Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Da Sanjust bordate sul Pdl

Fonte: L'Unione Sarda
3 giugno 2011

IL DOPO-VOTO. I perché della sconfitta, le liste civiche, gli eletti e i dirigenti

«Basta con le imposizioni, ora azzeriamo tutto»

Il dibattito post-elettorale continua e probabilmente non finirà fino a quando il Pdl cagliaritano non verrà rifondato. In attesa che il coordinamento cittadino decida se presentare le dimissioni (possibilità già ventilata dal coordinatore Emilio Floris e dal suo vicario Paolo Truzzu) quello provinciale ha già perso il sindaco di Quartu Mauro Contini, che ha rimesso il mandato nelle mani del nuovo segretario nazionale Angelino Alfano.
A smuovere ulteriormente le acque è il consigliere regionale del Pdl Carlo Sanjust, ispiratore della lista Centro giovani, capace di raccogliere oltre 3 mila voti nelle elezioni del 15 e 16 maggio. La sua è una disamina severa: «È tutto da cambiare, è ora di dare spazio alle nuove leve e di porre fine all'ostracismo nei confronti di chi ha idee diverse rispetto al gruppo dirigente che si perpetua da anni».
LA SCONFITTA «È solo in parte ascrivibile al calo d'immagine del presidente Berlusconi, che sbaglia quando dà la colpa a giornali e televisioni - fa rilevare Sanjust - la verità è che andando in giro per la città si poteva rilevare che i sentimenti prevalenti erano due: c'era la consapevolezza che in questi ultimi 18 anni Cagliari è stata cambiata in meglio dalle amministrazioni Delogu e Floris. Ma tutti ripetevano la stessa cosa: ora serve una scossa, serve qualcosa di diverso. Il centrosinistra ha avuto quella marcia in più che era richiesta dall'elettorato».
I CANDIDATI Da Sanjust arriva una difesa dello sconfitto Massimo Fantola: «Sento dire cose ingenerose nei suoi confronti - attacca - si è trattato di una persona splendida, preparata, di classe, un sindaco eccezionale per Cagliari. Ma purtroppo per lui, e per noi, non rappresentava quella novità che la gente voleva. Il centrosinistra si è ritrovato in casa, quasi incidentalmente, il candidato giusto. Lo ha fatto perché ha avuto il coraggio di scegliere le primarie, che io avevo chiesto anche per il nostro schieramento. Purtroppo inascoltato».
LA LISTA CIVICA In molti si chiedono se la decisione di presentare il Centro giovani non abbia contribuito a indebolire il Pdl: «Eppure sento dire all'ex assessore Farris che i voti della nostra civica possono essere ascrivibili al Popolo della libertà - risponde - ma non era proprio il suo capo-corrente Salvatore Cicu a opporsi fieramente alla nostra presenza? Assicurava che il Pdl avrebbe preso il 32 per cento. Mi sembra sia stato sonoramente smentito».
LE DIMISSIONI Secondo il consigliere del Pdl («sono certo che cercheranno di farmi pagare queste dichiarazioni, non capendo che sono fatte in maniera costruttiva») ora è il momento delle scelte: «Si è dimesso il coordinatore dei giovani Gamberini, che è l'unico che non avrebbe dovuto farlo - aggiunge - è sbagliato dire che se qualcuno facesse un passo indietro lo farebbe per abbandonare una nave che affonda. Il discorso va ribaltato: bisogna dire basta alle imposizioni e privilegiare la democrazia interna. Solo così si può ripartire: se qualcuno mi chiede di dare l'esempio posso rinunciare al posto nel coordinamento regionale. Ma mi sembrerebbe di prendere in giro la gente, visto che quell'organismo non conta nulla».
LE PREFERENZE Ma le picconate sono a 360 gradi e non risparmiano nessuno: dai parlamentari («ce ne sono alcuni che sono a Roma dal 1994 e non sentono l'esigenza di farsi da parte») ai cinque consiglieri del Pdl che, per ora, formeranno il nuovo gruppo in Consiglio: «Sono stati premiati quelli che hanno potuto gestire una bottega ben avviata - conclude - gestire il personale, gli affari legali, la cultura, i servizi sociali o essere anche consiglieri regionali aiuta e molto. L'unico ad andare in controtendenza è Stefano Schirru, non a caso un giovane». Ultima riflessione sull'anatra zoppa: «Sa come la penso? Se la commissione darà la maggioranza dei seggi a Zedda noi non dovremmo nemmeno fare ricorso. Dovremmo imparare a rispettare gli elettori e iniziare a preparare un'alternativa».
Anthony Muroni