Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Storia di Maria, sola e senza patria

Fonte: L'Unione Sarda
14 aprile 2011

Padre senegalese (in carcere), madre guineana (morta), a 17 anni non ha carta d'identità


Niente cittadinanza. «È assurdo, io ho sempre vissuto qui»
Maria (il nome è di fantasia) è nata a Cagliari 17 anni fa da padre senegalese e madre guineana. Ha trascorso l'infanzia in Castello, dove ha frequentato le elementari e le medie entrando anche a far parte del Consiglio comunale dei ragazzi. Oggi è al quarto anno di liceo, ma non vive più in Castello, bensì in una comunità protetta perché il padre è in carcere, la madre è morta e lei è rimasta sola. Avendo sempre vissuto in città, Maria si sente “casteddaia” a tutti gli effetti e vorrebbe che le venisse riconosciuta la cittadinanza italiana, ma finora il suo sogno non si è avverato. Al contrario, il suo status risulta controverso, al punto che non è chiaro se sia cittadina senegalese, guineana o addirittura apolide (senza stato).
NON HA CARTA D'IDENTITÀ La giovane non ha carta d'identità, né passaporto o visto. Possiede la tessera sanitaria e un attestato rilasciato dall'ambasciata senegalese. Finché la madre era in vita, “rientrava” nel suo passaporto, ma dopo la morte della genitrice si è trovata in difficoltà. La comunità senegalese cagliaritana è riuscita, tramite la Questura, a farle avere un permesso di soggiorno per motivi di studio. Ma la questione non può dirsi conclusa. La legge prevede che Maria possa diventare italiana, previa richiesta, al compimento del 18esimo anno a patto che abbia risieduto sempre sul suolo italiano (un'interruzione è ammessa, purché non superiore a 6 mesi). Nel suo caso, però, all'ufficio anagrafe risulterebbe un “buco” di due anni, periodo in cui la madre risultò irreperibile. Questo impedirebbe oggi alla figlia di acquisire la cittadinanza al compimento del 18esimo anno, costringendola ad attendere altri due lunghi anni.
«HO SEMPRE VISSUTO QUI» «Una situazione assurda», commenta Maria, «perché io non mi sono mai mossa da Cagliari. Mi sento sarda nel cuore, parlo l'italiano e la limba meglio del senegalese e non so più cosa devo fare per diventare ufficialmente ciò che già sono: una normale adolescente italiana». Fino a qualche anno fa Maria non si poneva il problema. «Poi sono arrivate le gite scolastiche e col mio attestato avevo difficoltà ad acquistare i biglietti aerei. Nella stessa situazione c'è mio fratellino di 14 anni che vive con me dalle suore. Un altro fratello, invece, è riuscito a ottenere la cittadinanza a 21 anni. I nostri genitori erano venditori ambulanti di abbigliamento africano. Si sono sposati in Costa d'Avorio e io sono nata al Brotzu. Mia madre non c'è più da due anni per un tumore al fegato, mentre mio padre è a Buoncammino per traffico internazionale di stupefacenti».
I SERVIZI SOCIALI La funzionaria dei Servizi sociali del Comune, Donatella Addis, riferisce che il problema potrà essere risolto «dimostrando, con pagelle scolastiche o certificati medici, che Maria non si è spostata da Cagliari». Dello stesso avviso il presidente della comunità senegalese, Abdou Ndiaye. «Il permesso di soggiorno di Maria continuerà ad essere rinnovato in accordo con la Questura», ha detto, «e cercheremo di risolvere col Comune il problema della presunta interruzione di residenza». In modo tale che quando Maria compirà 18 anni (a ottobre) possa finalmente diventare italiana e ricevere la sua prima agognata carta d'identità.
PAOLO LOCHE