Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari, la psicomappa «Scusi, da che parte per evitare il centro?»

Fonte: L'Unione Sarda
6 giugno 2011

A Leggendo Metropolitano l'esplorazione di Biondillo

Vedi la foto L'idea alla base di “In tutti i sensi” - workshop di architettura nel festival Leggendo Metropolitano - era quella di creare una sorta di mappa sentimentale di Cagliari attraverso percorsi a piedi all'interno e ai confini della città, provando a rivolgere a luoghi, strade e palazzi uno sguardo nuovo, come se li si guardasse per la prima volta. Il workshop è stato ideato da Gianni Biondillo, scrittore e architetto milanese, in collaborazione con la facoltà di Architettura dell'Università di Cagliari, e ieri ne è stato presentato il sunto durante l'incontro serale, con la proiezione di una piccola selezione delle foto scattate durante il percorso e la testimonianza dello scrittore che lo ha animato - in attesa che tutto il materiale venga raccolto e reso disponibile, magari sul web.
Il percorso, da Pirri fino a Giorgino, serviva a mostrare come in fondo si conosce la città in cui si vive molto meno di quanto si creda, perché spesso si tende a darla per scontata. Lo sguardo del flaneur, in questo caso, può essere d'aiuto. «Durante il percorso non abbiamo usato mappe, spesso ci si sbagliava, ci si perdeva e si ricominciava di nuovo», racconta Biondillo. «L'idea della psicogeografia implica la deriva nella città, il perdersi, fare in modo che l'umore del momento o della giornata interagisca con tuo modo di camminare per le strade e di vedere la città». Spesso lo sguardo di chi non conosce bene la città è utile per coglierne aspetti che chi ci vive tende a trascurare. «A Cagliari sono già venuto e ogni volta ne aggiungo un pezzo nel mio immaginario, ogni volta vedo una città diversa», racconta lo scrittore. «L'idea di partire da Auchan, che sarebbe il classico non luogo senza definizione territoriale o identità, passando attraverso le periferie della città, i suoi confini, i suoi cavalcavia, mi ha mostrato una città moderna, contemporanea, che non è relegata solo alla sua memoria storica - anche se quella memoria ha un impatto visivo straordinario, penso ad esempio a Castello. Poi siamo andati verso il mare e abbiamo visto le varie tonalità di azzurro, quelle del mare, dello stagno, delle saline; e infine nella cappella dove il santo della città viene portato ogni anno. Ecco, ho visto una città che cambia continuamente paesaggio, panorama». Il workshop è idealmente legato all'ultimo libro di Biondillo (scritto con Michele Monina), “Tangenziali”, ovvero due viandanti che girano Milano e ne tracciano dei percorsi emotivi, cogliendo le trasformazioni, le contraddizioni e i conflitti. «Uno degli aspetti che ci tengo a sottolineare è come Milano non è solo quella che vive dentro i Navigli, è soprattutto la sua periferia. Come Cagliari non è solo Castello. Le periferie non sono luoghi orribili. Bisogna però dar loro identità, dignità e cittadinanza. Quando sono arrivato a Sant'Elia, ho invidiato chi abita all'ultimo piano dei palazzi. Ha una vista che io non ho».
E oggi chiusura della rassegna. Alle 10,30 in via Santa Croce, Sala delle Mura, “Lo sguardo di Ulisse” con Gianfranco Bottazzi e Antonio Sciotto. Alle 17, nel Chiostro, “Terra territorio e scrittura” condotto da Saverio Simonell, con Davide Longo e Roberto Alajmo. Alle 18,30 “Le occasioni del cinema” condotto da Gian Luca Favetto, ospiti Steve Della Casa, Vinicio Canton e Cinzia Bomoll. Alle 20, Bastione di S. Croce, Moni Ovadia intervistato da Michele De Mieri, introduce Anna Paola Ricci.
Andrea Tramonte