Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tunisini: molestie, risse, rapine

Fonte: L'Unione Sarda
12 aprile 2011


Lucciola rumena aggredita, a Cagliari è allarme violenza

Una borsetta senza soldi può valere una raffica di ceffoni, un pugno e un calcio. Tre tunisini ospiti del centro di accoglienza l'altra notte hanno aggredito e derubato una giovane prostituta rumena in viale Elmas. Gli agenti delle volanti ne hanno fermato e arrestato uno. I complici sono fuggiti facendo perdere le tracce.
CLIMA TESO C'erano già stati segnali di una situazione che rischia di farsi incandescente: una donna importunata in via Is Mirrionis e una rissa all'interno dell'ex deposito dell'aeronautica militare. A far da cornice, altri piccoli fatti etichettati come “poco importanti”: furtarelli e pranzi consumati all'interno dei supermercati. Senza dimenticare gli arresti in esecuzione di provvedimenti emessi contro due tunisini. La rapina alla prostituta rumena, avvenuta domenica notte, rischia di compromettere il clima di serenità, collaborazione e solidarietà che si è registrato finora nella convivenza tra i 700 tunisini e i residenti di Sant'Avendrace, San Michele e Is Mirrionis, i quartieri a più stretto contatto con i profughi in attesa dei permessi temporanei.
ALLARME NELLA NOTTE L'allarme è scattato alle 23,30. La centrale operativa del 113 riceve delle telefonate. «Hanno picchiato e rapinato una prostituta in viale Elmas». Secondo le prime informazioni il colpo sarebbe stato messo a segno da tre extracomunitari. Il sospetto, vista la vicinanza con l'ex deposito che ospita i profughi, va subito verso i tunisini arrivati mercoledì scorso. Gli agenti della Squadra volante, coordinati dal dirigente Gianfranco Murgia, raccolgono le descrizioni. Una pattuglia individua nella zona tre giovani diretti in viale Sant'Avendrace. La vista dell'auto della Polizia fa scattare la fuga. I tunisini si separano. Così i poliziotti si concentrano su uno, bloccandolo. Quando arrivano i rinforzi gli altri due sono spariti.
IN MANETTE Saleh Dokhel, 22 anni, non si rassegna. Dopo aver provato a liberarsi della refurtiva (una sacca con alcuni abiti della prostituta e la borsetta con documenti ed effetti personali), il tunisino reagisce davanti all'azione degli agenti. In quattro riescono a bloccarlo. Una volta a bordo della volante, colpisce con alcuni calci la portiera dell'auto, danneggiandola. La nottata per il giovane extracomunitario termina in una cella del carcere di Buoncammino, dove viene rinchiuso, su disposizione del pm Alessandro Pili, con l'accusa di rapina aggravata in concorso, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento dei beni dello Stato. La vittima, dopo essersi fatta medicare le ferite lievi, ha presentato querela ed è rientrata in possesso dei suoi vestiti e della borsetta. Dentro non c'erano soldi: le prostitute, proprio per evitare le rapine, non tengono mai il contante e dopo ogni incontro consegnano il denaro a una persona di fiducia.
ESPULSIONE Le ricerche dei complici vanno avanti. «Abbiamo delle descrizioni», spiega il capo della Squadra volante, Murgia, «e dobbiamo vedere le immagini girate dalle telecamere di sicurezza di alcuni esercizi commerciali della zona». Il tunisino ha il percorso segnato: «Dopo il carcere verrà espulso dal territorio nazionale».
RISSA NEL CENTRO Nella notte tra sabato e domenica, all'interno del centro di viale Elmas, c'era stata una rissa durata pochi minuti, con una bottiglia rotta utilizzata come arma da taglio. La lite non ha avuto gravi conseguenze con i due contendenti medicati sul posto: qualche punto di sutura per il giovane tunisino ferito con la bottigliata, piccole contusioni per l'altro. Nessun arresto o denuncia: non essendoci prognosi mediche importanti, dopo l'intervento degli agenti della Squadra volante, si procede per querela di parte.
MOLESTIE A UNA DONNA Poche ore prima una cagliaritana residente a Is Mirrionis era stata importunata da due extracomunitari che le hanno messo le mani in faccia dopo averla minacciata. La donna, spaventata, ha denunciato tutto al commissariato di Sant'Avendrace ma i poliziotti delle volanti non sono riusciti a rintracciare i presunti molestatori. E poi piccoli furti e pranzi tra le corsie dei supermercati. I commercianti, dopo aver fatto finta di nulla, iniziano a essere stanchi di queste incursioni.
MATTEO VERCELLI

 

