Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Anfiteatro, la rivolta degli artisti

Fonte: L'Unione Sarda
4 aprile 2011

Cremonini: «Sbagliato non permettere i concerti». Pelù: «La musica non lo danneggia»

 Proietti: «È come un grande salotto, un errore chiuderlo»   
Vedi tutte le 4 foto Gigi Proietti, settant'anni e quaranta film alle spalle, confessa di essersi innamorato con un colpo d'occhio: «Mi ricordo quando ero sul palco, qualche anno fa, e guardavo il pubblico seduto sulle gradinate. Sembrava di averlo lì, a due metri». Per l'attore l'Anfiteatro è più simile a «un salotto da 5000 persone». Un salotto che non deve chiudere: «Ma quando mai, i monumenti devono vivere. Io credo che la vostra arena vada salvata e penso debba mantenere la funzione che ha sempre avuto: quella di luogo di aggregazione», dice al telefono dalla sua casa romana.
CULTURA IMPOVERITA Ecco perché, da uomo di spettacolo e teatro, non condivide la decisione della sovrintendenza ai Beni archeologici di vietare i concerti nel monumento di viale Fra Ignazio. «Mi dispiace che quello che ci è stato regalato dagli antichi venga lasciato lì, a essere guardato e basta. In un modo o nell'altro la cultura trova sempre qualche ostacolo: si chiudono i teatri, vengono bloccati i festival. Allora non resta nessuna alternativa e nel tempo libero poi è normale che la gente si limiti alla movida e poche altre cose. Non lamentiamoci, se l'atteggiamento è questo». Proietti però precisa: «Io ho apprezzato moltissimo l'Anfiteatro, l'ho conosciuto solo dopo il restauro, dunque aveva già le tribune di legno. Credo che una soluzione, con tutti gli architetti che ci sono in giro, si possa trovare, rispettando le istanze delle sovrintendenze e i canoni estetici».
I CANTANTI Ma l'attore romano non è l'unico a schierarsi a favore degli spettacoli nell'arena cagliaritana. Cesare Cremonini, impegnato sul set di del film “Il cuore grande delle ragazze” di Pupi Avati, riprende un concetto già espresso qualche anno fa sullo stesso argomento: «Perché non si trova una soluzione che permetta al monumento di rimanere un luogo di arte e cultura? Chiudere l'Anfiteatro di Cagliari sarebbe come chiudere quello di Taorimina o l'Arena a Verona».
Il cantante dei Litfiba Piero Pelù, già nel 2007, disse no a una chiusura forzata di quella che chiama «meraviglia», dove si è esibito più di una volta. Una scelta simile era e rimane sbagliata: «Come se la musica minasse i secoli e la storia»
IL RICORSO Intanto le associazioni Sardegna Concerti e Spettacoli e Musica hanno annunciato un ricorso al Tar contro il divieto imposto dalla sovrintendenza. Probabilmente verrà impugnata la lettera con la quale l'assessore alla Cultura Giorgio Pellegrini ha negato (seguendo l'invito del sovrintendente Marco Minoja) alle associazioni l'utilizzo della struttura di viale Fra Ignazio. Non si rivolgerà invece ai giudici amministrativi (come è stato scritto ieri) la Vox day, che però fa notare come Cagliari «sia ancora sprovvista di spazi idonei alla musica dal vivo e all'esercizio di attività culturali, che paiono condannate a una perenne contingenza, considerando che queste carenze esistono da più di vent'anni».
Il presidente della cooperativa Davide Catinari aggiunge: «Il nostro auspicio è che l'attuale situazione di emergenza sia fonte di una seria riflessione sul problema, considerando che la cultura può rappresentare un'attrazione imprescindibile per una città a vocazione turistica come Cagliari».
MICHELE RUFFI