Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Bandiere e fischi alla manifestazione contro l'omofobia

Fonte: L'Unione Sarda
23 maggio 2011

Nel mirino Fantola e Massidda


Una pioggia fine, penetrante, pareva averli dissuasi. Alle 17, ora del concentramento in piazza Garibaldi c'erano poche decine di persone. E invece no, alla fine in oltre trecento ieri sono accorsi in piazza Garibaldi per la manifestazione contro l'omofobia. Un corteo pacifico e allegro con una sola nota stonata, le scaramucce verbali avvenute davanti al comitato elettorale di Massimo Fantola, in via Sonnino.
In piazza Garibaldi si prova l'audio dell'impianto che servirà per lo spettacolo che conclude la manifestazione. I primi arrivati attendono sotto gli alberi, al riparo dalla pioggia battente. Come il truccatore Riccardo Macera: «Sono qui perché sono gay ma anche se non lo fossi sarei qui lo stesso, perché è un'ottima occasione per manifestare per i diritti umani». Hanno manifestato anche turisti come Nivya Coelho e Letisia Librelo, brasiliane: «Abbiamo saputo del corteo e siamo volute venire».
Qualche minuto dopo le 18 il corteo riesce a partire. Tante le associazioni presenti. Da Amnesty International, ai lavoratori del Teatro lirico. Colorano il corteo le bandiere arcobaleno, i cartelli e soprattutto un furgoncino che diffonde musica e alcune drag queen che fanno da speaker.
Al passaggio davanti al comitato elettorale di Massimo Fantola, una delle speaker accusa il candidato sindaco di centrodestra di essere omofobo. «A quel punto tanti manifestanti ci hanno gridato buffoni», afferma l'esponente del Pdl, Giuseppe Farris. Mentre Fantola stigmatizza il comportamento del «candidato delle sinistre e dell'ex governatore Soru che, assieme, chiudevano la manifestazione: non hanno sentito la necessità di dissociarsi da quanto è accaduto. Io sono contro l'omofobia e contro ogni forma di intolleranza». Secca la replica di Zedda: «Chi si sforza di cercare argomenti e occasioni di provocazione sappia che non intendiamo accettare questo terreno di competizione. La nostra scelta è profondamente democratica, di rispetto anche per coloro che non la pensano come noi». Mentre il senatore Pdl Piergiorgio Massidda accusa i manifestanti di essere degli intolleranti: «Volevo partecipare al corteo perché ne condivido le ragioni ma mi hanno dato del leghista. A quel punto ho deciso di andarmene per non alimentare tensioni». (m. g.)