Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

E ora il centrosinistra si prepara a festeggiare un possibile sorpasso

Fonte: La Nuova Sardegna
17 maggio 2011

 
 
 
In alcuni rioni «difficili» Massimo Zedda ha raccolto molti più voti del previsto 
 
CAGLIARI. Pronti a festeggiare. E non in ordine sparso, ma a ranghi serrati nel tentativo di non lasciare spazi al centrodestra. Perché se per loro è ancora presto per esultare, appare comunque inconfutabile un dato: anche qui, come in tante altre zone del Paese, il centrosinistra sembra lanciato in un’irrefrenabile corsa alla riconquista di quel terreno perso negli anni. Fossimo stati in Francia si sarebbe potuto tranquillamente parlare di “coup de théâtre”, di colpo di scena. Invece siamo nel capoluogo dell’isola, che geograficamente è lontano anche dall’italianissima Puglia.
Ma non così lontano, a quanto pare, visto che ieri, man mano che si scrutinavano le schede, si è avvertito anche qui l’effetto-Niki Vendola, seppure in maniera non così dirompente, come ottimisticamente si aspettavano in molti nel popolo del centrosinistra.
Certo, l’aspirante sindaco Massimo Zedda, ambasciatore vendoliano in terra sarda, non è riuscito a strappare al primo turno quella vittoria tanto attesa, che dopo un lunghissimo periodo di digiuno politico (in pochi ricordano le due giunte pentapartitiche: quella guidata nel 1979 da Salvatore Ferrara e quella del 1992 guidata da Roberto Dal Cortivo, entrambi socialisti) dovrebbe portare il governo della città sotto l’egida del centrosinistra, appunto, grazie a quel circa 45% che appare già consolidato.
In questo caso, a voler essere precisini, sotto quella di una coalizione di liste sulle quali primeggia moralmente Sel, ovvero quel “Sinistra ecologia libertà” di cui è leader riconosciuto il presidente della Regione Puglia, Niki Vendola appunto, che in piena campagna elettorale si è fiondato qui per dare il suo sostegno morale (ma per certi versi anche materiale, considerato l’appello da lui lanciato a tutti gli elettori della sinistra affinché orientassero i loro voti verso questa coalizione) al “suo” Massimo Zedda.
Sostegno che gli è poi arrivato sotto forma di benedizione politica anche dai big del Partito democratico, vale a dire Massimo Dalema, Walter Veltroni e lo stesso Pierluigi Bersani, durante il suo tour in Sardegna.
Eppure Massimo Zedda, in verità, pur avendo vinto alla grande le primarie del Pd, battendo il senatore Antonello Cabras, non aveva infiammato più di tanto gli animi di molti “compagni”, che probabilmente avrebbero preferito un capolista più grintoso, quasi d’assalto. Invece lui, il giovane (35 anni) e poliedrico Massimo, imprenditore turistico con trascorsi d’attore, consigliere comunale uscente e consigliere regionale in carica, si è via via conquistato spazio, senza urla, né strepitii.
Quasi a voler ripercorrere virtualmente la strada del padre Paolo, pacato e riflessivo esponente di quel Pci migliorista che si rifaceva a Giorgio Napolitano e Giorgio Macciota, giusto per citare due “vecchi” leader dell’allora falce e martello. I fatti, che in questo caso si presentano sotto forma di inconfutabili numeri, hanno dato ragione alla linea morbida di Massimo Zedda.
Infatti, è indiscutibilmente lui la vera novità di questa non facile competizione elettorale targata Cagliari, nella quale l’aspirante primo cittadino si è trovato in qualche modo a indossare i panni del novello Davide che si è dovuto confrontare con un Golia-Fantola, considerato da più parti un vero e proprio acchiappavoti, curiosamente proprio nelle zone-roccaforte dei quartieri più popolari, come San Michele, Sant’Avendrace alta e Is Mirrionis, dove il sindaco uscente Emilio Floris nel 2006 raccolse voti a manbassa.
Ancora non si può dire che la situazione si sia ribaltata, anche se appare chiaro che il confronto pre-ballottaggio riserverà altre sorprese. Tant’è che lui, Massimo Zedda, ieri notte ha scaramanticamente preferito non sbilanciarsi: «Pazientiamo ancora, lasciamo concludere totalmente lo spoglio. Fin qui è un dato che premia noi e la città, probabilmente per la freschezza delle idee che abbiamo proposto...», ha buttato lì con aria sorniona, forse perché sotto sotto già intimamente soddisfatto da una partecipazione al voto che la città non vedeva da tanto tempo.
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