Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il voto a Cagliari test politico nazionale

Fonte: La Nuova Sardegna
30 maggio 2011

 
 
La sfida di Zedda a Fantola. Nell’isola si eleggono anche i sindaci di Iglesias e Sinnai 
 

CAGLIARI. Si eleggono tre sindaci ma, soprattutto a Cagliari con la sfida del centrosinistra di Massimo Zedda al centrodestra di Massimo Fantola, è un voto politico di prima grandezza. Sono 175.577 i sardi chiamati alle urne per i ballottaggi delle amministrative: nel capoluogo regionale, a Iglesias e a Sinnai i seggi saranno aperti oggi dalle 8 alle 22 e domani dalle 7 alle 15. Poi lo spoglio, che terrà col fiato sospeso non solo i sei candidati rimasti in campo.
Verifica decisiva per Cappellacci. In campo nazionale il voto di Cagliari e per certi aspetti anche di Iglesias sarà analizzato nell’ambito di una duplica verifica politica. La prima è su Berlusconi e il suo governo, la seconda sul rilancio del centrosinistra e i rapporti tra Pd e Sel. A livello regionale, il test va oltre e coinvolge direttamente la giunta Cappellacci. Nel primo turno l’alleanza regionale di centrodestra è uscita a pezzi a Olbia e ha perso a Carbonia, Capoterra e Monserrato (tutte vittorie dei candidati del Pd). Se la coalizione guidata da Cappellacci dovesse andate male a Cagliari anche al ballottaggio, i rischi sarebbero alti, perché i Riformatori non hanno certo gradito la perdita di voti di quindici giorni fa del loro leader rispetto alle liste. C’è già, nel centrodestra, chi prevede una vera e propria crisi con l’uscita dei Riformatori. Un’eventuale sconfitta a Iglesias, dove il candidato è dell’Udc, complicherebbe ulteriormente la situazione.
A Cagliari la sinistra non ha mai governato. E’ una sfida storica. Nel capoluogo regionale, da quando c’è il bipolarismo, ha sempre vinto il centrodestra: due volte con Mariano Delogu, due volte con Emilio Floris. E il centrosinistra è riuscito ad andare al ballottaggio sono nel 1994. Solo due esponenti della sinistra sono stati sindaci di Cagliari nel dopoguerra: i socialisti Salvatore Ferrara e Roberto Dal Cortivo. Ma sempre in alleanza con la Dc. Il Pci-Pds-Ds e le più giovani liste della sinistra storica non hanno mai governato la città. Ora ci prova Sel, la formazione vendoliana che, battendo alle primarie il più quotato candidato del Pd Antonello Cabras, si è messo alla testa dello schieramento alternativo con il giovane Massimo Zedda, una delle grandi sorprese nazionali di queste elezioni. Zedda ha vinto a sorpresa il primo turno a quota 45,15 per cento, superando le proprie liste di 7,26 punti e di 10.161 voti. La coalizione è formata da Pd (diventato il primo partito in città), Sel, Idv, Prc, Rossomori, una civica, Psi e Verdi. Il suo rivale, Massimo Fantola, storico leader sardo dei Riformatori eredi del Patto Segni, è rimasto indietro di appena 411 a quota 44,71 per cento, ma è andato molto al di sotto delle liste del centrodestra, volate al 53,44 per cento con 3.427 voti in più del candidato sindaco. La formazione che lo sostiene (un Pdl quasi dimezzato, Riformatori, Udc, due civiche, Uds, Psd’Az, Mpa, Fortza Paris, Popolari Italia Domani e La Destra) sarà in grado nel secondo turno di garantirgli il recupero? Fantola, in vista dei ballottaggi, ha cercato di recuperare il rapporto con gli alleati rendendosi conto di non poterne fare a meno, visto che l’appeal elettorale di Zedda si è rivelato superiore al suo. Nella sfida, oltre che il nuovo vento politico nazionale, saranno decisivi anche gli elettori degli altri sette candidati sindaci, soprattutto quelli di Fli che hanno votato per il coordinatore Ignazio Artizzu e quelli indipendentisti che hanno sostenuto la consigliera regionale Claudia Zuncheddu. Mentre Fantola spera che il rivale abbia già fatto il pieno nel primo turno, Zedda ha cercato di accrescere i consensi con una campagna elettorale più moderata del previsto proprio per non spaventare i centristi.
