Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nella maggioranza tutti riflettono sulle cause del tonfo

Fonte: L'Unione Sarda
31 maggio 2011

Parlano i leader della coalizione

  Il vento nazionale c'entra poco, secondo qualche big - anonimo - del Pdl. Perché Emilio Floris, nel 2006, aveva vinto le elezioni al primo turno appena quindici giorni dopo la storica sconfitta di Silvio Berlusconi. E allora cosa è successo nelle due settimane più difficili della storia del centrodestra sardo? Al di là del grande rispetto per l'esito delle urne, i vertici della coalizione parlano di «poca spinta delle liste», di errori e di «accordi sbagliati».
Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci , si mantiene sopra le parti: «Congratulazioni e auguri di buon lavoro al nuovo sindaco di Cagliari. Ma quello che conta - ha aggiunto - è il bene delle comunità che amministriamo. Regione e Comune sapranno mettere in campo la giusta collaborazione nell'interesse della città». Chiusura politica: «Il risultato elettorale impone una profonda riflessione».
La presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo è raggiante per il risultato di Iglesias: «Grande prova, è stato un risultato in totale controtendenza rispetto al regionale e al nazionale». A Cagliari «bisogna interrogarsi sulle ragioni di questa sconfitta, una parabola discendente cominciata alle Provinciali 2010, seppure mitigata dalla conquista della Gallura». Il tonfo alle amministrative, per la Lombardo, evidenzia «un gap fra il risultato delle liste e quello dei sindaci, magari qualche scelta non si è rivelata felice».
Per il senatore Mariano Delogu , numero uno del Pdl, «è un risultato inaspettato, nessuno poteva immaginare una sconfitta in questi termini, sono numeri impressionanti». Per l'ex sindaco di Cagliari «è mancato il traino delle liste, questa volta». Il risultato «va analizzato con attenzione, dobbiamo capire dove si è sbagliato e trovare il rimedio». Dopo le debacle di Olbia e Cagliari, per Delogu «non esiste un caso Sardegna, visto che abbiamo perso in tutta Italia». Un altro senatore, Piergiorgio Massidda , cagliaritano doc e fra i papabili per la sfida a Massimo Zedda, afferma: «Ho sempre preteso il rispetto del voto in caso di successo, oggi lo pretendo in caso di sconfitta. Gli elettori hanno sempre ragione, si rifletta su questa sconfitta e si recuperi il rapporto con la gente».
Amareggiato, ed estremamente sintetico, il sindaco uscente Emilio Floris : «Le cause della sconfitta di Cagliari sono diverse e da analizzare con lucidità». Michele Cossa , coordinatore dei Riformatori, è abbattuto: «Ripercussioni sulla Regione? Non scherziamo. A Cagliari è venuto a mancare il treno delle liste, difetto tipico del centrodestra».
Cerca di trovare le cause dell'insuccesso di Fantola anche Giorgio Oppi , leader dell'Udc: «Il vento ha soffiato e non siamo riusciti a contenerlo. Da oggi non ci dovrà essere alcun tentennamento nell'azione di governo. Le troppe contrapposizioni nella coalizione non hanno giovato a Fantola, che era un candidato affidabile». Per il leader dell'Uds, Mario Floris , «l'uragano era prevedibile, nonostante il candidato si fosse messo a disposizione per amore della città». Secondo l'assessore «quello che distrugge le maggioranze sono le forze che all'interno privilegiano i propri interessi. Ho grande rispetto del voto, ma queste erano amministrative e tali rimangono. Seppure la caduta di un leader faccia pensare».
Amara l'analisi di Ignazio Artizzu , coordinatore di Fli: «La sconfitta di Fantola nasce nel momento in cui è stato posto il veto a Fli. Andare al ballottaggio era un rischio evitabile». Comincia oggi, dice, «una nuova fase del centrodestra».
Enrico Pilia