Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Promossa l’ex caserma: «Non è un ghetto»

Fonte: La Nuova Sardegna
11 aprile 2011

 
Cagliari, visita di cinque parlamentari del Pd. Rissa tra tunisini, ma il clima resta sereno 
 

CAGLIARI. Promossa. E se non proprio a pieni voti, poco ci manca. Sì, perché messe al bando le polemiche e i timori che hanno accompagnato l’arrivo dei 700 migranti tunisini nell’ex caserma di viale Elmas, ieri mattina la scelta di collocarli lì ha incontrato il favore - anche se non incondizionato e con qualche personale distinguo - di cinque parlamentari del Pd e del segretario regionale del partito, Silvio Lai. Che, puntuali come orologi svizzeri, accolti dal capo di gabinetto della prefettura, Andrea Leo, alle 11 hanno varcato il pesante cancello dell’estemporaneo Centro d’accoglienza.
E all’interno si sono trattenuti per 40 minuti esatti, girando in lungo e in largo nel complesso di camerate e depositi ormai in disuso, conversando con gli “ospiti” e ascoltando le loro voci. Poi, una volta fuori, i deputati Amalia Schirru, Caterina Pes, Giulio Calvisi, Paolo Fadda e il senatore Francesco Sanna, hanno espresso i loro punti di vista sulla struttura scelta quasi sul filo di lana dal prefetto Giuseppe Balsamo.
Struttura che nella notte fra giovedì e ieri è stata anche al centro di un principio di rissa fra tunisini, che si è conclusa con il ferimento di uno di loro, colpito di striscio da una coltellata alla testa. Nulla di grave, comunque, visto che i medici del pronto soccorso del “Brotzu” hanno suturato la ferita con soli due punti. Un episodio tutto sommato irrilevante, che infatti non ha turbato il clima nell’ex caserma, tant’è che la stragrande maggioranza dei migranti non si è accorta dell’accaduto. E forse neppure dell’arresto di un loro connazionale, Issam Rebai, 33 anni (deve scontare 2 anni e 9 mesi per varie condanne per storie di droga), “prelevato” dagli uomini della Mobile, agli ordini del dirigente Leo Testa, che hanno eseguito un provvedimento della Procura generale di Brescia.
Tornando alla visita dei parlamentari (che nel pomeriggio è stata seguita da quella di Marco Follini e Stefano Ceccanti, sempre del Pd, all’Ufficio immigrazione della polizia di Stato, in via Venturi, dove da ieri mattina vengono accompagnati i tunisini per il rilascio del permesso provvisorio), c’è da sottolineare che la stessa è servita a far allontanare in qualche modo il fantasma dell’emergenza targata Cagliari. Ma anche dell’emarginazione, come ha sottolineato il deputato Amalia Schirru: «La scelta di sistemarli qui, in piena città, è stata ottima e sicuramente ha contribuito a rasserenare gli animi di questi disperati, che hanno a disposizione ampi spazi e che non si sono quindi sentiti abbandonati, né soprattutto ghettizzati - ha commentato -, sicuramente meglio delle tendopoli. Le forze dell’ordine hanno lavorato bene, con grande umanità».
Un sentimento, quest’ultimo, che forse è stato suscitato anche dalla mitezza di questi forzati ospiti: «Già, perché tantissimi di loro sono giovanissimi e fanno tenerezza - ha evidenziato Caterina Pes -. Sì, la scelta di quest’ex caserma è stata positiva: non c’è assolutamente paragone con taluni Centri d’espulsione che ho visitato. Ma ora questi migranti non possono essere abbandonati al loro destino, è necessario aiutarli, con il coinvolgimento delle istituzioni locali e delle organizzazioni di volontariato, a lasciare l’isola.».
Distinguo personali, si è detto. Come quello di Paolo Fadda che ha posto l’accento sulle condizioni igienico-strutturali dell’ex caserma: «I cameroni dove sono ospitati anche 250 uomini non sono degni di un paese civile. L’auspicio è che questa situazione sia per davvero temporanea, massimo quindici giorni e non uno di più - ha affermato -, se mai dovessero arrivare qui funzionari della Asl o del Comune di certo non concederebbero l’abitabilità».
Ma probabilmente sarà proprio un’emergenza temporanea: «Molti di loro sono pronti a lasciare l’isola per dirigersi oltre frontiera. Le loro domande sulla polemica tra Italia e Francia sono già indicative sulla possibile mèta - ha confermato Giulio Calvisi -, comunque è chiaro che questa dell’ex caserma è la situazione tipica della provvisorietà». Come sperano tutti.