Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Gianna Nannini, un generoso spaghetti rock

Fonte: L'Unione Sarda
21 agosto 2008

Musica
Capacità vocali da primato, concerto senza pause
Ma chi sarà mai questa Gianna Nannini da Siena. La ragazzaccia del rock? Scontato. La ribelle anticonformista? Mah, si nasce incendiari e si muore pompieri. L'icona gay? Forse ma chissenimporta. Come ha titolato la sua biografia la scrittrice Barbara Alberti forse è solo Gianna Nannini da Siena. Per lei (foto Daniela Zedda) Cagliari ha allestito il salotto buono, quello con le pietre antiche e le impalcature brutte e moderne. Concerto “sold out” da tempo e un pubblico assiepato fin su Buoncammino per sentire le canzoni così, un po' di rimessa. Del resto c'erano watt a sufficienza per mandare avanti un centro della Marmilla. Perché, nella vulgata comune, il rock senza watt è un po' come il Natale senza panettone, come la pizza senza la “pummarola 'ncoppa”, Ric senza Gian.
Rock classico, con tutti i cliché, ma all'italiana. Detto senza quella lieve diminutio che da sempre accompagna il termine. Lo spaghetti rock declinato da Gianna Nannini in realtà non è così debitore dei paesi anglofoni come altri pur illustri esempi ma ha molto del melodramma italiano e del pop di matrice europea. Non a caso è amatissima nella vecchia Mitteleuropa: Germania, Austria e zone limitrofe. E a Cagliari. Dove è stata accolta con ovazioni dall'inizio alla fine. Lei non si è certo risparmiata e le uniche pause, invisibili ad occhio nudo, sono state i frequenti cambi d'abito resi fradici da tanta generosità.
Una band macinasassi, una falange armata intorno al robusto ritmo imposto dalla batteria, ha reso il suono importante, serrato, roccioso. Come la voce. La cantante, nonostante il timbro roco, ha sfoderato una capacità vocali da primato: veloci i passaggi dinamici, suadente nei registri bassi e possente sugli alti. Persino sorprendente. Peccato che nelle zone alte delle tribune l'effetto fosse meno evidente. Con buona pace dei cattivi ad ogni costo che immaginavano una “ninnananna” Nannini, specie in riferimento ai toni soft di certe sue ballate. La locomotiva guidata dalla senese della contrada dell'Oca non sbuffa ma tira per ore e non fa stazioni. C'è il rap con Fabri Fibra in ovvio play back e c'è l'inno dei Mondiali delle “notti magiche”, ci sono tutte le canzoni che ci devono essere, compresa la prima (la scandalosa America del 1979) sull'amore “tristo” e solitario. Dove America era un eufemismo per dire quello che non era possibile dire. Eh si, è sempre stata una ragazzaccia di contrada. Con oltre mezzo secolo sul groppone.
GIUSEPPE CADEDDU

21/08/2008