Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

D’Alema nell’isola, guerra sulle alleanze

Fonte: La Nuova Sardegna
23 maggio 2011

 
Replicano Segni e Oppi, mentre Sanna (Fli) si sbilancia: «Io voterei per Zedda» 
 

CAGLIARI. Arriva Massimo D’Alema e il clima politico s’infiamma. Il leader pd, a sostegno dei candidati del centrosinistra ai ballottaggi, ha attaccato i centristi e Mario Segni: «Si vergognino a stare con il colonialismo berlusconiano». La guerra sulle alleanze è durissima. Ieri è stata scossa pure dal Fli: il partito ha scelto di non schierarsi ufficialmente ma Matteo Sanna si è sbilanciato: «Voterei Zedda».
Oggi è la giornata decisiva per gli apparentamenti, ma non dovrebbero esserci novità dell’ultim’ora rispetto agli schieramenti del primo turno: a Cagliari il centrosinistra di Massimo Zedda (45,15%) contro il centrodestra di Massimo Fantola (44,71%), a Iglesias il centrosinistra di Marta Testa (46,07%) contro il centrodestra di Luigi Perseu (49,90%), a Sinnai il centrosinistra di Barbara Pusceddu (48,22%) contro la coalizione di Paolo Flavio Zedda (42,31%).
Massimo D’Alema, ieri a Cagliari a sostegno dei candidati del centrosinistra, alla manifestazione cagliaritana con Massimo Zedda ha preso di mira l’Udc e i Riformatori, chiamando in causa anche Mario Segni, per la loro alleanza (alla Regione e alle elezioni nei centri principali) con il centrodestra berlusconiano. Il «vergognatevi» lanciato dal presidente del Copasir ha un obiettivo politico preciso: convincere gli elettori moderati ad abbandonare (sia direttamente sia indirettamente) l’«estremista» Berlusconi. Un’operazione, quella di tentare di separare il Cavaliere dai centristi, che sta funzionando in Parlamento (con Udc e Fli), a Milano e che potrebbe funzionare a Cagliari. Dove, peraltro, al primo turno il riformatore Fantola ha avuto una percentuale inferiore alle sue liste di centrodestra.
Il j’accuse di D’Alema ha puntato dritto al cuore del problema. Le tensioni tra il Pdl e i centristi e i sospetti reciproci sul voto disgiunto nati dopo il primo turno possono avere lasciato il segno.
Fantola, che ha subito avuto la solidarietà di Segni («io appoggio un candidato onesto, serio e capace»), ha capito che l’offensiva di D’Alema è particolarmente rischiosa ed è passato subito al contrattacco: «Io parlo di programmi e faccio alleanze su questi nell’interesse dei cittadini, la sinistra invece continua nella sua vecchia politica». Anche Giorgio Oppi, segretario regionale dell’Udc, ha voluto troncare la polemica sul nascere: «D’Alema avrebbe potuto ricordare i tanti Comuni, a partire da Villacidro, in cui ci siamo alleati con loro, ma non ha citato quei casi perché avrebbe dovuto ammettere che noi non siamo stati colonizzati da nessuno ma siamo liberi di allearci con chi ritieniamo giusto sulla base dei programmi locali». E ha aggiunto: «L’Udc è pienamente soddisfatto del risultato del primo turno, è impegnato a vincere i ballottaggi ed è rispettoso degli impegni politici e programmatici assunti alla Regione».
A smuovere le acque ci ha pensato anche il Fli. Ieri i leader sardi del partito finiano hanno tenuto una conferenza stampa per annunciare, con il coordinatore Ignazio Artizzu, che per il ballottaggio non sarà data alcuna indicazione di voto. L’altro consigliere regionale, Matteo Sanna, coordinatore gallurese, ha voluto invece rompere la prudente linea dell’equidistanza dai due poli e ha detto: «Se fossi cagliaritano voterei per Zedda». E ha poi precisato: «Non c’è nessuno scontro con Artizzu, io ho semplicemente detto quello che pensiamo». A Cagliari la posizione di Fli è abbastanza polemica nei confronti del centrodestra, tanto che, nella recente visita in città, Gianfranco Fini aveva accusato Fantola di essere «inaffidabile» per non aver rispettato l’impegno assunto a proposito dell’alleanza elettorale.
In assenza di apparentamenti è comprensibile che lo sforzo di tutti i candidati sia teso ad andare oltre l’elettorato di riferimento. In queste elezioni (non solo in Sardegna) questo fenomeno si è accentuato perché in gioco c’è il destino politico di Berlusconi: lìeventuale sconfitta a Milano potrebbe provocare la crisi del suo governo.
Il significato politico del voto è presente anche in Sardegna. Si dice che la sconfitta di Fantola a Cagliari e di Perseu a Iglesias avrebbe sulla giunta Cappellacci la stessa conseguenza della sconfitta della Moratti a Milano nei confronti del governo centrale. Riformatori e Udc potrebbero infatti rivalersi sul Pdl. Ma c’è anche chi lo esclude. I centristi sono infatti soddisfatti del voto nel suo complesso e al momento non avrebbero intenzioni di forzare la situazione. Anche perché circola già anche a Cagliari la voce secondo cui le elezioni politiche saranno nel 2012. A quel punto i centristi sardi sarebbero obbligati ad allinearsi alle centrali romane del terzo polo. Cappellacci non avrebbe più i numeri e ci sarebbero anche le elezioni regionali.
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