Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Le crociere? Un’illusione che lascia solo briciole

Fonte: La Nuova Sardegna
19 agosto 2008

MARTEDÌ, 19 AGOSTO 2008

Pagina 1 - Cagliari


Carlo Abis (Confesercenti): «Il turismo si crea sviluppando sinergie con le coste dell’hinterland»



«Occorre un intervento più attivo da parte del settore pubblico e lo sviluppo di servizi adeguati»

ROBERTO PARACCHINI

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CAGLIARI. Duecentottantadue sono stati i visitatori dei musei e dei centri d’arte cagliaritani nel giorno di Ferragosto. «Pochi, pochissimi: un dato che la dice lunga sull’appeal della città per i turisti», sottolinea Carlo Abis, responsabile regionale della Confesercenti. Da anni il capoluogo dell’isola cerca di riciclarsi in versione turistica. Ma strada è lunga e anche le scelte urbanistiche fatte per il lungomare lo confermano. Intanto Cagliari è diventata uno scalo per le crociere. E molti, soprattutto l’amministrazione comunale e l’Autorità portuale, ne parlano come di un importante passo in avanti. Ma Abis gela: «Si tratta solo di briciole».
Intanto il terminal per le crociere è stato realizzato, inaugurato e ora resta lì, inutilizzato per lo scopo per cui è sorto: i fondali a lato del molo sono troppo bassi per le mega navi che dovrebbe ospitare. Sono state avviate le pratiche per dragare quello speccho di mare per aumentarne la profondità. Ma i tempi sono lunghi (prima bisognerà verificare che non vi siano residui bellici, nè reperti archeologici). Intanto, pur in un’altra parte del porto, l’afflusso dei traghetti-crociere è stato incrementato. «Ma così, com’è organizzato oggi, questo turismo serve a ben poco: è un mordi e fuggi che andrebbe molto ridimensionato», rincara Abis.
Nonostante alcuni sforzi, Cagliari «deve ancora organizzarsi prima di poter essere turistica - continua - non ci sono attrezzature adatte, nè in termini alberghieri, nè di servizi urbanistici. I visitatori vanno verso la costa: Villasimius o Pula». E il turismo ambientale, sportivo e culturale...? «I numeri delle presenze nei centri d’arte e nei musei parlano da soli. E la responsabilità non è certo dei consorzi culturali che gestiscono queste strutture, ma della mancanza di servizi di contorno».
Dopo il fallimento della verticalizzazione (la nascita di un indotto) dell’industria chimica e petrolchimica (che pure, con la Saras, ha un ruolo rilevante nel territorio), e la crisi continua del sistema industriale locale, il capoluogo dell’isola ha deciso di puntare sul turismo e le nuove tecnologie (trainate da Tiscali). Per ora il nuovo piano regolatore cittadino e quello dell’Autorità portuale (elaborato assieme al Comune) prevedono la nascita di un ampio lungomare che dovrebbe sancire non solo una maggiore attenzione alle attività del mare, ma anche al turismo (diportismo e indotto). Ad oggi, però, tutto si muove a rilento, con in più alcuni segnali di mire speculative-immobiliari che interessano l’area del porto, da tenere sotto controllo.
Oggi molto spazio viene dato alla crociere... «Ma diciamo le cose come stanno, con franchezza - precisa Abis - l’ospite di queste navi è, per definizione, un turista in transito, che si ferma poche ore, per sgranchirsi le gambe e basta». Crociere bocciate, quindi? «Così come sono, rapresentano ben poca cosa. Tra l’altro tutto il sistema dell’ospitalità locale non è adeguato. Altra cosa sarebbe se Cagliari divenisse il punto di partenza delle stesse crociere. Allora, sì, vi sarebbe una permanenza più lunga e fruttuosa. Oggi come oggi è un turismo residuale a cui viene dato tanto spazio ma che, nella sostanza, produce ben poco. E alcuni incolpano noi commercianti perchè molti negozi restano chiusi quando gli attracchi avvengono nei giorni festivi. Ma è come chiedere a una fabbrica di creare dei prodotti che poi non vengono venduti».
Cagliari non è mai stata una città turistica, men che mai in estate. Durante le stagioni intermedie, invece, si è ottenuto qualche risultato. «A luglio e agosto il grosso dei visitatori sceglie le coste e il mare - spiega Abis - per questo noi abbiamo tentato più volte di creare un collegamento tra centri come Villasimius e Pula, e Cagliari: soprattutto in occasione di particolari eventi. Ma se da un lato abbiamo trovato la disponibilità degli operatori turistici e dei Comuni della costa; dall’altro non c’è stata una adeguata risposta da parte del sistema dei trasporti e del settore pubblico che avrebbe dovuto supportarlo». Eppure Cagliari, anche se non è possibile considerarla come una città d’arte, possiede (come rilevato più volte da Antonio Romagnino) un ampio e importante ventaglio storico che permette di ripercorrere quasi tutta la storia dell’arte. Inoltre ha un posto specifico per le mura pisane che cingono il rione Castello e per le sue ricchezze archeologiche (dall’anfiteatro romano a Villa Tigellio, sino alla necropoli punico romana di Tuvixeddu, nota dolente di questi ultimi tempi). In più, la città possiede bellezze naturali uniche: dallo stagno di Molentargius (con insediamenti di avifauna pregiata) al Poetto, dalla Sella del Diavolo (che permette un’escusione collinare dentro la città) ai viaggi a mare per ammirare le suggestive falesie che si trovano dietro la stessa Sella.
Ultimamente sono sorti numerosi bed and breakfast... «Sì, è un fatto positivo: tra la città e l’hinterland offrono circa quattrocento posti letto - informa Abis - ma più che come attività di impresa, queste iniziative vanno viste come segnali di vivacità, certamente, ma anche come modo per integrare il reddito familiare. Ben vengano, quindi, ma i bed and breakfast non sono certo il motore di un’attività imprenditoriale turistica capace di creare indotto legandosi alla cultura e alle tradizioni locali».
Intanto la città sembra arrancare. Il turista viene visto più come una speranza, che come un’entità concreta che mette in moto un’econonia che ristagna. «Come commercianti - continua Abis - noi possiamo dare il nostro contributo con la creazione dei centri commerciali naturali: elementi di ulteriore attrazione e di vita dei centri storici e non solo. Ma occorre che il settore pubblico faccia la sua parte: con incentivi, ma soprattutto predisponendo una viabilità adeguata, maggiori zone pedonali e più decoro urbano. Cagliari ha molte ricchezze, ma occorre accompagnarle con iniziative e servizi adeguati».