A Iglesias c’è già un ricorso al Tar. La città mineraria è l’unica, tra i grandi centri andati al voto nell’isola, in cui il candidato del centrodestra abbia avuto un risultato migliore di quello del centrosinistra. Luigi Perseu, esponente di un’Udc che qui ha preso il 33,99 per cento dei consensi grazie all’influenza e al potere dell’assessore regionale Giorgio Oppi, si è fermato al primo turno ad appena 12 voti dall’elezione, toccando una percentuale del 49,9 per cento. Immediata, dopo lo spoglio delle schede, la decisione di rivolgersi al Tribunale amministrativo regionale per chiedere il riconteggio delle schede. Evidente la sua delusione visto che le liste che lo sostengono (Udc, Pdl e Psd’Az) hanno avuto 330 voti più di lui con una percentuale del 55,48 per cento che ha consentito loro di mettere comunque in cassaforte la maggioranza dei seggi consiliari. La sua avversaria, Marta Testa, esponente di Sel, ha avuto uno straordinario successo personale conquistando una percentuale del 46,07 e ottenendo 1.345 voti in più delle liste che la sostengono: Pd, Sel, Civica, Prc-Pdci. Il favorito è indubbiamente Perseu, che al primo turno ha avuto molti più voti dell’esponente del centrosinistra: 1.297 nella corsa tra i candidati, 2.372 nella competizione delle liste dei due schieramenti. Dato che c’era un solo terzo incomodo (Irs) che ha ottenuto 514 voti (3,03 per cento) la partita tra Perseu e Testa si gioca quasi come al primo turno. Ma con qualche incognita in più. Il centrodestra ha il vantaggio della forza delle liste: ottimi gli exploit dell’Udc (ha sfiorato il 40 per cento) e del Psd’Az (5,10), è cresciuto persino il Pdl (quello di Iglesias è l’unico a essere cresciuto in Sardegna rispetto alle regionali del 2009). Il candidato sindaco ha avuto meno voti delle liste per una certa fronda nel Pdl e, sembra, per contrasti nell’Udc. Problemi risolti? Si vedrà nel voto di oggi e domani. Dal canto suo, Marta Testa ha, come Zedda a Cagliari, il vento dalla propria parte. Se dovesse vincere la Testa, potrebbero esplodere forti conflitti nell’Udc, qui dominato da Oppi, e nel Pdl, stavolta si è impegnata particolarmente la componente che fa capo alla presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo.
A Sinnai la sfida tra sinistra e centrosinistra. Nel primo turno la candidata del centrosinistra, Barbara Pusceddu, ha ottenuto il 48,22 per cento contro l’esponente della sinistra Paolo Zedda che si è fermato al 42,31: tra i due una differenza di 626 voti. Anche questa competizione, comunque, è molto incerta, perché nel voto di lista ha avuto la meglio lo schieramento di Zedda formato da Sel, Civica Partecipazione democratica, Rossomori, Idv e Prc con 4.573 voti pari al 46,54 per cento. Lo schieramento della Pusceddu (Pd, Udc, Fli, Psd’Az e Riformatori) ha avuto 4.393 voti pari al 44,71 per cento. In sostanza, la candidata ha avuto un exploit personale (710 voti in più delle liste) e ora va alla verifica nel ballottaggio. Vincerà ancora il maggior appeal elettorale della Pusceddu o ci sarà la rivincita delle liste di sinistra? L’altra incognita è l’atteggiamento delle due liste che hanno perso al primo turno, una del Pdl (solo 7,2 per cento) e una civica (1,91).
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