Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La Sardegna reale sfilerà davanti al Pontefice

Fonte: La Nuova Sardegna
26 agosto 2008

MARTEDÌ, 26 AGOSTO 2008

Pagina 1 - Cagliari


Minatori, pastori, poveri, malati e centenari fra gli invitati all’appuntamento del 7 settembre



Il calice della Messa realizzato con l’oro e le pietre di Furtei

MARIO GIRAU

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CAGLIARI. Il vero volto della Sardegna sfilerà davanti al Papa domenica 7 settembre. Minatori, pastori, una famiglia numerosa, i poveri, i malati, i centenari, i giovani, carcerati e mondo disabile saranno le icone isolane che saranno presentate a Benedetto XVI durante la sua breve visita cagliaritana. Di ora in ora prendono forma le mille tessere di quel complesso apparato organizzativo necessario per supportare un viaggio papale. Ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa, l’arcivescovo Giuseppe Mani, affiancato da presidente e vice presidente del comitato organizzatore, Lucia Baire e don Emanuele Mameli, ha illustrato contenuti e simboli dell’incontro della Chiesa sarda col Sommo Pontefice.
«Presenteremo al Papa - ha detto il presule - i frutti della terra e del lavoro dei sardi. I minatori all’offertorio porteranno il calice realizzato con l’oro estratto nella miniera di Furtei, tempestato delle migliori pietre preziose scavate in Sardegna, con il quale Benedetto XVI celebrerà la messa».
Ancora: «I pastori offriranno un agnello allevato in un ovile della Marmilla e a tutti i poveri che ogni giorno si presentano alle mense della Caritas e degli istituti religiosi, la prima domenica di settembre sarà offerto il “pranzo del Papa”. Ci saranno centenari (sarà presente anche una nonnina di centosette anni) e malati gravi nella basilica di Bonaria potranno vedere tre volte il Papa da vicino». In due messaggi video registrati il saluto al “Padre Bianco” venuto da Roma e ai fedeli presenti nel Largo Carlo Felice, da due pianeti speciali della sofferenza: il carcere di Buoncammino - definito da Mani “il primo santuario della Sardegna” - e il mondo della disabilità. Un happening giovanile, quello pomeridiano «in cui due giovani presenteranno al Papa - hanno detto Lucia Baire e don Emanuele Mameli - attese, speranze, problemi e difficoltà della condizione giovanile sarda».
Anche per l’arcivescovo la preparazione della visita papale rivela ogni giorno una sorpresa: «Non avevo mai fatto un’esperienza così. A Roma per vent’anni sono stato molto vicino a Giovanni Paolo II, ma mai mi era capitato di organizzare in prima persona un viaggio papale. In questi mesi scopro la grande e semplice fede dei sardi. Le mamme mi chiedono di poter avvicinare i loro figli al Papa, gli ammalati di poterlo toccare. Sembra la realizzazione della pagina degli atti degli apostoli in cui si descrive la propagazione della fede in Gerusalemme. Quando aumentava il numero delle persone che credevano nel signore fino al punto che portavano gli ammalati nelle piazze - ha ricordato l’arcivscovo Mani - ponendoli su lettucci e giacigli, perché, al passaggio di Pietro, anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro».
Sono esperienze e scoperte che si inseriscono nel contesto generale della fede dei sardi. Monsignor Mani ne aveva già parlato col Papa un anno e mezzo fa, durante la “visita ad limina”: «Benedetto XVI viene - ha aggiunto il presule - per confermarci nella vera fede di Gesù Cristo e per aprirci nuovi orizzonti e farci sentire fratelli universali. Il Papa dirà: il 7 settembre sono stato a Cagliari e vi ho trovato la fede nella Chiesa, in Cristo, in tutto ciò che costituisce il nostro Credo. L’essenza della fede è essere professata ed espressa. Una delle dimostrazioni più forti di fede negli ultimi anni si è vista - ha concluso l’arcivescovo - per i funerali di Giovanni Paolo II. Quel giorno la fede nella Chiesa ha fatto un bel balzo in avanti».
Ed ora i sardi potranno avvicinarsi anche fisicamente al Pontefice per un incontro che si annuncia ricco di contenuti e di emozioni, ma anche di prevedibili difficoltà organizzative che la città si appresta ad affrontare con grande convinzione in vista di un evento destinato certamente a lasciare una traccia importante nella storia cagliaritana.