Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Sono stato coraggioso, resto lontano dai poteri forti»

Fonte: L'Unione Sarda
10 maggio 2011

COMUNALI. Ignazio Artizzu aspirante sindaco per “Futuro e libertà”

 Vedi la foto Nato a Cagliari nel 1964, giornalista professionista e caposervizio della Rai (in aspettativa), coordinatore regionale di Futuro e Libertà. Ignazio Artizzu vanta anche una lunga militanza nel volontariato cattolico. È Cavaliere del Santo Sepolcro di Gerusalemme e presidente provinciale della Federazione italiana della caccia. Sposato, padre di due figli.
Perché ha deciso di candidarsi a sindaco?
«Perché non ho avuto paura di avere coraggio. Per dare alla città un governo onesto, efficiente e capace di Cagliari. Offro ai cittadini la possibilità di scegliere al di fuori di una proposta di sinistra, che è da rifiutare, e di un centrodestra poco credibile. Con me si cambia musica davvero».
Qual è la sua esperienza in politica prima di questo impegno?
«Dieci anni fa fui eletto al Comune di Cagliari con An. Nel 2004 consigliere regionale, il più votato di An, e nel 2009 riconfermato con 11 mila voti. E sono rimasto fedele alla destra, con Fini, ignorando il potere fine a se stesso e le poltrone».
Qual è il punto fondante del suo programma?
«Un'amministrazione libera da poteri estranei, forte nell'affrontare le emergenze del lavoro, dell'urbanistica, dei trasporti, della nautica e del turismo, giusta nel rapporto con il cittadino. Voglio un Governo comunale che abbia il coraggio di affrontare tutto senza prendere ordini da nessuno».
Dai confronti con gli altri candidati qual è la preoccupazione che le sembra essere emersa?
«C'è voglia di ascoltare ciò che dice la gente, ma alcuni dei miei competitors hanno paura di scontentare i partiti che li sostengono e non si sbilanciano. Quindi non hanno il coraggio di affrontare apertamente i temi più caldi. Io dico apertamente a tutti ciò che farò da sindaco».
Quali sono le emergenze della città?
«L'occupazione, i problemi de giovani, la rivisitazione del Puc. Lo sviluppo reale del turismo, la nautica, i servizi, le infrastrutture, il recupero di edifici abbandonati, la pulizia delle strade e il decoro urbano, migliori servizi sociali. Voglio salvare il Teatro e riportare la lirica all'anfiteatro».
Quali sono i punti di forza e di debolezza della società cagliaritana?
«Cagliari è una città meravigliosa anche nei suoi abitanti. Ci sono eccellenze mondiali. Eravamo già grandi prima che Roma fosse fondata. C'è il giusto orgoglio del campanile, c'é un grande cuore e grande accoglienza e generosità. Dobbiamo credere di più in noi stessi e nella nostra forza».
Cosa si può fare per arginare l'emorragia di residenti?
«Cagliari ha perso 40 mila residenti in 30 anni. Occorre modificare il Puc, liberando aree per l'edilizia. Ma bisogna favorire l'edilizia sociale, agevolata e convenzionata, senza danneggiare quella di pregio, in modo che possa comprare casa anche chi ha scarse possibilità economiche».
Qual è la sua ricetta per i giovani, i senza lavoro, gli universitari?
«I giovani devono essere favoriti nella mobilità, nell'acquisto della prima casa, nella nascita di nuove iniziative imprenditoriali. Non è possibile che per il de minimis si attenda 9 mesi. Una città che fa crescere l'impresa crea anche lavoro. Per gli universitari servizi a basso costo e più alloggi».
In caso di ballottaggio, dal quale lei dovesse essere escluso, quale candidato appoggerebbe?
«Io andrò al ballottaggio contro la sinistra e vincerò le elezioni. Se non dovesse succedere, difficilmente darò apparentamenti a qualcuno. Vediamo prima i numeri, poi confrontiamo i programmi. Si potrebbe ragionare solo sulla base di impegni precisi presi pubblicamente con i cittadini».
Anthony Muroni