Commercianti soddisfatti e con qualche dubbio: «Come faranno dopo?». I timori di donne e anziani
«Comprano, ma i soldi finiranno»
Commercianti, per ora, contenti: «Con i tunisini stiamo lavorando di più». Donne e anziani un po' meno: «Abbiamo paura. La notte non usciamo più». E poi il dubbio: «Come faranno a campare quando finiranno i soldi?» E qualche tunisino, secondo i primi avvistamenti (non confermati dalle forze dell'ordine), avrebbe trovato una prima drammatica strada alternativa per guadagnarsi qualcosa: prostituirsi.
TUNISINI A PASSEGGIO A mezzogiorno viale Sant'Avendrace è un viavai continuo di tunisini che fanno le “vasche” soprattutto in coppia. Sotto i portici, a poche centinaia di metri dalla piazza e dall'ex deposito dell'aeronautica che ospita i profughi, i commercianti sono tranquilli. E in parte contenti: «Sono giovani educati, non abbiamo avuto nessun problema», raccontano i proprietari del negozio di alimentari e vini sfusi al civico 287. «I primi giorni», continua la titolare, «hanno comprato molta merce. Soprattutto cioccolati e bevande». Lo sguardo dei negozianti è spesso finito sui rotoli di banconote che spuntavano dalle tasche dei pantaloni dei ragazzi tunisini: «Un elastico teneva insieme diversi biglietti da 50 e 100 euro, probabilmente i risparmi che questi giovani si erano portati dietro per il viaggio e per raggiungere le loro famiglie sparse in Francia e Germania».
I COMMERCIANTI Nessuno screzio, nessuna discussione: «Qualcuno ci conosce e, quando passa davanti, saluta. Fino a questo momento possiamo dire che i tunisini sono migliori di molti sardi». Ma cosa accadrà quando finiranno i soldi? «È la domanda che ci stiamo facendo anche noi», risponde la coppia di negozianti. Anche dal vicino bar “Il Portico” i commenti sono di soddisfazione. «Una convivenza perfetta», dice uno dei baristi. All'esterno, nei tavolini, tre tunisini consumano un caffè e bevono dell'acqua. «Stiamo diventando un punto di ritrovo per questi giovani», prosegue il ragazzo che lavora dietro il bancone. La preoccupazione dentro e fuori dal bar è la stessa: «Per ora pagano perché hanno i soldi. Quando resteranno senza cosa succederà?» Nei bar e nelle botteghe la birra scarseggia. Ma anche il consumo di sigarette da queste parti ha raggiunto cifre record: «Ne comprano tantissime», confermano dalla tabaccheria Mascia, nel primo tratto di viale Sant'Avendrace. Le preoccupazioni iniziali sembrano svanite anche se qualche segnale poco incoraggiante è già arrivato: «La scorsa notte», aggiungono dalla tabaccheria, «hanno danneggiato il distributore automatico di sigarette. Non era mai capitato. La coincidenza è strana. E poi qualcuno di ha detto di aver visto un gruppo di tunisini allontanarsi subito dopo il rumore dei calci».
QUALCHE TIMORE Passeggiando nelle vie dei quartieri di Sant'Avendrace, San Michele e Is Mirrionis si raccolgono molte impressioni e voci. Quando però si chiede di ufficializzarle con nome e cognome spunta l'omertà. «Non voglio guai e poi passerei per razzista». Perché nei rioni c'è paura. Una paura nascosta. Donne e anziani la notte non escono più. «Non posso rischiare di incontrare un gruppo di questi ragazzi, magari ubriachi», spiega una signora di mezza età davanti al portoncino della sua abitazione al civico 317. «Non siamo tranquilli. C'è molta paura anche se per fortuna per ora non è accaduto niente di grave», aggiunge un'anziana.
MOLTE PATTUGLIE Gli ultimi episodi (una donna molestata, la rissa nel centro e la rapina a una prostituta) hanno spinto la Questura ha aumentare il numero di pattuglie nelle zone vicine del centro di accoglienza di viale Elmas. «Effettivamente da due giorni vediamo transitare più auto della Polizia e dei Carabinieri», annuisce un sessantenne a passeggio con il proprio cane. Chi temeva che l'arrivo di 700 extracomunitari potesse creare una scia impressionante di reati è stato smentito. Per ora. Perché, è la preoccupazione di chi vive da queste parti, quando i tunisini (ma potrebbero essere anche di altra nazionalità o sardi) finiranno i soldi cosa succederà? Basteranno l'impegno messo in campo dalle associazioni di volontariato, dalla Caritas, dai sindacati e da singoli cittadini? E l'altra notte c'è chi avrebbe visto un tunisino prostituirsi in via Po e salire in un'auto.
M. V.