Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il report sull'arena? Carta straccia»

Fonte: L'Unione Sarda
14 aprile 2011

ANFITEATRO. Il Comune si prepara al collaudo delle strutture: le verifiche saranno affidate alla facoltà di Ingegneria

Pili accusa Minoja: «Impone le sue idee a nostre spese»

Ormai è chiaro: sull'Anfiteatro è in corso una guerra e ognuno utilizza le armi che ha. Dalla trincea della Sovrintendenza ai Beni culturali attaccano inviando la relazione dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro in Procura. E la magistratura, come è ovvio che sia, apre un'inchiesta. Sull'altro fronte, Comune, organizzatori di concerti e parlamentari rispondono come possono. Contestando la relazione e chiamando in causa addirittura l'artiglieria pesante del ministro Galan, che non più tardi di una settimana fa è stato molto chiaro: «L'arena deve ospitare gli spettacoli estivi del 2011». Il deputato Mauro Pili ha messo l'elmetto fin dalle prime battute e ora che il gioco si fa duro, tra sequestri di documenti e indagini della Forestale, attacca: «L'invio della relazione alla Procura è l'ultimo gesto, in ordine di tempo, del disegno scellerato di chi come il sovrintendente ha deciso di imporre sulla testa di tutti le sue scelte e la sua visione ideologica dell'archeologia». I magistrati fanno il loro compito: «È un atto dovuto. Sono certo che svolgeranno sino in fondo il loro compito».
STORIA DI UNA BATTAGLIA Marco Minoja ha chiarito la sua posizione sull'Anfiteatro subito dopo il suo arrivo (alla fine del 2009) sulla poltrona più alta di Cagliari, quella di piazza Indipendenza, dove ha sede la sovrintendenza ai Beni Archeologici. «Se davvero si vuole difendere la qualità archeologica della città si elimini quell'impalcatura da centro fiere». In realtà lo «smontaggio» è previsto da un espresso accordo - precedente all'insediamento di Minoja - nel quale il Comune si impegnava a eliminare gli spalti. Cosa mai avvenuta, e che dovrebbe diventare realtà non prima di ottobre. Oggi l'assessore ai Lavori pubblici Raffaele Lorrai potrebbe chiedere alla giunta comunale di approvare il progetto, che gli altri componenti dell'esecutivo hanno esaminato una settimana fa. Poi andrebbe avanti con la procedura, cioè preparazione del bando, aggiudicazione dell'appalto e infine i lavori. Il collaudo delle strutture dovrebbe essere commissionato dal Comune la prossima settimana. I soldi ci sono, a eseguire le verifiche sarà la facoltà di Ingegneria dell'università di Cagliari. Ma questo era già deciso, a prescindere dall'intervento della Procura. Ecco perché Pili accoglie come uno “strappo” la scelta di Minoja: «Quando un funzionario dello Stato anziché collaborare con le amministrazioni competenti sceglie la linea della guerra e dello scontro tra istituzioni pur di affermare una propria tesi, significa che non esiste più nemmeno quel minimo senso di leale collaborazione tra istituzioni. Siamo dinanzi alla più ottusa impostazione vetero-statalista di chi, con argomentazioni infondate e superficiali, usa l'arma dell'allarme a tutti i costi pur di perseguire i suoi obiettivi».
LA RELAZIONE Ma in questa guerra c'è chi contesta anche la regolarità delle armi: la relazione dell'Iscr andrebbe oltre le proprie competenze. Questo lo sostiene il Comune - lo ha detto l'assessore Lorrai -, questo sostiene anche Pili. In particolare, gli ispettori del ministero avrebbero fondato il loro lavoro sulla stabilità delle tribune e non sulla conservazione del monumento. Sconfinando nel lavoro di vigili del fuoco e commissioni provinciali. «Se fossimo in uno Stato di diritto - sostiene Pili - la relazione comporterebbe l'immediata sollevazione dei suoi estensori per la manifesta inconsistenza, superficialità, incompetenza e per manifesto abuso di poteri». Nel documento sarebbero contenuti «tanti e tali strafalcioni - tecnici e storici - che non potrebbero appartenere nemmeno alla più superficiale valutazione di un neofita. Si passa dall'erba scambiata per piante, dall'umido riscontrato laddove era ubicata la raccolta delle acque piovane, per arrivare ai vortici che provocano un processo di erosione della pietra». Insomma: l'umidità sarebbe stata registrata nelle cisterne e le «piante arboree» sarebbero semplici capperi. Pili sostiene che gli architetti dell'Istituto siano andati oltre le loro competenze: «Mi domando: come sono state accertate la staticità e la stabilità della struttura? Chi degli ispettori ha l'unico titolo di ingegnere abilitato a valutare staticità e stabilità? Sono state eseguite prove di carico?».
MICHELE RUFFI

 

I manager
«Per noi il tempo è scaduto,
i concerti si faranno alla Fiera»
Il tempo per gli organizzatori dei concerti è scaduto: «Prendiamo atto del fatto che l'Anfiteatro non sarà disponibile e sarà una mazzata terribile per la città, perché le attività culturali saranno ridotte. Il Comune ci dica dove dobbiamo farli». Il presidente di Sardegna concerti interpreta l'apertura dell'inchiesta come la fine di tutte le trattative: «Sì, perché un'indagine in corso non consente di sedersi attorno a un tavolo e parlare tranquillamente. A questo punto l'Anfiteatro cessa di essere una risorsa e diventa un problema che la prossima amministrazione dovrà risolvere». Cosa succederà ora? «Già dai prossimi giorni cominceremo a portar via le attrezzature dall'arena. Dobbiamo decidere entro questa settimana se sospendere la vendita dei biglietti di Paolo Conte. E scegliere che fare con gli altri artisti. Ma ormai è chiaro che andremo alla Fiera». Ma anche in questo caso non sarà così facile: bisognerà prima realizzare una struttura adatta ad accogliere 4-5000 persone. E potrebbe essere già troppo tardi: «Infatti la stagione concertistica ha già subito un danno enorme», aggiunge Roby Massa, di Spettacoli e musica. «L'importante è che si prenda una decisione finale. E che non ci siano sconfinamenti di competenze: le strutture lignee sono sotto il controllo della commissione provinciale per la sicurezza e dei vigili del fuoco. La sovrintendenza può dirci in che stato è il monumento». ( m.r. )