione dei lavori siano state commesse irregolarità. Il dato di partenza sono le cifre: la Forestale ha accertato che dall’apertura alla chiusura del contestatissimo cantiere è stato speso complessivamente un milione e 400 mila euro, come dire 800 euro al metro quadrato più gli oneri di legge su un’area di 1600 metri quadri. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una spaventosa vasca interrata, dove l’ombra - è sempre la Forestale a fare i conti - si è ridotta a un terzo rispetto a com’era allo spazio nella sua versione originale. Poi ci sono le valutazioni sul piano estetico, visibili in alcuni striscioni esposti dagli abitanti del quartiere: piazza porcata, obbrobrio e via protestando. L’inchiesta però è rivolta a stabilire se siano state rispettate le norme ed è sugli aspetti penali che campeggia un punto interrogativo in attesa di risposta.
Così come si poteva leggere nel cartellone di inizio lavori i progettisti della tecno-piazza, che di sera s’illumina con raggi verdi, sono il dirigente comunale responsabile del verde pubblico Claudio Papoff - l’agronomo noto per la capitozzatura primaverile degli alberi cittadini, colpevoli a suo dire di fare troppa ombra - l’architetta Fernanda Gavaudò, l’agronomo Andrea Cossu e l’ingegnere Giorgio Murtas. Si tratta quindi di professionisti sostanzialmente interni al Comune, come dire che la scelta dell’amministrazione è stata di non affidare la progettazione e la responsabilità del procedimento all’esterno. Chi ha lavorato su piazza Maxia ha semplicemente incassato gli incentivi stabiliti dalla legge 12, quindi il Comune ha risparmiato. I problemi però - stando all’esposto - sono arrivati quando si è passati alla fase esecutiva: intoppi con l’impresa, nuova gara d’appalto, spese impreviste. Per arrivare a un costo complessivo dell’opera che viene giudicato eccessivo: quasi un milione e mezzo di euro, con l’intero quartiere impegnato in una battaglia su ogni fronte contro il progetto Papoff-Gavaudò, fra lettere al sindaco Emilio Floris, proposte di modifica e infine un esposto alla Procura. Tentativi disperati di fermare quella che probabilmente passerà alla storia della città come l’opera pubblica più brutta del secolo: un vascone di cemento rovente al posto di un’inoffensivo spazio verde, alberelli scheletrici al posto delle vecchie bellissime jacarande che abbellivano la piazza. Soprattutto pochi metri quadrati d’ombra, una scelta tecnica perfettamente in linea con i desideri e i gusti manifestati anche in relazioni ufficiali - come quella sul rifacimento di piazza Garibaldi - da Papoff.