Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Eroica» al Lirico, svetta l’originalità di Filippo Bressan

Fonte: La Nuova Sardegna
24 maggio 2011

«Eroica» al Lirico, svetta l’originalità di Filippo Bressan 
 
 
 
 
GABRIELE BALLOI 

CAGLIARI. Non c’è paragone. A distanza di una settimana Filippo M. Bressan offre tutt’altra lettura di Haydn e Beethoven. Alla tiepida «Pastorale» di Webb contrappone una vivida e rutilante «Eroica».
Se ne «L’orologio» haydniano il direttore inglese aveva giusto evocato qualche “rintocco” dinamico-espressivo, Filippo Maria Bressan dalla Sinfonia n.44 - sì, paradossalmente proprio la «Funebre» - ricava colori e fraseggi decisamente più carichi, più seducenti, spingendosi ben oltre a livello interpretativo.
Dopo «La Creazione» e altre pagine di Haydn e Brahms eseguite nel mese di aprile, è nuovamente salito nei giorni scorsi sul podio del Comunale, da cui dirigerà questo venerdì (ore 20,30) e sabato (ore 19) anche l’ultimo appuntamento con l’XI Festival di Sant’Efisio, conducendo Orchestra e Coro del Teatro Lirico in «Ein deutsches Requiem» (Un Requiem tedesco) di Johannes Brahms.
Su questa stessa traccia tematica - diciamo fra l’esistenziale ed il funebre/commemorativo - era il concerto che s’apriva con Haydn e la «Sinfonia in mi minore Hob.I 44».
Filippo Maria Bressan non opta per la spuria disposizione “tedesca” scelta dal direttore Jonathan Webb, ma dispone la compagine strumentale (come già nella «Creazione») riportando i contrabbassi sulla destra ed i violoncelli quasi al centro. Enfatizza così il registro grave degli archi, ottenendo un impasto timbrico più corposo, avvolgente, un suono a tutto tondo.
Pertanto, l’ormai rodata collaborazione con l’orchestra del Teatro Lirico cagliaritano sembra trasparire da un certo affiatamento e non meno si mostra, nell’esecuzione, con ottima resa delle sfumature dinamiche, in quei “pianissimo” sorprendentemente delicati, nei “crescendo” dosati a dovere, nella ricerca di una cantabilità melodica pure laddove non ci si aspetterebbe. Diciamocelo, Bressan ha personalità! Basta sentire quei perentori accordi con cui esordisce la Terza Sinfonia di Beethoven: ecco preannunciato tutto quel che segue, ha già messo una firma sull’esecuzione che sarà di una vigoria accattivante, giocata su quelle sottolineature (ben in rilievo ottoni e legni) che erano mancate a Webb.
Alla sinfonia «Funebre» di Haydn e alla «Marcia funebre» dell’eroe beethoveniano, si coniuga poi il «Schicksalslied» (Canto del destino) di Brahms con eccellente prova del Coro del Teatro Lirico istruito come di consueto da Fulvio Fogliazza e collocato stavolta anche poco più avanti rispetto al solito, cosicchè meglio ne apprezziamo acusticamente tutta la potenza della massa vocale.